Lauren pov
«Non lo so Lucy.» Sbuffai seccata nella cornetta del telefono «Dobbiamo pensarci proprio adesso?» Piegai le dita verso il palmo della mano e controllai le unghie; sinceramente ero più interessata alla mia manicure (il che è tutto dire) che alla ricerca degli appartamenti.
«Quando sennò? Abbiamo già aspettato abbastanza.» Mi riprese, infastidita dalla mia apparente negligenza.
«Allora, Central Park o Manhattan?» Chiese per l'ennesima volta.
Penso che avrei vomitato se avessi sentito le alternative ancora una volta.«Uhm...» Feci finta di pensarci sul serio quando in realtà stavo solo prendendo tempo «Central Park, credo.» Risposi vagamente, non considerando seriamente l'opzione di comprare un appartamento in quella zona, ma scegliendo quella che mi aggradava di più fittiziamente.
«Dai Lauren! Sto facendo tutto io.» Si lamentò scocciata. Lanciai lo sguardo al cielo, con una spinta mi alzai dalla posizione supina in cui ero adagiata e mi sedetti a gambe incrociate sul letto.
«Scusami, sono molto stanca e... Non riesco a pensare al nostro progetto adesso.» Mi grattai nervosamente la nuca.
Stavo evitando l'argomento ancora una volta, lo so. Non avevo ancora deciso cosa fare dell'altro appartamento. Non riuscivo a sbarazzarmene, a metterlo in vendita ed ero consapevole che avrei dovuto farlo prima o poi, ma era come rinunciare ad un arto.
Quella piccola casa era una delle poche cose che mi erano rimaste di Camila.
Non potevo, capite? Non potevo.«D'accordo.» Sospirò sottomettendosi alla mia volontà come era consona fare «Sai forse ho sbagliato io. Sto affrettando le cose. Insomma... voglio dire abbiamo ancora un anno per pensarci, no? È che sono così emozionata all'idea di andare a vivere insieme.» Disse tutto d'un fiato, lasciandone poco a me.
«Già.» Mi obbligai a sorridere di modo che la mia risata potesse arrivarle, seppur fievole.
Tirai la tendina. Un raggio di sole mi colpì in pieno volto, al che mi venne spontaneo strizzare gli occhi per proteggermi.
Balzai giù dalla cuccetta, emettendo un suono contrariato per il contatto inaspettato con il pavimento freddo.«Oggi andiamo a registrare una nuova canzone. Ti richiamo appena ho un momento libero.» Controllai il corridoio, notando che stavano ancora dormendo tutte.
Mi avviai verso la cucina, dove trovai la caraffa del caffè, ormai raffreddata, poggiata sui fornelli. Girai la manopola per accendere la fiammella e riscaldare la caffeina della quale avevo costantemente bisogno.
«Va bene. Aspetto la tua chiamata allora. Buona giornata amore.» Deglutii faticosamente al suono di quella parola.
Farfugliai qualcosa che non riuscii a comprendere nemmeno io stessa, dopodiché mi diedi un attimo di tempo per comporre un discorso sensato e risposi.
«Buona giornata anche a te.» Poi attaccai rapidamente, lanciando lo smartphone sul divano vicino a me in una mossa repentina come se mi avesse appena scottato.
Progetti, futuro, idee, supposizioni e niente che mi riconducesse a quella vita che avevo tanto ambito. Niente che si collegasse con quegli occhi color cioccolato, niente che proliferasse quelle cellule oniriche.
Perché sembrava così dannatamente sbagliato? Perché scappavo sempre? Non solo da Camila, adesso anche da Lucy. Da chi ancora dovevo nascondermi?
Avrei vissuto la mia intera vita correndo via dalle avversità?
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Go back in time
FanfictionStoria Camren. Dopo tre anni dalla dipartita di Camila Cabello dal famoso gruppo delle Fifth Harmony, le viene proposto di essere parte del loro tour per un solo anno... Camila non si è lasciata alle spalle solo tre amiche che non sente più da tem...