Capitolo sedici

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Lauren pov

Mi svegliai con un tremendo mal di testa.
Avevo dormito si e no cinque ore il che era già un record, contado le ultime settimane, ma comunque non era abbastanza per recuperare le energie che avevo perso e a lungo andare il mio corpo iniziava a risentirne.

Versai il caffè in una tazza e lo sorseggiai comodamente seduta sul divano. Mentre con una mano sorreggevo l'oggetto, con l'altra premevo con insistenza contro la tempia cercando di attenuare la cefalea.

«Che brutta cera.» Suonò sarcastica Normani, venendo a sedersi accanto a me.

«Sì grazie, lo so.» Mormorai lentamente, provando dolore anche solo ad alzare un po' il volume della voce.
Piegai le ginocchia portandole vicino al petto e spinsi la fronte contro le gambe.
Maggiore era la pressione, meno dolore sentivo.

«Farai bene a stare a casa oggi, a riposarti.» Disse Mani, accarezzandomi gentilmente la schiena. Scossi subito la testa, poggiando la guancia contro il punto dove prima premevo la fronte per così voltarmi parzialmente verso di lei.

«Lucy è in città. Mi ha chiesto di vederci.» Ammisi con voce arrochita.

«Oh.» Il movimenti circolare della sua mano contro la mia schiena si fermò di colpo.
«Anche Val è in città e anche lui vuole che ci vediamo.» Disse, abbassando lo sguardo sulla tazza di caffè fumante che non avevo finito.

Normani aveva avuto una storia con Val, il quale era fidanzato ai tempi di Dancing with the stars così la loro relazione non durò se non per pochi mesi. Mani si era innamorata, ma anche lei come me aveva dovuto firmare un contratto con i management che le impedisse di proseguire quella tresca.
Rock disse esplicitamente che non potevamo permetterci uno scandalo e Normani Kordei che va a letto con un ballerino impegnato lo era eccome.

Era andata avanti, adesso si era fidanzata con un altro ballerino, che però era single.
Sicuramente provava qualcosa per quest'ultimo, ma non eguagliava il sentimento che l'aveva unita a Val e nonostante ci fosse un contratto vincolante sapevo che stava seriamente ponderando l'idea di incontrarlo.

«Ci andrai?» Domandai, scuotendola dall'attuale trance in cui era ricaduta.

«Non lo so.» Scrollò le spalle, continuando a fissare la tazza poggiata sul tavolo, immersa in pensieri dei quali mi rese partecipe.

«Non dubitare che non tenga a Justin, perché non è così.» Si affrettò a dire, portando adesso lo sguardo dentro al mio «Però Val è Val e nessuno può cambiare il sentimento che provo per lui.» Nei suoi occhi si accese una scintilla che non riconoscevo da tempo. Uno schizzo di colore che le illuminò l'iride.

«Già.» Riposi sommessamente, portando una mano sopra la sua con un certo senso di cameratismo.

Scosse la testa come se volesse scrollarsi i dubbi per un po'. Sorrise nella mia direzione e mi domandò la stessa cosa; se avevo intenzione di presentarmi all'appuntamento con Lucy.

«Certo.» Dissi senza pensarci minimamente «Devo risolvere le cose.» Puntualizzai, riprendendo a sorseggiare il caffè ormai freddo.

«Devi o vuoi?» Chiese, inclinando la testa di lato per scrutare meglio il mio sguardo adesso fissato sul pavimento.

«Beh... Che differenza c'è?! Dovere o volere, lo farò comunque.» Esclamai in maniera agitata, alzandomi dal tavolo per posare la tazza nell'acquaio.

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