Capitolo 80

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~You hurt me, and I said sorry~

"Ehi Maira, ti cercavo. Devo dirti una cosa." Qualcuno mi chiama e mi avvolge una mano intorno al braccio, invitandomi delicatamente a girarmi. Una piccola scossa mi attraversa il braccio, non ci faccio caso, mi rendo conto che non è la persona che speravo.

"Oh, ciao... Ti serve qualcosa?" A volermi parlare è la ragazza cheerleader, quella del fidanzato nello stanzino con un'altra. Chissà se stanno ancora insieme...

"Ehm sì, intanto mi presento: mi chiamo Lauren." Mi porge la mano e gliela stringo. È passata non so... Una settimana? Due? Perché viene proprio ora?

"Bene Lauren, non ho molto tempo. Dimmi pure." Sospiro sperando che capisca che stare qui a parlare con lei è l'ultimo dei miei impegni.

"Voglio scusarmi con te per quello che è successo, mi sono comportata da stronza..." Tiene lo sguardo basso, mentre si sistema la divisa. In una mano tiene i pon-pon, e a dir la verità sono veramente belli. Non mi ero mai soffermata si colori della squadra. Verde e blu, mi piacciono.
La voce della ragazza mi ricorda quello che sta succedendo, e mi rendo conto che non è il momento di pensare ai colori.

"Non voglio che pensi che abbia detto quelle cose perché le penso sul serio... Ma-"

"Ma è stata Isabella a costringerti, vero?" La butto sul ridere. Questa storia è ridicola. E lo diventa sempre più.

"Si... Da quando è tornata le cose sono tornate come prima e quello che mi hai detto mi ha aperto gli occhi. Ero così impegnata a tornare nelle sue grazie che..." E poi inizia a piangere.

Questa storia è ridicola, lo ripeto. Io stavo scherzando, non dicevo sul serio.

"Lauren non piangere dai..." Alza la testa e mi sorride. Guardo i suoi occhi. Non sono umidi. Lacrime di coccodrillo.
E subito capisco dove vuole arrivare.
"Tu non davvero chiedermi scusa, tu vuoi solamente che io ti perdoni per un semplice motivo: guadagnarmi la tua fiducia per poi escogitare qualcosa con la tua amichetta."

Ammetto che ciò che è appena uscito dalla mia bocca è subdolo, improbabile e fa molto film da quindicenni ma... Ora come ora, devo aspettarmi di tutto.

Subdolo. Hayes ha elencato questo aggettivo nella sua lista mentale dedicata a Isabella strega manipolatrice.

"No! Come ti viene in mente. Sono stufa dei suoi giochetti." Sbatte i piedi a terra.

Senza risponderle, la supero lasciandomela alle spalle.

"Fai come vuoi, fossi in te però non aprirei la porta che sta proprio alla tua destra." Appoggio la mano alla maniglia e mi blocco.

Seriamente? Mi hanno davvero organizzato uno scherzo del genere? Cosa mi cadrà sopra, colla? Vernice?
Non siamo in un film, avanti.

"Io ti ho avvisata" mi rivolge l'ultimo sguardo e va via.

"Maira, ha ragione. Ti hanno fatto uno scherzo. Ma non si trova dall'altra parte della porta, ma sopra di te." Thomas, il ragazzo della classe di italiano, mi fa notare che un secchio si trova da questo lato della porta.

"È meglio che mi sposti prima che qualcuno la apra." Mollo la presa dalla maniglia e mi appoggio al corridoio opposto.

"Grazie. Non dovresti essere in classe?" Gli domando, mentre penso a un altro modo per arrivare all'aula professori senza percorrere tutta la scuola.

"Non c'è di che. Piuttosto, ti rimangono solo pochi giorni da trascorrere qui, ma tieni gli occhi ben aperti. Avevano calcolato che non avresti creduto a Lauren, così in quel modo ti avrebbero colpita in pieno."

Tutto questo è dannatamente subdolo, e dannatamente gentile in un certo senso. Ma onestamente, chi mi dice che anche dall'altro lato non ci sarebbe stato un altro secchio a prendermi in pieno?

"E per rispondere alla tua domanda, sì. Dovrei essere in classe."

"Avanti Thomas, perché me l'hai detto?" Avrebbe potuto benissimo godersi lo spettacolo.

"Be... Se preferisci farti la doccia con chissà cosa, quel secchio è ancora lì sopra."

"Non è questo che intendevo. Sto solamente dicendo che da quando..."

"Sí, hai capito. Da quando Dallas non ti ronza più in giro ti sorrido un po' più spesso. Ma non significa che lo faccia per ripicca, sai? Ti ha fatto il lavaggio del cervello per caso? Cosa ti ha ficcato in testa? Spara solamente puttanate." Si è arrabbiato tutto d'un tratto.
Non volevo sentire queste parole, non era qui che volevo arrivare.

Non mi dà il tempo di rispondere e dirgli che Cameron non mi ha messo in testa niente su di lui, mai. Solo una volta ci siamo trovati in una situazione del genere, ed erano entrambi presenti. C'era più astio che ossigeno nell'aria.

Ora che ci penso, Juan mi ha detto che non andavano d'accordo quei due. E le cose non sono cambiate ancora.

Glielo chiederò, questa storia mi puzza.

La porta incriminata si apre, e una ragazza paga la pena che era riservata a me.
Avrei tanto voluto che quella ragazza fosse stata Isabella, ma purtroppo non è andata così.
La ragazza scoppia a piangere e corre nel bagno.

La seguo e la trovo seduta per terra, mentre cerca inutilmente di togliersi qualsiasi cosa sia dai vestiti.

"Ehi... Se continui a strofinare così rischi di rovinare il maglione." Mi avvicino lentamente a lei.

Alza lo sguardo e due occhioni grandi e verdi mi squadrano.

"Cosa vuoi? Vedere da vicino lo spettacolo?" Ha la voce troppo dolce per risultare antipatica. Credo sia del secondo anno, massimo terzo. Anche se le trecce e il viso minuto non lo dimostrano.

"No, voglio solo aiutarti."

"Quel secchio era per te vero? Tu sei quella che era fidanzata con Cameron. Si, ti riconosco. Tutti parlano di te."

Si alza subito in piedi e mette le poche cose che aveva usato nel suo zaino.

"Sei davvero gentile, ma non voglio che Isabella prenda di mira anche me. Ti chiedo di far finta che non sia successo niente, hai già fatto abbastanza."
Se ne va, lasciandomi lì in mezzo, desiderando di essere stata colpita io, così come doveva essere in principio.

Runaway heart ~Cameron Dallas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora