Capitolo quaranta

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Camila pov

Ricordo di come Lauren mi carezzava la testa per farmi prendere sonno. Di come la sua mano sfiorasse gentilmente i miei capelli, toccasse con la punta dei polpastrelli i miei lineamenti. Ricordo il suo respiro riscaldare il mio mento, di come io inalando sentissi il calore cospargere le mia narici. Ricordo il suo profumo inebriare i miei sensi. Le sue gambe avvinghiate alle mie, i suoi fianchi premuti contro i miei.

Ci nascondevamo nella cuccetta, lontane dagli sguardi delle altre che non avrebbero capito il nostro atteggiarsi tutt'altro che amichevole. Era il nostro piccolo segreto.

A distanza di cinque anni ci trovammo nella stessa esatta situazione. Rintanate nella cuccetta di Lauren, ad abbracciarci in silenzio, a baciarci nell'ombra.

Avevo aspettato che tutte le ragazze spegnessero le luci, che le voci si ammutolissero del tutto e quando Dinah aveva preso a ronfare, avevo intuito che quello era il momento adatto per sgattaiolare fuori dalla mia cuccetta ed introdurmi in quella di Lauren.

Mi sorpresi nello scoprire che la corvina mi stava aspettando. Era distesa su un fianco, il gomito affondato nel cuscino e la testa poggiata sul palmo della mano. Un sorriso malizioso contornava le sue labbra, ma mi fu concesso di vederlo solo per una frazione di secondo, perché quando scivolai sotto le coperte e chiusi la tendina beige alle mie spalle, il buio incombette su di noi.

Nascosi la faccia nel suo petto, Lauren chiuse immediatamente le braccia attorno alla mia schiena e mi attirò più vicina.

Per un po' restammo in silenzio, ma pochi istanti dopo fui io a proferire parola.

«Sono tornata per te.» Ammisi sottovoce, non volendo attirare l'attenzione delle altre, seppur dormienti.

«Huh?» Mugolò confusa. Alzai lo sguardo su di lei, Lauren si fece più in là con la testa: anche se non potevo vederla, percepivo i suoi movimenti.

«Nella band. Sono tornata per te.» Sussurrai convinta. Sentii la sua bocca schiudersi in un schiocco appena udibile.

«Ti ricordi, durante l'intervista, Chelsea mi ha chiesto perché fossi tornata nel gruppo...»

«Mi ricordo fin troppo bene di quel giorno.» Captai un senso di possesso nella sua voce, che scaturì sotto una sfumatura riconducibile alla gelosia.

Sorrisi. Mi era mancato tutto questo, il fatto di appartenere a Lauren, di essere sua.

«Ad ogni modo..» Ripresi «Dissi che ero tornata per una questione musicale e per le ragazze.» Lauren avvicinò le labbra alla mia fronte, vi impresse un bacio e, mantenendo il contatto, annuì.

«Non era vero. Sono tornata per te, perché la tua mancanza stava diventando invivibile. Volevo averti accanto, non importava in che modo, non importava se avresti urlato, inveito, se fossi rimasta fredda con me a lungo... Volevo solo l'occasione di rivederti.» Confessai. Era da tanto che volevo dirle la verità, ma per diverse ragioni l'avevo sempre trattenuta, incatenata in posti remoti del mio essere. Adesso mi sentivo più leggera a poter liberare tutte le dichiarazioni che avevo sottaciuto.

«Sono contenta tu l'abbia fatto, che sia tornata intendo.» Mormorò, stringendo il tessuto della mia maglietta. Mi feci più vicina, quella notte era forse anche migliore di quella che avevamo condiviso in California. Quella notte ci stavamo amando in modo diverso.

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