Ellie Goulding, Love Me Like You Do
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Arriva un momento nella vita di ognuno di noi in cui tocchiamo il fondo. Giungiamo all'insana convinzione che non riusciremo più a rialzarci, che non ne avremo mai la forza, che comunque in superficie non abbiamo nulla ad aspettarci. Nulla per cui valga la pena lottare.
È ciò che ho passato in clinica, durante quei quattro mesi di inferno. Le giornate si trascinavano con una lentezza e una monotonia snervanti e insopportabili. Mai una novità, mai qualcosa di gradevole, mai anche il minimo barlume di speranza.
Ma, al di là di tutto questo, nel profondo della mia mente, sapevo che c'era almeno una ragione per cui valesse la pena superare quello scoglio. Me ne sono resa realmente conto solo successivamente, ma nel mio inconscio l'ho sempre saputo.
Era mio padre. La necessità di rivederlo, la volontà di non costringerlo ad un'altra perdita. E, più in generale, si trattava dell'amore. Che sia quello verso la propria famiglia, verso gli amici o verso la propria persona, è l'amore a sostenerci. Ci rende forti, ci concede la felicità, ci mantiene in vita.
E, in questo momento, è Harry a mantenermi in vita.
Il mio sguardo è puntato al soffitto chiaro della mia camera, mentre non c'è modo di scacciare un sorriso idiota dal mio volto. Sono trascorsi un paio di giorni dalla sera della festa e, com'era prevedibile, non riesco a non pensare a quello che è successo. Alle parole di Harry, al suo sguardo mentre le pronunciava, al modo in cui mi guardava dritto negli occhi.
Improvvisamente, un rumore proveniente dalla mia finestra mi fa sussultare. Scatto in piedi e mi avvicino al vetro, per vedere che cosa l'abbia colpito. Il suono si ripete, e questa volta ho modo di individuarne la causa. Un sassolino. Faccio scorrere lo sguardo un po' più in basso, fino ad incrociare un paio di occhi verdi.
Harry.
Apro la finestra e mi affaccio.
"Ci sei" constata, mentre un piccolo sorriso si fa spazio sul suo volto.
Sorrido anch'io. "Che ci fai qui?"
Lui scrolla le spalle. "Passavo da queste parti..."
Lancio un rapido sguardo verso il bosco alle sue spalle, poi ritorno su di lui. "Mh-mh..."
"Allora... vuoi... vuoi scendere?" domanda dopo un po', passandosi una mano sulla nuca in evidente imbarazzo.
Esito un momento prima di rispondere.
"Se vuoi... sì, insomma, solo se ti va... altrimenti posso anche-"
Il mio sorriso si trasforma in una risata divertita, dunque decido di toglierlo dall'imbarazzo. Anche se ammetto che è piuttosto esilarante vederlo in questo stato. È così che deve sentirsi lui quando prende in giro me.
"Sì. Sì, Harry, mi va" rispondo. "Dammi solo un minuto."
Rientro in camera e richiudo la finestra, dunque mi soffermo davanti allo specchio. I miei capelli sono del tutto sformati, mentre la semplice felpa nera che indosso insieme a un paio di leggings non è decisamente il massimo. Mi lascio andare in una smorfia, mentre tento di risistemare un po' i capelli con le dita e rinuncio alla ricerca di qualche altro outfit per non far aspettare troppo Harry.
Avviso mio padre dell'uscita con un breve messaggio, poi raggiungo l'ingresso ed esco.
Individuo Harry, poggiato contro la parete della casa, e mi prendo qualche istante per osservarlo. I ricci scuri gli ricoprono la fronte, il corpo tonico è fasciato da una t-shirt bianca e da un paio di jeans, le labbra rosee sono pressate in una linea, la fronte è leggermente aggrottata; pare sia piuttosto pensieroso.
Lo scatto della porta che si chiude alle mie spalle riesce ad attirare la sua attenzione, dunque lo vedo voltarsi e incrociare il suo sguardo con il mio, sorridendo appena.
"Ehi" esordisce, mentre i suoi occhi scorrono per un momento lungo la mia figura. "Wow... sei..."
Sorrido, scuotendo piano il capo. "Oh, non farlo. Non ce n'è bisogno."
Lui ridacchia appena, poi si fa più composto. "No, dico sul serio. Sei bellissima."
Lascio che un sorriso increspi le mie labbra, mentre abbasso lo sguardo, non riuscendo a sostenere il suo.
"Come vuoi" mormoro.
Nel momento in cui i miei occhi ritrovano i suoi, noto che si è fatto più vicino. Inevitabilmente, sento il mio respiro accelerare e le mie gote cominciare ad accaldarsi. Il mio sguardo si sposta alle sue labbra, così rosee ed invitanti. Sussulto leggermente quando la sua mano mi si posa su un fianco. Lentamente, faccio scorrere le mie lungo il suo petto, fino a raggiungere il suo collo e a sfiorare i suoi capelli. Gli occhi mi si chiudono per un istante quando lui mi poggia l'altra mano fra il collo e la guancia, sollevandomi delicatamente il volto e spingendomi a guardarlo.
"Grazie" mormora sulle mie labbra.
Deglutisco e mi inumidisco le labbra, mentre tento di riuscire a parlare con la gola secca e il fiato che mi manca. "Per cosa?"
Lo vedo sorridere, ed è come se il mio cuore avesse appena fatto un balzo. "Per essere qui."
Grazie a te. Perché mi stai insegnando a vivere.
Rimaniamo a guardarci, così vicini, ancora per qualche secondo. Nel momento in cui sento le sue labbra sfiorare le mie, chiudo gli occhi e mi lascio andare. Mi abbandono totalmente a tutte quelle sensazioni che ho bramato fino ad ora, nell'errata convinzione che non le avrei mai sperimentate. Il bacio si fa subito più approfondito, mentre le nostre lingue cominciano a muoversi in completa sincronia. Affondo le dita tra i suoi capelli, mentre i palmi delle mani aderiscono alla sua nuca. Sento invece le sue mani grandi avvolgermi i fianchi e una parte della schiena, compiendo dei piccoli movimenti circolari.
Interrompo il bacio dopo un tempo indefinito, per riprendere fiato ed anche un minimo di controllo sulla mia mente, al momento del tutto inebriata dal pensiero di Harry, da ciò che è in grado di provocare dentro di me.
"Vieni con me" mormora poi, mentre le nostre fronti sono a contatto.
Lo guardo negli occhi, come persa in quel verde così inebriante. "Dove?" sussurro, quasi senza fiato.
Lui indica il bosco con un cenno del capo, al che io mi limito a seguirlo. Mentre attraversiamo la piccola strada, lui intreccia la sua mano con la mia. Ci addentriamo fra gli alberi, e immediatamente l'odore e i rumori familiari del bosco mi inebriano i sensi.
"Al ruscello?" domanda.
Io acconsento, mentre già mi prefiguro quello che sarà condividere con Harry la pace e la serenità di quel luogo così meraviglioso.
Ma - una parte di me lo ha sempre saputo - tutto quello che sta succedendo fra me e Harry è profondamente strano. C'è qualcosa che mi sfugge, che nessuno è intenzionato a confessarmi e che io mi ostino a rifiutare di vedere.
Ed è quando una figura familiare emerge dal fondo del bosco che riesco a rendermene conto.
Elizabeth.
Niente più giochetti, niente più segreti. È il momento della verità.
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Lost Souls | H.S.
Fanfiction«Ci sono persone a cui la morte concede un'altra possibilità.» Jane Dawson ha sofferto molto più in diciassette anni di quanto la maggior parte delle persone faccia in una vita. Il fratello è morto in un misterioso incidente, la madre ha abbandonato...