Capitolo 78

343 15 6
                                    

~In sostanza chiedevo un letargo, un anestetico, una certezza di essere ben nascosto. Non chiedevo la pace del mondo, chiedevo la mia.~
Cesare Pavese

"Mamma sto uscendo, a dopo" non aspetto una sua risposta e mi chiudo la porta alle spalle.

Ovviamente non nevica, e non sembra Gennaio. I giorni ventosi sono stati pochi e il sole è tornato a splendere sopra Miami.

Mentre ieri facevo una passeggiata ho visto alcuni ragazzi in spiaggia a fare il bagno come se fosse estate. Sono passati mesi dal mio ritorno, ma non sono ancora riuscita a togliermi di dosso le giornate passate in Italia. Lì le giornate soleggiate si alternavano a quelle nuvolose. La pioggia che puntualmente scendeva forte al termine delle lezioni, quando tutti correvano per tornare a casa. Mentre tutti si accingevano all'uscita, io camminavo con calma, non curandomi di dovermi sbrigare per non perdere il pullman.

Ho avuto la fortuna di abitare di fronte la mia scuola superiore, perciò potevo permettermi di svegliarmi tardi o di aspettare che l'atrio si svuotasse prima di uscire.

Con le mie compagne di classe ancora mi scrivo, non di certo tutti i giorni, ma spesso. L'altro giorno ho avuto anche il piacere di sentire Ilaria, la ma vecchia vicina di casa. Tra il fusorario, l'universita e impegni vari non ci scriviamo mai, eccetto rare volte.

Quando sono andata in Italia purtroppo non abbaimo potuto vederci. In quei miei due giorni di permanenza a Verona lei era impegnata con alcuni esami e non poteva permettersi di allontarsi da Torino.

La voce di Alessia mi fa spaventare e mi cadono le chiavi della macchina a terra.

"Maira! Scusa non volevo spaventarti ma ho bisogno del tuo aiuto." mi porge le chiavi dopo averle raccolte al posto mio.

"Certo, dimmi" Da quando Jennifer è stata cacciata dalla squadra, la sorella di Zayn ha preso il suo posto e non fa altro che chiedermi spiegazioni sugli schemi.

"Domani c'è la partita e sono veramente in ansia. Potresti per favore aiutarmi tu? Quando sono agitata dimentico anche come mi chiamo e ho paura di prendere qualche pallonata in faccia o peggio di svenire nel campo." Dice il tutto così velocemente che a tratti mi perdo.

"Ok ragazza mia, calmati. Sì, ti aiuterò ma devi seriamente rilassarti ok? Tu sei brava e non prenderai nessuna pallonata in faccia." Cerco di avere un sorriso rassicurante.

Sierra ci richiama subito e andiamo nello spogliatoio a cambiarci.

Durante l'allenamento si comporta normalmente e non so se è ancora all'oscuro di ciò che è successo, oppure sta facendo finta di niente.

Dopo aver finito, prendo le mie cose e vado via. Nell'angolo opposto a quello dove mi trovo io, ci sono Cam e Sierra che parlano. Sono proprio accanto la porta quindi evito di uscire da lì.
Quando volto lo sguardo verso la seconda uscita, appoggiato al muro adiacente alla porta c'è Zayn che aspetta la sorella.
Sono bloccata.
Se non vado nella direzione di Cam e Sierra, il mio capirà che è successo qualcosa e appena ne avrà l'occasione mi chiederà spiegazioni che non gli devo. Questo però significa passargli accanto, cosa che non voglio.
Ovviamente non voglio neanche passare accanto a Cameron come se tutto andasse bene.
Una terza opzione mi viene in mente: ritornare nello spogliatoio facendo finta di aver dimenticato qualcosa e aspettare che uno dei due vada via per primo.
Mi sembra la più conveniente, perciò metto la testa giù e inizio disperatamente a cercare qualcosa nel borsone.
Quando sto per tornare nello spogliatoio Zayn mi chiama.
Pensavo di poterla scampare e invece...

Purtroppo non posso neanche fare finta di non averlo sentito perché involontariamente mi sono bloccata.
Perciò, mi giro salutando il moro sperando che la 'conversazione' finisca qui.
Ma ovviamente non è così.
Mi fa domande sulla sorella: se si comporta bene con le altre, se ha qualche problema, se siamo amiche e cose così.

Runaway heart ~Cameron Dallas~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora