Capitolo nove

4.6K 257 95
                                    

Camila pov

Dinah mi aveva detto che Lauren aveva invitato Lucy a passare il weekend con noi.
Avevo ostentato freddezza, non avevo permesso che le emozioni si mostrassero sul mio volto ed ero stata abile a nascondermi sotto un sorriso tirato accompagnato da un vago cenno della testa, ma dentro stavo urlando.

Era già abbastanza difficile stare attorno a Lauren senza potermi avvicinare, non potevo immaginare come mi sarei sentita a vederla avvinghiata ad un'altra persona, a sapere che avrebbero dormito insieme, che Lucy avrebbe riposato nel letto dice avevamo fatto l'amore per la prima volta.

Era un'atrocità, qualcuno doveva impedirla. Non poteva distendersi sul materasso dove Lauren aveva sussurrato di amarmi, dove le sue mani avevano scoperto il mio corpo, dove avevamo inciso, con un mazzo di chiavi, le nostre lettere sulla parete in legno.

Qualcuno lo fermi. Non permettetelo. Pregavo dentro di me, ma ero incapace di dare voce a quei pensieri e infondo che diritto ne avevo?

Sapevo che Lauren un giorno si sarebbe innamorata di nuovo, ma non credevo che io sarei stata ancora innamorata di lei.

La sua ragazza non si era solo presa ciò che avevo di più caro, ma stava anche per profanare un luogo impregnato di ricordi che testimoniavano il nostro amore.
La sua presenza l'avrebbe sminuito, ridicolizzato quasi.
Non potevo credere che Lauren glielo avrebbe permesso.
Mi sentivo come un condannato a morte: non c'era niente che potesse fare.

«Lucy arriverà fra qualche ora. Vi dispiace rimettere a posto le vostre mutande? Grazie.» Suonò ironica Lauren, ma allo stesso tempo apprensiva.
Ci teneva a fare bella figura con la ragazza che stava per invadere i nostri spazi. I miei spazi.

«È già venuta spesso a trovarci. Lo sa che lasciamo il nostro intimo a giro.» La riprese Ally, immergendo un biscotto nel latte caldo.

«Rilassati Lauren.» Le sorrise Normani, accarezzando il suo braccio con tocco confortante.

La corvina sembrava più agitata del solito, non ero sicura di come si atteggiasse usualmente durante i preparativi in attesa di Lucy, ma dagli sguardi confusi che le rivolgevano le altre compagne pareva che non avesse mai mostrato tanta preoccupazione.
Finii col credere che fosse colpa mia.

Forse Lauren era in agitazione perché sapeva che stavolta ci sarei stata anch'io durante la visita abitudinaria della sua ragazza, e la mia presenza la innervosiva. O forse ci teneva a far apparire tutto al meglio per provarmi che era felice con lei, o per convincere se stessa che poteva esserlo senza di me?

Lucy arrivò attorno a mezzogiorno.
Era indiscutibilmente una bella ragazza, anche molto gentile e simpatica.
La odiavo per la perfezione immacolata che la contraddistingueva.
Io ero goffa, introversa, per niente brava a far battute. Tutto il contrario della ragazza che ora sedeva nella nostra cucina.

«Camila, ho sentito parlare molto di te.» Esordì Lucy, risvegliandomi dai miei pensieri.

Istintivamente cercai lo sguardo di Lauren, mi domandai se le avesse mai parlato di me, della nostra storia, o se le informazioni che conosceva sul mio conto erano quelle che divulgavano i giornalisti.

«Ah si? Pensa io non ho mai sentito parlare di te.» La mia voce risultò più acida di quanto volessi.

Farfugliai qualcosa di incomprensibile, tentai di rimediare al mio errore in maniera del tutto fallace.
«Cioè voglio dire... Non, non ho mai letto niente di male sul... sul tuo conto. Insomma sei praticamente perfetta. Non avrei potuto leggere niente... sul tuo conto.» Balbettai, sospirando infine esasperata per la brutta situazione nella quale mi ero cacciata.

Go back in timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora