Capitolo quarantasei

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Camila pov

«Lauren ti prego, basta.» Sussurrai, baciandole la fronte e contemporaneamente staccando delle ciocche che si erano incollate, con le lacrime, alle sue guance imporporate.

«Dimmi cosa è successo.» Afferrai il suo volto fra le mie mani e fissai il mio sguardo nel suo.
I suoi smeraldi erano appannati da uno strato di lacrime che irroravano anche il suo volto, traversando le infossature del naso, solcando le sue labbra e terminando sulla punta del mento.

«Dimmi che posso rimediare.» Supplicai, avvertendo immediatamente una sensazione di impotenza. Qualunque cosa le fosse successa, magari potevo guarirla.

Ti prego implorai mentalmente ti prego fa che possa curarla.

Lauren scosse la testa, singhiozzando. Inverse nuovamente la fronte dentro la mia maglietta imbevuta delle sue lacrime. Avvinghiai le braccia alla sua nuca, stringendola più forte a me. Posai un bacio sulla capigliatura e subito dopo le sue mani cercarono appiglio alle mie spalle, puntellando le unghie dentro la mia carne.

«Per favore perdonami, perdonami...» Boccheggiò. La sua voce risultò ovattata, non solo per il pianto che la soffocava, ma anche perché le sue labbra erano premute contro il mio letto.

Riuscii ad udire le sue parole solo perché continuamente ripetute e per giunta in maniera implorante.

«Lauren.» Tentai di richiamarla, di interrompere quella fiumana di pensieri nefasti.

«Non mi lasciare, okay?» Alzò istintivamente il mento, incontrando il mio sguardo. Ansimava pesantemente, i singhiozzi ancora scuotevano il suo petto e le mani ancora ghermivano le mie spalle. Ebbi un tuffo al cuore nel vederla così vulnerabile.

«Tu.. tu non mi lascerai vero?» Si passò il dorso della mano sotto al naso, togliendo il muco.

«Lauren, non ti lascerei per nessun motivo al mondo.» La rassicurai sorridendo. Mi abbassai e catturai gentilmente le sue labbra  fra le mie, assaporando subitamente il sapore saltato delle sue lacrime che ora, riverberatavisi sulla mia epidermide, sembrava più dolce di quando scorreva lungo il suo viso.

Lauren all'inizio lasciò la baciassi dolcemente, castamente, ma qualche attimo dopo spinse con forza le labbra contro le mie, in un bacio disperato. Nessuna delle due schiuse la bocca per approfondire il contatto, perché quello scontro tramandò l'abbattimento che smuoveva il suo animo e trasformarlo in un bacio più esigente sarebbe stata solo efferatezza.

Sentii le sue ferite aprirsi sulla mia pelle, collimare con le sue stesse cicatrici. Stavo risucchiando via il suo dolore, lo stavo assorbendo come una spugna.
Con i pollici accarezzai le sue guance, strette fra i miei palmi e allo stesso modo le liberai dalle impurità quali erano le lacrime.

Lauren affondò le mani nei miei capelli, stringendo qualche ciocca fra le sue dita. Avvertii i suoi polpastrelli improntarsi contro la mia nuca con tale necessità da togliere il fiato. Mentre mi baciava, il suo respiro si fece di nuovo smorzato e pesante. Percepii una goccia salata intromettersi fra di noi e in sospiri mozzati, a fior di labbra, Lauren sussurrando ripeté «Non mi lasciare.»

Guardai il foglio bianco, poi la penna e di nuovo il foglio. Che cosa scrivere? Che parole usare? Come spiegare qualcosa che nemmeno io sapevo comprendere appieno?

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