Christina Novelli, Concrete Angel
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Percorro a passo spedito la strada deserta che costeggia il bosco, fino a raggiungere il punto da cui sono solita entrare. Probabilmente a un certo punto inizio a correre, ma non me ne rendo conto, la mia mente è fissa su quella sorta di allucinazione, o visione, non so neanche come definirla. Fatto sta che essa non fa che ripetersi ancora e ancora nella mia testa.
Non appena mi inoltro nel bosco, mi dirigo senza pensarci al ruscello, sperando che Harry sia lì.
So che potrebbe prendermi per pazza, e non lo biasimerei. Se i ruoli fossero invertiti probabilmente farei lo stesso, ma era tutto così reale. E poi quel nome, che continua a comparire, è questo quello che più mi ha scosso.
Elizabeth.
Quando finalmente raggiungo il ruscello, rimango delusa dal trovarlo deserto.
Muovo alcuni passi incerti, avvicinandomi al piccolo corso di acqua limpida, sperando almeno di riuscire a distrarmi nel modo in cui questo luogo è solito riuscire a farmi fare, ma con scarsi risultati.
Al contrario, tutto questo silenzio non fa altro che aumentare il mio nervosismo, perché dà modo alla mia mente di riprodurre senza sosta quella dannata visione, senza scappatoie o distrazioni.
Quando dopo un po' inizio a sentire delle voci e dei passi avvicinarsi, riconosco immediatamente quella di Harry, e senza pensarci due volte decido di andargli incontro.
Quando a separarmi da lui sono ormai pochi metri, alzo finalmente lo sguardo.
È con una ragazza di bassa statura, dai lineamenti delicati e con la pelle pallida. Il viso grazioso è incorniciato da una cascata di capelli biondi e gli occhi chiari mi fissano interdetti. Riconosco la ragazza della festa di qualche giorno fa, Grace.
Rimango totalmente paralizzata. Questa non me l'aspettavo.
"Io... mi dispiace" mormoro, non sapendo neanche per cosa mi stia scusando.
Nel modo più infantile possibile, mi volto e cammino a passo svelto per mettere più distanza possibile fra me e loro, iniziando a correre quando credo di essere fuori dal loro campo visivo.
Non so bene dove andare, dato che l'unico luogo di questo bosco che non mi mette i brividi e che conosco è il ruscello - che però al momento è occupato - perciò decido di fermarmi prima che la corsa riesca ad affaticarmi più di tanto.
Lascio che la mia schiena aderisca alla superficie ruvida e umida del robusto tronco alle mie spalle, e mi concedo di chiudere gli occhi per un momento.
E allora mi torna alla mente l'ultima volta che mi sono trovata in una situazione simile con Harry, con me che scappo stupidamente da lui.
Quella prima volta che mi ero trovata nel bosco, quando l'estrema somiglianza fra una vecchia foto e un ragazzo in carne e ossa mi ha offuscato la ragione, spingendomi a scappare proprio come ora.
E adesso, ancora una volta mi sono lasciata guidare dal mio istinto inaffidabile, e mi chiedo per quale ragione io abbia avuto una reazione simile.
Che cosa mi aspettavo da lui, di trovarlo tutto solo ad aspettarmi come è successo poche volte e molto probabilmente per puro caso?
Immagino che semplicemente non me lo aspettassi. Sentivo soltanto il bisogno di liberarmi di un peso condividendo con qualcuno quello che dev'essere nient'altro che uno scherzo di cattivo gusto della mia mente contorta.
Alcuni passi alle mie spalle mi riportano lentamente alla realtà e, quando mi volto, mi trovo davanti l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere al momento. Dopo Grace, naturalmente.
Uno strano senso di delusione tenta di affiorare nella mia mente, ma lo soffoco immediatamente.
"Niall?" mormoro incerta.
"Stai bene?" esordisce lui, avvicinandosi.
"Non lo so" ammetto sinceramente.
La mia testa in questo momento è un totale disastro, come una manciata di filo intricato, e non saprei neanche spiegare il perché.
Immagino sia un po' tutto l'insieme, tutte le strane informazioni che sto apprendendo, e le assillanti domande senza risposta, che riguardano un insieme che continua a sfuggirmi. È come se vedessi più dettagli di uno stesso quadro, ma, per quanto mi sforzi, non riesco a risalire all'immagine d'insieme.
"Cosa succede?" domanda lui cauto, facendo qualche passo verso di me.
E non so se è per il tono della sua voce, un po' meno profonda di quella di Harry, ma estremamente tranquillizzante, o per il modo conprensivo in cui mi guarda con quei suoi occhioni azzurri, come a dirmi che qualunque cosa io voglia digli lui sarà in grado di capire, fatto sta che alla fine cedo e decido di parlargliene.
Gli descrivo la mia visione, aggiungendo quanti più dettagli riesco a ricordare, e tenendo per ultima quella che considero l'informazione più importante.
"Mi chiamava Elizabeth" concludo cauta, e a questo punto la sua espressione cambia di colpo e si fa più cupa.
Dopo averlo detto ad alta voce mi sento più leggera, anche se la paura che non mi creda o che mi consideri pazza è ancora in agguato nella mia mente.
Non dico nulla, dandogli il tempo di elaborare tutto quello che gli ho detto, in attesa di una sua reazione.
Questa impiega alcuni minuti per arrivare, come se stesse pensando o cercando di ricollegare a qualcos'altro quello che gli ho detto, per poi elaborare con attenzione una risposta da darmi.
Nel frattempo, gli unici suoni che si sentono nel bosco silenzioso sono il mio respiro e un debole vento che fruscia fra i rami degli alberi, scuotendo debolmente le foglie rigogliose.
Poi, Niall cerca improvvisamente il mio sguardo, e vorrei davvero sapere a cosa sta pensando, perché sembra che si tratti di qualcosa di importante.
"Dove hai detto che vi trovavate, tu... Elizabeth ed Harry?" chiede, come per avere conferma di aver capito bene.
"Credo che fosse una sala da ballo" dico, con una punta di incertezza nella voce.
"C'erano delle porte, con una testa di leone su ogni anta" aggiungo poi ricordandomene. "E c'era un sacco di luce, tutto era luminoso e... erano d'oro, i leoni scolpiti sulle porte."
Lui annuisce appena con il capo, e si inumidisce le labbra, passandoci nervosamente la lingua sopra.
"Perché?" chiedo poi, attirando il suo sguardo su di me. "Lo conosci? Esiste?"
Per un momento, mi sembra colto alla sprovvista dalla mia domanda, come se non sapesse che cosa rispondermi, ma si ricompone subito, e comunque non ha il tempo di aggiungere altro.
Alcuni passi rapidi interrompono la nostra conversazione, seguiti dal mio nome pronunciato da una voce che ormai conosco bene.
Harry.
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Lost Souls | H.S.
Fanfiction«Ci sono persone a cui la morte concede un'altra possibilità.» Jane Dawson ha sofferto molto più in diciassette anni di quanto la maggior parte delle persone faccia in una vita. Il fratello è morto in un misterioso incidente, la madre ha abbandonato...