Capitolo 84

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D'un tratto mi arriva un messaggio

E poi un altro ancora.

Non ho idea di chi possa essere, se non di mia madre o di... Juan.

E subito mi ritorna in mente come ci siamo lasciati. Cosa mi ha detto. Quello che ricordo meglio è quello che alla fine non ho detto.

Chissà come starà lui.
Anche questa volta, mi sono dimenticata di lui.

Che mi abbia davvero mandato un messaggio per sistemare le cose?
Conoscendolo, non si rimangerà mai le cose che mi ha urlato in faccia. Perché se è stato in grado di dirmele, le pensa sul serio.
Anziché rimangiarmi le sue parole, quella a dover parlare un po' di più devo essere io.

Forse Margherita gli ha parlato e ha deciso di scrivermi. Forse almeno con lui si sistemeranno le cose.

Mi alzo senza fretta dal letto e prendo il cellulare.
Controllo lo schermo mentre per un momento mi si blocca il respiro.

Ma no. Non è Juan.

È un'altra persona.

Qualcuno che non mi sarei mai aspettata.

Mille domande prendono forma nella mia testa.

Sono confusa, al tal punto di rileggere più volte il nome sullo schermo. Per accettarmi di aver letto bene il nome del mittente.

Ad avermi mandato il messaggio non è stato Juan.

È stato Zayn.

Reprimo un urlo, ma non mi sento meglio.

Urlo. Urlo così tanto che il portafotografie sulla mensola vibra.
E lancio il telefono sul letto.

Cosa dovrei fare? Non lo so.

L'unica cosa che so è che al momento devo stare ferma. Potrei combinare guai. Più di quanti non ce ne siano già.

Così decido di non rispondere a Zayn.
È l'ultima persona di cui ho bisogno al momento.

E poi come gli viene in mente di scrivermi? Non lo vedo da una vita. Tanto meno la sorella.

L'unico pensiero che ho in testa al momento è Juan.
Devo rimediare a quello che ho fatto.

Juan lo avrebbe fatto, lui l'ha sempre fatto.

Ha sempre rimediato ai suoi errori, ma non ne ha mai commessi. Anzi, ha sempre rimediato ai miei errori. 

Indietro non si torna, non c'è dubbio. Devo imparare ad andare avanti. 

Juan non se lo merita, per niente affatto.

Al momento però non mi muovo, non so perché. Qualcosa nella mia testa mi dice di stare ferma, di non uscire. Mi dice che non è il momento adatto per andare da lui. Eppure dovrei farlo, dovrei uscire di corsa. 

Prima penserò alle parole da dire, e ci devo riflettere molto: devo sistemare la situazione, non peggiorarla. 

Il telefono squilla di ancora, e ancora.

E ogni volta mi illudo... Non è Juan, devo fare io la prima mossa stavolta.

Il mittente è sempre lo stesso, dopo tre chiamate perse finalmente si arrende. 

Decido che non è il momento per pensare a certe persone. E non credo lo sarà mai.

*******

I raggi del sole illuminano la mia stanza, dando inizio a un nuovo giorno. 

Si dice che la notte porti consiglio, eppure per me non è cambiato niente. Forse sono ancora più confusa. 

Sono rimasta fino a tardi ad ammirare il cielo,  quasi come se la risposta di tutto ciò che cerco sia scritta nelle stelle. Ma è stata una notte opaca, le nuvole hanno oscurato le stelle, non ho ricevuto la risposta che mi aspettavo.

Mi alzo dal mio amato letto, e mi avvicino alla finestra.

La luce solare mi riscalda, e immediatamente nella mia mente spunta un ricordo. Qualcosa su cui non mi ero mai soffermata.

Nel mio breve ma intenso periodo di reclusione in camera, ho sentito parlare mia madre un giorno parlava con Gina. Dicevano entrambe che Cameron è cambiato.

Ovviamente mia madre non lo vedeva da molto tempo, l'ha capito dal mio comportamento. Ormai il mio umore dipendeva da lui la maggior parte delle volte, e non era difficile capire per lei capire come mi sentissi. Le basta uno sguardo. 

E da quando Cameron non è più passato a prendermi per andare a scuola, lì situazione è stata abbastanza chiara a tutti.

Ma Gina... Cameron è suo figlio, e per quanto sia enigmatico, anche a lei bastava poco per scoprire la verità. Ma questa volta è diverso.

Nemmeno lei riesce a capire cosa c'è che non va, e a quanto pare neanche Sierra ha ottenuto buoni risultati.

Devo parlare con Gina. Sierra è troppo pericolosa, sa mentire molto bene se vuole, e io sarei a malapena in grado di guardarla in faccia.

Ma con Gina è diverso, lei è fatta di tutt'altra maniera.

Forse è un periodo complicato per la famiglia, e Cameron ha voluto allontanarsi per questo motivo. Magari è per questo che ha reagito così.

Lui non mi dirà mai la verità se non vuole farlo. Lo so già, se non vuole parlare non lo farà neanche sotto minaccia. 

E immediatamente ricordo quella sera in cui venni a sapere che lui era a conoscenza di quello che mi era successo in Italia. E aveva finto tutto quel tempo, mi ha tenuto lontana.
Quindi, cosa mi dice che non lo sta facendo nuovamente? Chi mi da la certezza che ciò che mi ha detto lo pensa davvero? Niente e nessuno può dirmelo, eccetto una persona.

 E i ricordi di quella sera mi travolgono.

Mi travolge il ricordo delle sue mani mentre mi stringeva il viso; di come mi abbia sussurato quel "ti prego, tienimi sempre accanto al tuo cuore, dove dovrei essere. Non importa quante volte uno dei due fuggirà, io sarò sempre lì" . 

Sono parole che non dimenticherò facilmente, ogni volta fanno più male della precedente.

Io non dimentico di come cercò di baciarmi, di come le nostre labbra si sfiorarono senza mai toccarsi davvero.
E forse noi è così che siamo rimasti, o almeno nella mia mente: lui è sempre vicino a me, ma non lo afferro mai. 

Se esco fuori, nel vento riesco ancora a sentire quel "buonanotte bambolina" che ha sussurrato quando ormai ero già lontana.

Ma che senso avrebbe avuto lasciarmi, per poi dirmi quelle parole? Nessuno, non ha nessun senso. C'è qualcosa che mi sfugge, e devo capire cosa.

Mille dubbi mi riempiono la testa.

Il sole è sorto da poco, un nuovo giorno inizia.

E forse è il giorno delle risposte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 11, 2020 ⏰

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