Capitolo sessantuno

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Lauren pov

«Non avevo mai visto questa foto!» Dissi a bocca aperta, scrutando la piccola sorridente Camila immortalata nella pellicola patinata, che la raffigurava in un completino da pulcino all'età di circa cinque anni.

«Già! Mamma dice che muoveva la coda con così tanta fierezza che sbaragliò la concorrenza, garantendosi il primo premio.» Raccontò Sofia, guardando la foto con gli stessi occhi di chi avrebbe voluto tornare indietro nel tempo per poter assistere a quella scena memorabile.

«Perché c'era anche un concorso?» Chiesi allibita, scostando un attimo la fotografia per farle notare l'evidente sorpresa dipenda appositamente nella mia espressione.

«Oh sì!» Annuì con gli occhi spallati, incidendosi un sorriso malizioso sul volto.

«Non mi dire..» Bisbigliai attonita, riportando l'attenzione sulla foto. Sofia ridacchiò, probabilmente felice di essere stata la prima ad aver avuto l'onore di mostrarmi quella foto alquanto imbarazzante.

Era così tenera. Le guance paffute erano ben visibili, mentre sulla fronte ricadeva il becco del pennuto nascondendole anche lo sguardo, ma il sorriso sul suo volto era incomparabile. Il sedere del pulcino era sproporzionatamente grande per lei, se avesse avuto qualche anno in più le sarebbe calzato alla perfezione... Dei coriandoli svolazzavano sul sottofondo opaco, e nella manina brandiva una bacchetta magica, che forse le aveva regalato Sinu per conformarla, anche se minimamente, a tutte le altre bambine che avevano optato per un vestito da principessa. Si vedeva, però, che a Camila quella bacchetta non piaceva affatto.

«Che state facendo?» Domandò la corvina sbucando all'improvviso dalla porta.

Io e Sofia alzammo lo sguardo contemporaneamente, poi lo riabbassammo sulla fotografia e anche se cercammo di frenare l'istinto di ridere, fu più forte di noi. Camila aggrottò le sopracciglia confusa, portò le mani sui fianchi e ci squadrò con la sua aria inquisitoria che, al contrario di quanto pensava, non le conferiva affatto un'aria autoritaria ma bensì avvalorava la sua espressione goffa e adorabile.

«Devo dire che..» Mi ricomposi, lasciando uscire un ultima risata in uno sbuffo «Il giallo ti dona.» Girai la fotografia, mettendola al corrente del piccolo segreto del quale Sofia mi aveva piacevolmente reso partecipe.

Camila strabuzzò gli occhi, la mascella le cadde a terra e prima che si potesse riprendere dallo shock, corse verso di me, allungando la mano per afferrare la foto che ora tenevo ad una spanna d'altezza sopra la testa.

«Sofia! Come hai potuto fargliela vedere?» Domandò stizzita, ancora intenta a recuperare l'oggetto che mi assicuravo di mantenere al sicuro.

«Che c'è?! Preferivi che le mostrassi la foto del tuo culetto?» Rispose con tranquillità la bambina, ottenendo la mia completa attenzione.

«Voglio assolutamente vederla.» Sentenziai perentoria, ricevendo in cambio un gesto d'assenso da parte della sorella più piccola.

«Oh, ma per favore.» Sospirò Camila, facendo ciondolare le braccia lungo il busto. Una ciocca corvina le ricadde sulla guancia, lei si apprestò a toglierla, anche se percepii l'impulso di farlo io al posto suo, ma mi precedette.

«Come se non conoscessi a memoria il mio sedere.» Disse, lasciandomi talmente sconcertata da abbassare la guardia per un secondo, cosicché Camila riuscii a riprendersi la foto e la nascose frettolosamente nella tasca posteriore dei pantaloni.

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