Marina and the Diamonds, Lies
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"Jane, non fare niente di stupido" ribadisce mio fratello per quella che probabilmente è la decima volta. "Non fare niente e basta. Hai capito?"
"Sì" borbotto in tono cantilenante, consapevole che quanto potrei fare va irrimediabilmente oltre al mio stesso controllo e certa che Edward non si limiterà alle parole, ma tenterà di tenermi d'occhio per farmi restare lontano dai guai.
"Ti accompagno a casa" dice.
"Posso andarci da sola."
Edward fa per replicare, ma io scuoto la testa, troncando in partenza quel suo tentativo.
"Ci penso io" mormora Harry, guardando mio fratello e non degnando di uno sguardo la diretta interessata.
"Ho detto che vado da sola" ribadisco, desiderando meno di ogni altra cosa la compagnia di Harry.
Oramai con lui non so più cosa provare. Gli incontri con lui, sin dall'inizio, hanno suscitato in me ogni genere umanamente possibile di emozioni. Ho provato gioia nel vederlo, fibrillazione nel parlargli, attrazione nel baciarlo, e poi rabbia nel rendermi conto che ogni cosa, tutto ciò in cui per mesi avevo creduto, non era che un fragile castello di carte. Ho provato odio verso Harry e una malsana gratitudine verso Elizabeth, quando lei mi ha aperto gli occhi e mi ha detto la verità, senza alcuna riserba. Be'... ad eccezione del fatto che Harry l'ha uccisa. Ancora mi sfuggono importanti tasselli della verità: com'è potuto succedere? Cos'ha spinto Harry a giungere a compiere una simile azione? Come può una persona che credevo di aver imparato a conoscere così bene essere in grado di un atto del genere?
Mentre Harry ed Edward proseguono con il loro dibattito su chi debba portarmi a casa, mi allontano senza dire una parola, mentre l'immagine del primo che compie quell'azione continua a tornarmi alla mente. L'arma e lo scenario cambiano ogni volta, ma la crudeltà del gesto e l'incapacità della mia mente di cogliere qualunque cosa l'abbia spinto fino a quel punto rimangono invariate.
La verità è che le persone ci deludono, e talvolta lo fanno persino senza rendersene conto. Le relazioni con gli altri sono sempre, in qualche modo, unilaterali. Spesso amiamo le persone più di quanto queste amino noi, e altre volte siamo non a non tenere abbastanza a chi ci sta intorno e ci vuole davvero bene. Qualche volta siamo talmente egoisti da ridurre tutto solamente a noi, ai nostri delicati sentimenti, ai nostri futili rancori, alle nostre divergenze. Eppure, se soltanto ci fermassimo a pensare, anche soltanto per qualche momento, riusciremmo a renderci conto di quanto la nostra rabbia spesso laceri soltanto noi. Anche parlare senza remore, talvolta, non è la soluzione. Potremmo spendere ore e ore a discorrere di cosa ci sia che non va, perché, diavolo, c'è sempre qualcosa che non va come dovrebbe. E potremmo farlo anche se nessuno ce lo chiede, perché a volte non servono troppe parole. Ma è per la medesima ragione che potrebbe rivelarsi tutto inutile.
Mi guardo allo specchio e tutto ciò che vedo è un'ombra, la sagoma vuota di quel che dovrei, di quello che vorrei essere. E talvolta incolpo gli altri, altre volte la mia rabbia e il mio dolore si riversano contro me stessa. E non ha importanza, perché non è importante per nessuno. Forse da un lato è meglio così, perché in tal modo non corriamo il rischio di appoggiarci all'aiuto degli altri tanto da cadere non appena, per qualche ragione, si allontanano.
Ma, dall'altro, tutti noi dovremmo fare tutto quello che possiamo per provare ad aiutare il prossimo. Se ci sono persone a cui volete bene, che lo sappiano, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Basta credere che le parole siano sempre superflue nei rapporti. Se accompagnate da gesti che lo dimostrano, sono quanto di più bello possa esistere. Sentirsi dire 'ti amo' o 'ti voglio bene', oppure ancora 'per me sei importante', se è qualcosa che si pensa, è meraviglioso. Basta tenere tutto dentro, basta trattenere il fiato, basta credere di riuscire a resistere e tenersi le lacrime. Anche per poco, anche per un solo gesto, se sentite di farlo, piangete. Liberate tutta la vostra rabbia e la vostra frustrazione, prima che esse esplodano tutte in una volta, prima che travolgano voi e tutti coloro che vi stanno accanto.
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Lost Souls | H.S.
Fanfiction«Ci sono persone a cui la morte concede un'altra possibilità.» Jane Dawson ha sofferto molto più in diciassette anni di quanto la maggior parte delle persone faccia in una vita. Il fratello è morto in un misterioso incidente, la madre ha abbandonato...