Ed Sheeran, Perfect
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Quando torno a casa, come sempre la trovo vuota, con un panino sul tavolo lasciato da mio padre per me prima di andare a lavoro.
Lascio lo zaino a terra e decido di portare il panino in camera, insieme a un po' di succo di frutta.
Appoggio il piatto sulla scrivania e mi libero di giacca, scarpe e cravattino, prima di sedermi finalmente e mangiare.
Finisco tutto nel giro di pochi minuti, e ne approfitto per stendermi un po' sul letto.
Mi concedo di chiudere gli occhi, ma non appena lo faccio mi trovo immediatamente catapultata in quella sala da ballo, quella che fa da sfondo a tutti i sogni e le visioni, e mi costringo a riaprirli. Non ho dormito granché da quando sono cominciati gli incubi, ogni volta che provo a chiudere occhio mi trovo in quel corridoio buio, con delle mani al collo e quegli occhi raggelanti che mi guardano colmi di disprezzo.
Tutto di quel luogo mi appare così realistico, ogni minimo dettaglio è identico in tutti i sogni, tanto che mi chiedo se quella sala non esista davvero.
Inizialmente, escludo questa possibilità: se anche esistesse, io non l'ho mai vista, non ci sono mai stata, sognarla in ogni dettaglio non sarebbe possibile.
Ma, improvvisamente, mi ricordo di quel luogo citato da Niall dopo che avevo parlato della mia prima visione con lui e Harry, e di quello che mi ha detto Edgar su di esso.
Mi catapulto al pc sulla mia scrivania, e quando lo accendo digito immediatamente 'Primrose', per cercare eventuali foto o qualcosa del genere.
Ma ben presto mi rendo conto di quanto sia difficile trovare immagini di questo posto: le poche presenti raffigurano un edificio dismesso e abbandonato che assomiglia a molti altri e non mi permette di riconoscerlo o comunque di capire come fosse in origine. In rete sono presenti scarse notizie al riguardo, e le poche che riesco a trovare non mi sono di alcun aiuto.
Rimango a fare ricerche per quasi un'ora, e sono sul punto di lasciar perdere, quando qualcosa attira la mia attenzione.
Si tratta di un piccolo articolo, correlato da una foto in bianco e nero, che sembra proprio la sala che ho visto nei miei sogni. Mi concentro su quest'ultima, e la ingrandisco per osservarla meglio.
Sembra essere stata scattata durante un ballo, diverse persone sono immortalate a coppie nella sala, davanti a una larga scalinata che sono quasi sicura sia quella che ho sognato.
Ma a convincermi definitivamente che si tratta proprio dello scenario dei miei sogni è un altro dettaglio. In cima alla larga rampa, ci sono due porte, su cui, nonostante la foto sia piuttosto sgranata, riesco a distinguere due teste di leone scolpite.
Mi sembra tutto così surreale, tutto questo non ha alcun senso. In qualche modo potrei riuscire a spiegarmi perché sogno Harry, e anche Elizabeth, ma perché mai dovrei sognare un luogo che non ho mai visto prima?
Rileggo l'articolo, che parla di qualcuno che avrebbe voluto investire su questo edificio e ristrutturarlo, e risale a diversi anni fa, ma dimentico ogni parola nel momento stesso in cui la leggo, in quanto la mia mente è impegnata a divagare su quanto tutto questo non abbia alcun senso.
Ma è una frase in particolare che riporta all'articolo la mia attenzione. È l'ultima, quella che conclude la breve notizia.
Dunque l'edificio, posto al terminar del bosco nella zona periferica della piccola città, rimarrà dismesso.
Lentamente una malsana idea inizia a farsi strada nella mia mente, e mi impedisco di rielaborarla o di pensare a quanto possa risultare stupida, per paura di cambiare idea.
Stampo una mappa della città e segno il punto dove, stando a quanto suggerito dall'articolo, dovrebbe trovarsi Primrose, e la ripongo nello zaino insieme a una torcia.
Indosso rapidamente la mia giacca di pelle e mi precipito fuori di casa, diretta verso il bosco.
Quando, dopo pochi minuti, arrivo davanti ad esso, all'ingresso sul ciglio della strada, mi blocco prima di entrarvi. Decido che è meglio che non mi addentri qui dove sono solita farlo, un po' perché rischierei di perdermi e un po' perché ho paura di incontrare Harry, e ora non è quello che voglio. Da quando ho parlato con Edgar l'ultima volta, ho provato a non pensare a quello che mi ha detto, ma so che questo mio modo di affrontare tutto questo non potrà durare per sempre.
Cammino accanto al bosco, sul ciglio della strada, non in direzione del piccolo centro della città, bensì in quella che vi si allontana e va verso la periferia. Non l'ho mai percorsa a piedi.
Cammino per quasi un quarto d'ora, prima di raggiungere un incrocio regolato da una piccola rotonda, e qui decido di fermarmi.
Riconosco sulla mappa il punto in cui mi trovo; la macchia verde scuro che rappresenta il bosco si estende ancora per qualche centimetro dopo di esso, ma, secondo i miei calcoli, il palazzo dovrebbe trovarsi più o meno in questo punto. Quindi ora devo solo attraversare il bosco per riuscire ad arrivarci.
Prendo un respiro profondo e mi concedo un momento per osservare gli alberi davanti a me. So che si tratta dello stesso bosco di sempre, ma, per qualche ragione, in questa parte ho più paura a entrare. Forse è di quello che potrei trovare una volta arrivata al palazzo, o forse più semplicemente preferirei non trovare niente: così almeno potrei scegliere da me come considerare tutta quella serie di sogni e visioni. O direttamente di ignorarli.
Ma in fondo so perfettamente che non ci riuscirei: oltre al fatto che potrebbero ripresentarsi in ogni momento, ci sono troppe coincidenze in tutta questa storia, non riuscirei mai a fingere che non sia così. Non per molto, almeno.
Perciò, mi faccio coraggio e muovo i primi passi, iniziando ad addentrarmi nel bosco.
Da qui diventa più difficile seguire le indicazioni della mappa, dato che il bosco è rappresentato in modo molto generico e senza particolari punti di riferimento.
Procedo lentamente, cercando di mantenere la concentrazione e, prima che possa rendermene conto, mi trovo nel mezzo del bosco e la strada è fuori dalla mia visuale.
Continuo a camminare tenendo gli occhi fissi sulla mappa, mentre cerco di superare i vari alberi senza perdere la traiettoria.
Impiego quasi un'ora per riuscire a trovarlo, ma alla fine ci riesco. L'edificio di Primrose si staglia davanti a me.
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Lost Souls | H.S.
Fanfiction«Ci sono persone a cui la morte concede un'altra possibilità.» Jane Dawson ha sofferto molto più in diciassette anni di quanto la maggior parte delle persone faccia in una vita. Il fratello è morto in un misterioso incidente, la madre ha abbandonato...