Capitolo cinquantadue

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Lauren pov

Arrivai a New York che era già pomeriggio inoltrato. Il sole era alto in cielo e irrorava la mia pelle con tenacia. Avevo solo un paio di occhiali neri e un capello a schermarmi dai raggi roventi.

Avevo scritto a Camila dicendole che il viaggio era andato bene, che ero atterrata da qualche minuto e che mi stavo dirigendo all'auto. Le feci un grosso in bocca al lupo per la sua esibizione e, non senza essere investita dai sensi di colpa, entrai nella macchina posteggiata davanti all'aeroporto.

Avrei voluto essere con lei. Anzi, meglio, avrei dovuto essere con lei. Non eravamo fidanzate ufficialmente, anche se le ragazze sapevano di noi, non ci eravamo ancora etichettate e forse era più conveniente così, perché la nostra relazione peggiorava soltanto quando tessevamo un rapporto di coppia vero e proprio. Non che il nostro fosse un legame superficiale, ma proprio perché era il contrario facevamo attenzione ad addentrarci in un sentiero che avrebbe potuto dividerci.

Io comunque la consideravo la mia ragazza, o la cosa più vicina ad essa e in qualità di fidanzata sarei dovuta essere vicino a lei, non in una città lontana -che se prima adoravo adesso detestavo- ad empiere alle minacce di Lucy.

So che Camila aveva compreso, che lei avrebbe fatto lo stesso se fosse stata nella mia situazione, so anche che sapeva bene che stavo facendo tutto questo per non permettere all'insolenza di Lucy di smantellare il nostro rapporto, ma l'avevo notato. Nei suoi occhi, per un istante, un lasso di tempo talmente breve da sfidare la velocità delle lancette, la luce che rischiarava le sue iridi castane si era spenta.

Non l'avrebbe mai ammesso, per non ingigantire i miei sensi di colpa, ma io l'avevo catturato lo stesso perché ogni sua sfumatura, ogni suo dettaglio o particolare, erano come un libro aperto per me. Sapevo che la mia assenza aveva sfregiato qualcosa dentro di lei, nonostante avessi solo una scelta, nonostante Camila avesse capito, non poté evitare di essere ferita. Era una situazione ingarbugliata, un intrico di minacce mi segregava a rispettare le richieste di Lucy. Io non potevo dire di no, se non avessi voluto perdere la corvina.

Se si fosse venuto a sapere, se anche l'ombra di un minimo dubbio avesse sfiorato i fan e le voci fossero arrivate ai manager, il contratto di Camila sarebbe stato subito ritirato e così avrei perso anche la possibilità di stare con lei per i prossimi sette mesi. Io che avrei dato giorni interi della mia vita per avere solo un'ora con lei, non avrei mai permesso che me la portassero via.

Ecco perché, adesso, stavo camminando in mezzo alle strade affollate di New York, riprendendomi mentalmente che non avrei più vissuto in questa città. Avevo sempre amato la fisionomia dei grattacieli che svettavano imperiali nel cielo, sfidando il naturale azzurro con le loro cime artificiali, ma adesso vedevo solo degli edifici grigi ergersi sprezzanti davanti a me. Le persone che vi camminavano al di sotto, non avevano neanche il tempo per alzare lo sguardo e soffermarsi ad ammirare l'opera dell'uomo, perché erano tutti troppo impegnati a scrivere un messaggio, a scusarsi con il capo per il ritardo, a correre da una parte all'altra dalla strada o semplicemente avevano perso l'abitudine di restare estasiati proprio come me e non volgevano più lo sguardo al cielo perché ciò che avrebbero visto avrebbe portato solo sconforto in loro.

Le cose sono mutevoli, dobbiamo abituarci, dobbiamo accettare che niente restata immutato. Tutto gira, tutto cambia... Ora, puoi decidere di far parte di quel cambiamento, o farti trascinare dagli eventi come una foglia al vento. Io avevo deciso di mutare e questa forza me la stava dando Camila.

Come si fa a non amare una persona che ti incoraggia ogni giorno a non avere paura del tempo indomito?

Attraversai la strada, con la testa ancora pesante, ma il cuore più leggero. La mia valigia tagliò la strada a qualche ciclista che mi ingiuriò dietro. Maledetta metropoli!
Non potevi camminare sulle strisce senza beccarti un insulto. E fino ad allora non vi avevo mai prestato attenzione, ma adesso tutto, e ripeto tutto, di questa città mi dava sui nervi.
Cambiamento, trasmutazione, innovamento.

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