Lauren pov
«Lucy, è il quarto messaggio che ti lascio. Per favore richiamami, parliamo.» Spensi la chiamata. Risultavo banale e ripetitiva, perché era la quarta volta consecutiva che le chiedevo la stessa cosa, pretendendo che la conversazione che avevamo avuto non fosse mai avvenuta.
Le puoi nascondere certe emozioni, insabbiarle e fingere che non ci siano, ma quando ti viene espressamente chiesto di dargli voce non puoi mentire perché riconosceresti subito quella fitta al petto, la morsa al cuore, che rovinerebbero tutti gli sforzi fatti per dissimulare un sentimento doloroso.
Ti ricorderebbero che esiste, che non è mai andato via, ma si è solo nascosto.Lasciai cadere il telefono sul tavolino e mi distesi sul divano supina, portando le mani a coprire la faccia.
Era mattina presto, mi ero svegliata, come di consuetudine, per andare a correre, ma non avevo la forza di muovere un solo muscolo.Avevo passato l'intera notte a pensare, a rimuginare. Su Lucy? No, su Camila.
Mi sentivo in colpa anche per quello. La mia ragazza se ne era andata con le lacrime agli occhi e io potevo stare male soltanto per il modo in cui Chelsea aveva sfiorato la corvina.Non volevo vederlo, non volevo ricordarlo, ma ogni volta che chiudevo gli occhi mi passavano davanti le immagini di loro due troppo vicine e sentivo qualcosa agitarsi nello stomaco, risalire fino alla gola dove ne usciva solo un sospiro.
Non potevo fare niente.
Camila non era la mia ragazza, ma allora perché agivo come se mi appartenesse ancora?«Hai indossato la fedina.» Notai, prendendo la sua mano nella mia.
«Sì, ma se ti dà noia che la tenga davanti alle altre posso toglierla.» Si affrettò a dire con aria rattrista è preoccupata allo stesso tempo.
Intrecciai le mie dita alle sue, guardai l'argento luccicare sotto la luce del sole, riverberare la promessa incastonata in esso.
«No.» Scossi la testa sorridente, abbracciando il suo sguardo a pochi centimetri dal mio
«Le altre sanno di noi, perciò va bene.» Con il pollice accarezzai il dorso della sua mano. Ci stavamo dirigendo all'albergo, dopo che la ragazza al mio fianco era stata dimessa dall'ospedale, dove Ally aveva organizzato una piccola festa per Camila.«Vorrei che lo sapessero tutti.» Sospirò abbattuta e subito le sue palpebre si fecero più pesanti, come se sostenessero il peso di un dolore a me conosciuto.
«Lo so. Lo vorrei anch'io.» Appoggiai la testa contro la sua spalla.
Se avessi guardato un secondo di più dentro quegli occhi color cioccolato, adesso spenti dalla proibizione alla quale eravamo rilegate, avrei potuto percepire l'impervia che stava attraversando la mia anima dalla quale fuggivo costantemente.
«Però a me va bene anche così.» Continuò Camila con tono placido «Non ho bisogno che tutti sappiano che sei mia, mi basta guardarti negli occhi per sapere che è così.» Giocherellava con le mie dita, facendo attenzione a non nascondere mai la fedina, come se vederla la rallegrasse.
Alzai lo sguardo verso di lei, sorrisi amorevolmente e subito le sue labbra, prima incurvate verso il basso, si innalzarono melliflue.
Protesi il collo verso l'alto e le lasciai un bacio casto sulle labbra. Qualcosa dentro me scalpitò, si infiammò nei miei visceri.
Avevo bisogno di lei.
E non importava se eravamo dentro una limousine: dovevo farla mia in quel preciso istante.
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Go back in time
FanfictionStoria Camren. Dopo tre anni dalla dipartita di Camila Cabello dal famoso gruppo delle Fifth Harmony, le viene proposto di essere parte del loro tour per un solo anno... Camila non si è lasciata alle spalle solo tre amiche che non sente più da tem...