Vi prego di leggere tutto il capitolo, fino all'ultima parola. La parte importante si trova alla fine. Non odiatemi.
"Dear God, If one day I lose my hope and purpose, give me confidence that your destiny is better than anything I ever dreamed"
"Papà!"
Un bambino si aggrappa alla gamba di Cameron, il quale preso alla sprovvista si mantiene a me per non cadere.
Cameron ha un volto pallido, e non so che pensare. Oh andiamo avanti! Che scherzo di cattivo gusto è? Non può essere suo figlio. Cameron non può avere un bambino.
Il piccolino guarda Cameron e viceversa, e scoppia in un pianto isterico.
"Romeo vieni subito qui!" una signora sulla cinquantina si avvicina e prende subito il bimbo in braccio, il quale smette di piangere e inizia a ridere come se niente fosse successo.
"Ragazzi scusatemi, mio nipote è una tempesta, non sta mai fermo! Giovanotto scusami ancora ma ti ha confuso per il padre, di spalle vi assomigliate molto." la nonna -presumo- di questo bimbo è molto cordiale e ci rivolge un sorriso caloroso.
"Oh non si preoccupi, non è niente di grave." Cameron allenta la presa sul braccio e riprende il suo solito colorito.
"Vi abbiamo disturbati già troppo, scusateci ancora" sia lei, che il bambino ci salutano con la mano e ricambiamo.
Ho seriamente pensato fosse suo figlio per qualche secondo, anche se è molto improbabile.
L'argomento muore con il saluto rivolto ai due e Cameron non accenna alla cosa. E di certo non sarò io a farlo.
Dopo una decina di minuti troviamo il regalo adatto per le nostre gemelline, e dopo aver pagato andiamo via.
Ogni tanto alzo la manica della felpa per essere sicura che le bende siano al loro posto e che il tatuaggio non abbia nulla di strano.
"Dobbiamo andare da qualche altra parte? No vero?"
Scuoto la testa e ci fermiamo in una caffetteria.
Non è molto affollata. Le luci bianche danno all'ambiente un'aria leggera. Non ci sono molte persone, è quasi l'orario di cena e solitamente non si vedono molti ragazzi in giro. Dopo cena, sul tardi i locali iniziano a riempirsi sul serio.
Miami è una città caotica, sempre, a qualsiasi ora. Ma la sera è tutta un'altra storia. C'è una zona, non esattamente al centro della città, che è frequenta da tantissimi ragazzi. Ci sono discoteche, cinema, ristoranti o semplici fast&food.
Prima di partire per l'Italia non ci andavo spesso da quelle parti, escluse feste di compleanno e roba varia. La scorsa estate con i ragazzi solitamente dopo essere andati al cinema, ci fermavamo spesso in una caffetteria, un po' diversa da quella dove mi trovo ora ma comunque molto accogliente.
A servirci è una ragazza della mia età, a differenza delle altre non guarda Cameron come se lo volesse spogliare, e non posso negare di sentirmi sollevata.
Una ragazza molto semplice, senza un filo di trucco in faccia. Una ragazza molto solare e gentile. I tratti giovani addolciscono un po' l'espressione dura, data dalla forma degli occhi e degli zigomi leggermente tirati verso l'alto.
Dopo qualche minuto, ci porta il nostro ordine insieme al resto.
"Hai preso tu la cheescake?" io non la mangio, perciò o la ragazza ha sbagliato oppure Cameron è impazzito.
"Si, voglio provarla" prende la forchettina e ne spezza un pezzo. Prima che lo metta in bocca, lo fermo.
"Devo ricordati l'ultima volta che l'hai mangiata? Sei stato con dolori allo stomaco per due giorni!"
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Runaway heart ~Cameron Dallas~
FanficMaira, una ragazza americana cacciata di casa dai genitori perché non volevano continuasse il suo sogno. Vive ormai in Italia da anni, ha appena finito il liceo ed è pronta a tornare in America, è proprio in questo paese che realizzerà i suoi sogni...