Capitolo sette

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Lauren pov

Dopo che Camila lasciò la stanza, calò il silenzio.
Dinah imprecò più volte, maledicendosi per aver sparlato più del dovuto.
Ally e Normani cercarono di consolarla, ma lei continuava a ripetere che non avrebbe dovuto farsi sfuggire tanta imprudenza.

«Perché?» Mi intromisi nel discorso, mantenendo lo sguardo fisso davanti a me «Hai solo detto la verità. Non ti devi sentire in colpa.» Con tono piatto e freddo la scagionai.

«Lo so Lauren.» Disse lei un po' infastidita. Con la coda dell'occhio notai i loro sguardi posarsi su di me
«Ma mi sembra evidente che Camila è ancora innamorata di te.»

Al suono di quelle parole virai subitamente la testa verso di lei. Udire tanta convinzione nella sua voce fu come respirare un refolo di vento primaverile dopo un inverno freddo.

Mi costrinsi a dissimulare le emozioni, lasciai che la vocina dentro di me avesse la meglio.

Aggrottai le sopracciglia e scossi la testa, aggiungendo a bassa voce.
«Non lo è mai stata.»

Era la Lauren ferita a parlare.
Quella piena di graffi e crepature, quella che non si era mai dedicata a qualcuno e la prima volta che aveva osato farlo ne era rimasta scottata.

Con Lucy avevo la certezza che non mi avrebbe mai fatto del male, ma anzi forse sarei stata io a ferirla prima o poi. Lei era quasi ossessionata da me, dal nostro rapporto per permettersi di rovinarlo... Era questo l'amore?
Perché era talmente diverso da quello che mi aveva donato Camila che non riuscivo a distinguerli.

«Oddio Lauren.» Mi riprese acidamente Dinah, alzandosi dal divano e mettendosi a camminare avanti e indietro per il corridoio
«Certo che era innamorata di te. Lo è. Sei l'unica che non lo vede.» Ringhiò arrabbiata, ma controllando il tono di voce per non svegliare la cubana nascosta nella sua cuccetta.

«Se fosse stata innamorata di me non mi avrebbe tradita.» Scattai in piedi, puntandole il dito contro come per confutare la sua teoria.

«Dannazione, certo che ti ha tradita.» Sbuffò sarcastica, come se desse per scontato un atto riprovevole come quello, o forse sapeva qualcosa della quale io non ero a conoscenza...

«Quando ti ha chiesto di uscire allo scoperto tu le hai detto di no.» Rimbeccò seccata, avvicinandosi pericolosamente a me.

Sentii il sangue ribollire nelle vene. Avanzai un passo, puntai le unghie nel palmo della mano mentre scuotevo l'indice nella sua direzione.

«Questo non è vero. È stato il management a volerlo e lo sappiamo tutti.» Digrignai i denti, enfatizzando il concetto con un'eccessiva instabilità nella voce.

«Il management, certo.» Sorrise sardonica, portando le braccia conserte «Camila se ne fregava delle loro direttive, avrebbe fatto di tutto per stare con te davanti a tutti, ma tu firmasti quel fottuto contratto. Per l'amor di Dio!» Voltò le spalle e camminò verso la finestra, smaltendo la rabbia nella sua marcia impettita.

«Lo voleva anche lei.» Aggiunsi, stavolta però con voce più fievole, leggermente incrinata.

Camila lo voleva no? Aveva inseguito il suo sogno così a lungo che non era disposta a rinunciarvici per me... vero?

«No, invece. Non lo voleva.» Dichiarò Dinah, girando solo parzialmente la testa verso di me.

Deglutii.
Avevo firmato quel contratto perché ero sicura che fosse quello che voleva Camila, pensavo che la nostra relazione fosse solo d'intralcio nella sua ascesa.
Pensavo che lei non mi amasse a tal punto da buttare via anni di carriera per mesi di un rapporto trascorso tra pochi alti e tanti bassi.

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