Capitolo 76

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Vi prego di leggere tutto il capitolo, fino all'ultima parola. La parte importante si trova alla fine. Non odiatemi.

"Dear God, If one day I lose my hope and purpose, give me confidence that your destiny is better than anything I ever dreamed"


"Papà!"

Un bambino si aggrappa alla gamba di Cameron, il quale preso alla sprovvista si mantiene a me per non cadere.

Cameron ha un volto pallido, e non so che pensare. Oh andiamo avanti! Che scherzo di cattivo gusto è? Non può essere suo figlio. Cameron non può avere un bambino.

Il piccolino guarda Cameron e viceversa, e scoppia in un pianto isterico.

"Romeo vieni subito qui!" una signora sulla cinquantina si avvicina e prende subito il bimbo in braccio, il quale smette di piangere e inizia a ridere come se niente fosse successo.

"Ragazzi scusatemi, mio nipote è una tempesta, non sta mai fermo! Giovanotto scusami ancora ma ti ha confuso per il padre, di spalle vi assomigliate molto." la nonna -presumo- di questo bimbo è molto cordiale e ci rivolge un sorriso caloroso.

"Oh non si preoccupi, non è niente di grave." Cameron allenta la presa sul braccio e riprende il suo solito colorito.

"Vi abbiamo disturbati già troppo, scusateci ancora" sia lei, che il bambino ci salutano con la mano e ricambiamo.

Ho seriamente pensato fosse suo figlio per qualche secondo, anche se è molto improbabile.

L'argomento muore con il saluto rivolto ai due e Cameron non accenna alla cosa. E di certo non sarò io a farlo.

Dopo una decina di minuti troviamo il regalo adatto per le nostre gemelline, e dopo aver pagato andiamo via.

Ogni tanto alzo la manica della felpa per essere sicura che le bende siano al loro posto e che il tatuaggio non abbia nulla di strano.

"Dobbiamo andare da qualche altra parte? No vero?"

Scuoto la testa e ci fermiamo in una caffetteria.

Non è molto affollata. Le luci bianche danno all'ambiente un'aria leggera. Non ci sono molte persone, è quasi l'orario di cena e solitamente non si vedono molti ragazzi in giro. Dopo cena, sul tardi i locali iniziano a riempirsi sul serio.

Miami è una città caotica, sempre, a qualsiasi ora. Ma la sera è tutta un'altra storia. C'è una zona, non esattamente al centro della città, che è frequenta da tantissimi ragazzi. Ci sono discoteche, cinema, ristoranti o semplici fast&food.

Prima di partire per l'Italia non ci andavo spesso da quelle parti, escluse feste di compleanno e roba varia. La scorsa estate con i ragazzi solitamente dopo essere andati al cinema, ci fermavamo spesso in una caffetteria, un po' diversa da quella dove mi trovo ora ma comunque molto accogliente.

A servirci è una ragazza della mia età, a differenza delle altre non guarda Cameron come se lo volesse spogliare, e non posso negare di sentirmi sollevata.

Una ragazza molto semplice, senza un filo di trucco in faccia. Una ragazza molto solare e gentile. I tratti giovani addolciscono un po' l'espressione dura, data dalla forma degli occhi e degli zigomi leggermente tirati verso l'alto.

Dopo qualche minuto, ci porta il nostro ordine insieme al resto.

"Hai preso tu la cheescake?" io non la mangio, perciò o la ragazza ha sbagliato oppure Cameron è impazzito.

"Si, voglio provarla" prende la forchettina e ne spezza un pezzo. Prima che lo metta in bocca, lo fermo.

"Devo ricordati l'ultima volta che l'hai mangiata? Sei stato con dolori allo stomaco per due giorni!"

Runaway heart ~Cameron Dallas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora