Capitolo quarantaquattro

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Lauren pov

«Lucy, non dire stronzate!» Imprecai, additandola minacciosamente.

«Non sto scherzando Lauren. Divulgherò la notizia se ti azzardi a lasciarmi.» Rimbeccò con altrettanto tono di sfida.

Non si scompose nemmeno, la mia rabbia, la mia frustrazione, la delusione nello scoprire che per tre anni anch'io avevo vissuto accanto ad una persona che non era chi credevo fosse, niente di tutto questo la turbò minimamente. Rimase impassibile, imperscrutabile, probabilmente motivata da un unico sentimento che sopraffaceva i miei: il riscatto.

«Non puoi farci questo. Non puoi farmi questo.» Urlai, non trovando altro modo per far uscire quel turbine di emozioni che piroettavano dentro me «Tu che hai sempre sostenuto di essere innamorata di me, davvero ti abbasseresti a tanto?» Domandai con una punta di sarcasmo celata nel mio sorriso sornione.

«Lo capisci che se tu mi lasciassi tutte quelle voci che giravano in giro sarebbero confermate? Tutte quelle persone che speravano soltanto di vederci lontane sarebbero compiaciute. Io per i media, per i social, per il mondo, diventerei uno zimbello. La bambola che Lauren ha usato finché Camila non è tornata nella band.» Citò l'ultima frase come se stesse leggendo l'articolo di un giornale e subito dopo scosse la testa con convinzione «Non ti permetterò di infangare anche la mia reputazione.» Ringhiò a denti stretti, l'unica volta che lasciò intravedere in parte le emozioni, poi tornò ad essere insondabile.

Sapeva di comandare il gioco, sapeva che non potevo permettere che la notizia di me e Camila trapelasse, sapeva che se i media ne fossero venuti a conoscenza la band avrebbe perso molti fan e probabilmente questo avrebbe decretato la fine delle carriere di tutte noi.
Ecco cosa succede quando ci si innamora in un ambiente in cui è proibito essere chi sei veramente. Firma un contratto. Attieniti alle clausole.

«Lucy, questo non ha niente a che vedere con te.» Respirai profondamente, cercando di mantenere i nervi saldi, cosa che mi risultava davvero difficile «Le coppie si lasciano, è così. Capita.» Scrollai le spalle con disinvoltura, ma la mia placidità non bastò a mettere a freno la nefandezza dei suoi piani.

«Certo, ma non credi che la gente si insospettirebbe se noi ci lasciassimo proprio adesso? Dopo tre anni, decidiamo di chiudere proprio quando torna Camila.» Sbuffò ironica, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi «Questo non sarebbe un bene per te, tantomeno per me.»

«Ma per favore!» Alzai le mani al cielo, invocando silenziosamente aiuti «Le persone non faranno caso a questa coincidenza.»

«Sul serio? Sei seria!?» Rise, spostando una ciocca di capelli ricaduta sul volto nel piegarsi in avanti «Le persone non aspettano altro che queste coincidenze. Si accorgono di dettagli ai quali noi non faremo mai caso. Pensi davvero che non riusciranno a capire il vero motivo della nostra rottura? Pensi che non mi etichetteranno come la-ragazza-di-passaggio?» Scosse la testa, senza però dissipare il sorrisetto che le incorniciava le labbra screpolate dal vento torrido.

«Nel nostro ambiente ci etichettano sempre, avresti dovuto pensarci prima di entrare in questo mondo. Se non sai accettare le critiche, allora non puoi farne parte perché sono le cattive impressioni quelle che riceviamo quotidianamente.» Precisai, ricordando quanti messaggi insultanti avevo ricevuto quando avevo fatto coming-out.

Certo, c'erano anche quelli positivi, quelli spediti da parte dei sostenitori e io mi concentrai su quelli, ma lessi anche quelli negativi e sapevo che ci sarebbero stati, ma ero pronta a correre il rischio. In questo ambiente ci sono sempre persone che ti aggrediscono, che ti screditano, ma questo accade in tutto il mondo, bisogna saper apprezzare i complimenti e lasciarsi scivolare addosso le critiche. Un personaggio come Lucy Vives questo doveva saperlo e accettarlo.

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