Capitolo quattordici

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Camila pov

Erano passati cinque giorni da quando ero tornata a Miami.
La mia famiglia mi aveva accolto a braccia aperte, non solo perché non ci vedevamo da tempo, ma anche perché presto sarebbe iniziato il tour e non avremmo avuto molti contatti.
Sofia era entusiasta di poter passare qualche giorno con me, ed io pure.
Mia sorella era una parte fondamentale della mia vita, la sua nascita mi aveva aiutata a maturare molto: avevo capito cosa significasse prendersi cura di qualcuno.

Nei quattro giorni precedenti avevo gironzolato per casa senza uno scopo preciso. Mi alzavo da letto per andare a fare colazione sul divano, poi infilavo le cuffiette nelle orecchie e tornavo a letto. Non mi toglievo neanche il pigiama.
Poi Sofia mi aveva pregata di accompagnarla a scuola, dicendo che tutte le sue amiche sarebbero impazzite.
Non le negai questo privilegio, ma quando entrammo in macchina capii che mi aveva trascinata fuori casa per un altro motivo.

«Come va con le ragazze?» Incalzò, fingendosi del tutto disinteressata, cosa che non le riusciva affatto bene.
Forse perché era mia sorella, forse perché l'avevo vista crescere, forse perché mi assomigliava troppo in certi toni, ma conoscevo a memoria ogni suo sotterfugio e quello lo era di sicuro.

«Bene. Stiamo bene.» Scrollai le spalle, abbassando lo specchietto sopra la mia testa per schermare il sole.

«Uhm...» Mugolò poco convinta, lanciandomi un'occhiata furtiva «Con tutte le ragazze?» Enfatizzò la parola, come se non volesse arrivare dritta al punto, ma cercasse di aggirarlo con furbizia.

«Lo sai Sofi, se vuoi sapere una cosa dovresti soltanto chiedermela.» Dissi, offrendole un vago sorriso che la fece sbuffare per la rapidità con la quale avevo scoperto il suo secondo fine.

Ovviamente Sofia sapeva della storia con Lauren. Non mi vergognavo ad essere chi ero e se il Mondo non poteva saperlo, allora volevo che almeno la mia famiglia ne fosse a conoscenza.
Mia sorella era sempre stata molto legata a Lauren, avevano un bel rapporto e quando la ragazza aveva fatto coming out insieme a Lucy, Sofi non tardò a chiamarmi.
Non sapeva quello che era successo fra di noi in quei mesi, ma mi sentii come obbligata a dirle la verità.
Le raccontai tutto.
Era molto piccola a quei tempi, ma mi sentivo libera di poterne parlare con lei e anche se non poteva darmi consigli, o comprendere appieno la situazione, mi fu utile discuterne con mia sorella.

«Voglio sapere come sta Lauren.» Disse senza troppi preamboli.

Mi schiarii la voce, mentre mi immettevo nella strada principale. Parlare di lei non era facile, non sapevo neanche come iniziare il discorso.

«Bene.» Mi limitai a rispondere, fissando la strada davanti a me per non incontrare lo sguardo poco convinto di Sofia.

«E voi come state?» Mormorò un po' indecisa, come se non fosse sicura che quella domanda fosse consona al momento ma la sua curiosità scalpitava per sapere.

«Temo non ci sia nessun noi.» Risposi mantenendomi vaga.

Inspirai profondamente, restituendo aria ai polmoni che l'avevano persa del tutto durante quella confessione.
Sapevo che Lauren era fidanzata, che era andata avanti, ma ammetterlo mi provocava sempre un senso di asfissia.

«Cazzo.» Imprecò.

«Ehi! Da quando dici le parolacce?» Mi voltai verso di lei sconcertata.
Era la prima volta in assoluto che la sentivo pronunciare una parolaccia e anche se può sembrare una cosa da poco non lo era per me.

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