Capitolo trentasei - Parte quattro

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Camila pov

Le sue mani esploravano la mia pelle ora esposta. Le sue labbra succhiavano, mordevano, baciavano il mio collo scendendo sempre più in basso verso il centro dei seni.
Percepii la bocca premere su quel punto esatto, senza però sfiorare i miei capezzoli già eretti e bisognosi di attenzioni.
Volevo sentire le sue labbra chiudersi attorno ai miei bottoncini, la sua lingua passare su di essi lentamente, fino ad assumere un ritmo più insistente.

Affondai le dita nei suoi capelli che si disperavano in parte sul mio addome, solleticavano la mia pancia sensibile al tocco delle ciocche corvine.
Lasciai cadere la testa all'indietro, affondandola nel cuscino quando con una mano entrò sotto il mio reggiseno e graffiò dolcemente il mio seno, soffocando i gemiti rinchiusi nella mia gola.

Le sue dita giocarono con il mio capezzolo turgido e mentre il mio corpo veniva scosso in un fremito accrescente, sentivo dei sospiri pesante lasciare le sue labbra, come se il piacere che stesse dando a me lo procurasse anche a se stessa.

Impressi i polpastrelli nel suo cuoio capelluto, inarcai la schiena e tacitamente la pregai di sfilarmi l'indumento divenuto opprimente.
Con una mano raggiunse il retro della mia schiena, fece scivolare le dita lungo la mia spina dorsale, portandomi ad inarcare maggiormente la schiena, al che le sue labbra furono premute contro l'incavo del mio collo e la sua mano sfibbiò abilmente il gancio di plastica.

Mentre sfilava il reggiseno nero facendolo scivolare lungo le mie braccia, addentò gentilmente la pelle dove ora le sue labbra erano posate. Mi sfuggii un gemito che scavò ulteriormente la sua voluttà. Con la lingua lambì la pelle che fino ad ora aveva mordicchiato, lasciando un rossore evidente che non fece altro che accrescere il mio desiderio.

Quando il mio petto fu nudo davanti a lei, anche nella luce fioca della stanza vidi la cupidigia baluginare nei suoi occhi verdi, accenderli come fuochi d'artificio.
Succhiò prima un capezzolo, poi l'altro, dedicando uguali attenzioni ad entrambi i miei seni. Ogni volta che i suoi denti mordevano audacemente, ed inaspettatamente, i miei bottoncini mi ritrovavo a graffiare la sua schiena, sentivo tutta l'aria fuoriuscire dai miei polmoni.

La volevo sentire, volevo che i ricordi si amalgamassero con il presente, facendo tutt'uno cosicché non saremo più riuscite a distinguere il passato da quell'esatto momento, cosicché gli anni separati diventassero infinitesimali.

Alzò lo sguardo su di me, mentre scendeva lungo il mio corpo lasciando una scia di baci sulla pelle. Guardarla mentre si avvicinava alla mia intimità mi fece perdere il controllo. Spinsi disperatamente il bacino verso l'alto, il quale si scontrò con le sue labbra distanziate di pochi centimetri dalla mia pelle.

Un sorriso affiorò sul suo volto, con molta gentilezza passò le sue mani calde sul mio interno coscia, si soffermò sull'inguine sul quale fece più pressione per divaricare le mie gambe e la sua testa sprofondò in mezzo ad esse.

Lasciò un bacio sopra le mutandine, un'azione che mi costrinse a mordermi il labbro inferiore per non gemere pietosamente. Lentamente sfilò anche l'ultimo indumento che ci sperava dall'essere completamente a nudo l'una sull'altra.

Soffiò sulla mia pelle ora senza veli davanti ai suoi occhi lussuriosi, fece scivolare due dita sulle mie grandi labbra e un sorriso compiaciuto nacque sul suo volto quando si accorse di quanto bagnata fossi.

Si abbassò su di me, mi lanciò un'occhiata fugace prima di catturare il mio clitoride con la punta della sua lingua. Rimasi a guardarla, immersa nelle mie gambe. Quella visione quasi mi portò al culmine, per questo voltai lo sguardo dall'altra parte.
Non volevo che quella notte finisse, non così presto.

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