Capitolo trentatrè - Parte uno

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Camila pov

Avevo preso l'aero durante la notte e ora avevo raggiunto le spiaggia della California.
Ally sarebbe arrivata più o meno fra qualche ora, quindi, mentre l'aspettavo, mi recai alla stanza d'albergo che Val aveva pagato. Estremamente generoso da parte sua.

Non avevo conosciuto bene questo tanto odiato Val. Sapevo che alle ragazze non piaceva per come si era comportato con Normani e allora, per solidarietà femminile, lo disprezzavo pure io, ma in realtà non sapevo minimamente che persona fosse e probabilmente, se non avesse ferito una delle mie più care amiche, avrebbe anche potuto piacermi.

Raggiunsi l'hotel a piedi, camminando per le vie soleggiate della città, attorniata da persone in skateboard, circondata da caschetti colorati, campanelli di biciclette e urla gioiose provenienti dalla spiaggia.

No, Chelsea non era con me. Il lavoro in Italia l'aveva tenuta più impegnata del previsto e non era riuscita a tornare in tempo. Non ero contenta di dover dipanare la situazione da sola, senza poter poggiare su un appiglio qual era la donna.

Alzai lo sguardo al cielo, alcuni aquiloni volavano spensierati nell'immenso azzurro, scuotevano le loro code la vento e il sole illuminava i colori sgargianti di codesti.

Per un istante, in quel volteggiare libero, trovai il coraggio di sorridere.

Avevo intenzione di fare qualcosa, di riprendermi Lauren o almeno di poter dire di averci provato.
Non sapevo bene come avrei fatto, non avevo programmato niente e speravo in un colpo fortunato del destino, ma non avevo tenuto di conto una cosa: Lucy.

Ci sarebbe stata anche lei e sicuramente la sua presenza non facilitava le cose, ma non avevo intenzione di arrendermi. Sapete come si dice, no? La vita è una corsa ad ostacoli, se cadi rialzati e continua a correre... Insomma quelle stronzate lì.

Arrivai all'hotel, mi diressi alla reception, presi le chiavi della mia stanza e mi rifugiai dentro la camera per due ore infinite. Riposi le poche cose che avevo portato, scelsi il vestito che avrei indossato per la cerimonia.
Inizialmente avevo optato per un abito nero, lungo fino alle caviglie, per niente attillato.
Poi avevo cambiato idea e ora sfoggiavo un abito cremisi, lungo fin sopra il ginocchio, decisamente attillato. La scollatura a cuore lasciava scoperto parte del mio petto, imperlai quello spazio con una spruzzata di profumo.
I capelli gli lasciai al naturale; un po' ondulati, ricadenti sulle spalle.

Non sapevo se Val avesse prenotato lo stesso albergo per tutte noi, oppure si era addirittura preso la briga di ordinarci diversi hotel a seconda di dove sarebbe atterrato il nostro volo.
Fu Ally a chiarire questo punto.

Arrivò intorno alle undici della mattina, si vestì a velocità fulminea, schizzando da una parte all'altra della stanza in cerca di tutto l'occorrente per truccarsi, pettinarsi, depilarsi.

«Dinah, Lauren e Lucy staranno in un hotel a pochi chilometri dal nostro. Normani, invece, ha voluto prenotare per conto suo ed è riuscita a trovare solo una camera più vicina al centro per lei e Justin.» Passò la spazzola lungo i capelli biondi, poi la gettò sul letto e mi indicò i tacchi lasciati sgarbatamente sul pavimento. Glieli passai.

«Seul?» Chiesi, ricordandomi solo adesso del ragazzo che avrebbe dovuto accompagnare Ally al matrimonio.

«È andato a noleggiare la macchina per raggiungere la location. Gli altri faranno lo stesso. » Si stava lavando i denti adesso e la sua voce usciva un po' impastata per colpa del dentifricio.

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