Capitolo 79

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~Not broken, just bent~

Dopo aver confessato a Juan il peso che mi portavo nel petto, mi sono sentita peggio. Dirlo ad alta voce, mi ha fatto rendere conto del fatto di essere cosciente di ciò che verrà: arriverà quel momento in cui mi sentirò a pezzi. E no, non come ora. Non sono ancora rotta; ferita del profondo. Ma così come tutte le cose con una ferita aperta, se non la si cura con il tempo diventa più grande. Ed io, ad ogni passo che facevo, ad ogni respiro, mi piegavo sempre di più, facendomi piccola lasciando spazio alla vuoto.

E nel preciso momento in cui ho visto delle ragazzine passarmi affianco, ho realizzato che esistono diversi tipi di vuoto. 'Mi sento un palloncino' ha detto una, facendo un saltello.

Quel vuoto ti fa sentire bene: libero, leggero, allegro e senti che potresti conquistare il mondo perché non ti importa niente di nessuno. E forse senza neanche accorgertene, il mondo l'hai già conquistato. E credo che alludesse proprio a quello. In fin dei conti, tutti ci siamo sentiti un po' come un palloncino una volta nella vita.

E poi lì nell'ombra del giorno, eccolo che ti aspetta un vuoto maligno.

Il vuoto.

Questo non fa altro che farti sentire più pesante.

E immersa nei pensieri, stesa in giardino, mi viene in mente un libro da far leggere ai ragazzi.
Presa da non so cosa, mi alzo e salgo in camera mia.
Domani sarà il mio ultimo giorno a scuola, e mi è stato chiesto di consigliare agli studenti alcuni libri da leggere.
Lavoro non proprio facile, devo scegliere storie con una sintassi non molto difficile ma con una storia che non annoi li annoi. Ho già stilato una lista, ma aggiungerne qualcun altro non fa male.
Sono sicura che riusciranno a leggerlo, e alle ragazze piacerà.
Trovo il libro, riposto ancora in uno scatolone, e intanto qualcuno entra in camera, con un piatto pieno di pancakes. Lascio il libro sulla scrivania, accanto agli altri che ho scelto.

"Ehi Martina, quando sei arrivata?" abbraccio la mia amica e faccio attenzione alla pancia, che inizia a vedersi.

"Neanche un minuto fa, mi ha aperto tua madre. Stava facendo questi, così ho aspettato a salire." Agita i pancakes e leggo nei suoi occhi che sta morendo dalla voglia di mangiarli.

"Oh, ok. Non mi ero accorta li stesse facendo."

"Beh, ce ne vuole per non sentire il profumo buonissimo che si sente in tutta la casa. A cosa pensavi, a quanto la vita sia meravigliosa?" Appena pronuncia queste parole, la vedo irrigidirsi. Quella che doveva essere una battuta spiritosa, nella sua mente forse, detta ad alta voce non ha avuto lo stesso effetto.

Faccio finta di non sentire.

Ovviamente, Martina sa tutto quello che è successo. Non l'ha saputo da me però. Io non volevo farla preoccupare, o farla arrabbiare conoscendola. E arrabbiarsi, non le fa bene. Ma Juan l'ha detto ad Harry, e di conseguenza lui a Martina.

"Andiamo in giardino?" Alla mia richiesta, spalanca gli occhi.

"Maira, è gennaio. Non possiamo stare in giardino, fa freddo."

"Non fa freddo, io ci sono stata fin'ora. Comunque si dai, restiamo qui. Non voglio che ti venga la febbre." Ci guardiamo, e in un attimo iniziamo a mangiare.

"Maira sono incinta, ok. Ma ringraziando Dio, non mi ammalo subito. Se vuoi andare in giardino, ci andiamo." Scuoto la testa e continuo a mangiare, mentre mi allungo per prendere il computer.

Era da tanto che non passavamo un po' di tempo insieme. Non vedendola più a scuola, non so come mettermi d'accordo con lei per stare insieme. Harry mi dice che dorme sempre, di conseguenza evito di chiamarla e magari svegliarla. Anche se non lo ammette, ci accorgiamo che la sua faccia non è più quella di una volta.

Runaway heart ~Cameron Dallas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora