INSIDE YOU
IL BASTONE
" Tenete il bastone teso davanti in modo da toccare l'oggetto o la persona che vi starà davanti." ci disse la signora. L'uomo mi diede il bastone stringendo la mia mano in modo da essere sicuro che io abbia preso quel dannato oggetto.
" Muovete piano il bastone toccando solo il pavimento. Girate a destra e a sinistra in modo da essere certi che la strada davanti a voi sia libera. "
Sentivo la mia mano bruciare solo al contatto con quel bastone.
" hey dolcezza prova ad avanzare; segui la mia voce" mi disse l'uomo con la sua voce irritante. Non avrei camminato con quel oggetto, non poteva prendere il posto dei miei occhi con tanta facilità. Sentivo i miei occhi bruciare e le lacrime calde rigarmi il viso. Lasciai cadere il bastone.
" Dov'è la mia sedia, ridatemi la mia sedia!!!" urlai al vuoto. Tesi le braccia cercando di toccare qualsiasi cosa in grado di mostrarmi l'uscita.
Qualcuno mi presa la mano stringendomela forte. " Hey, calmati." mi diede il bastone. Senti un formicolio percorrermi la schiena. Cercai di indietreggiare ma mi schiantai contro qualcosa o qualcuno. " Dobbiamo finire l'esercizio" mi disse quell'individuo di cui avevo dimenticato il nome.
" Non toccarmi." Urlai.
" Cosa succede qui Zayn? Non riesci nemmeno ad occuparti di una paziente?" gli urlò la donna.
" Mrs Smith, non è colpa mia se questa ragazzina è capricciosa e non ascolta ciò che gli viene chiesto di fare." rispose lui con un tono alto. RAGAZZINA? Ma chi si credeva di essere? Non glielo avevo chiesto io di aiutarmi.
" Zayn" lo chiamò Mrs Smith. Farfugliò qualcosa che non riuscii a sentire. Forse voleva evitare che sentissi la loro conversazione. Le sue mani ancora una volta presero il mio braccio esile.
" Hai bisogno di un po' d'aria fresca." mi disse. Mi guidò fuori. L'aria mi avvolse e il profumo di primavera invase le mie narici.
" Perchè mi hai portata qui?" chiesi in preda al panico.
" Così la smetti di piangere." mi rispose schietto lui.
" Non so come hanno fatto ad assumerti in questo lavoro." gli urlai. Mi misi a vagabondare da sola in cerca di qualche porta. Non volevo rimanere sola con lui. Volevo solo tornare a casa.
" Hey attenta." mi prese al volo lui.
" Ci sono le scale lì."
" Grazie" dissi con un filo di voce sistemandomi gli occhiali che mi stavano per cadere.
" Quanti anni hai?" chiesi subito dopo.
" Come mai siamo così curiose? Vorresti provarci con me?" Che arrogante presuntuoso stronzo. Mi dava i nervi quel suo atteggiamento da corteggiatore. Volevo solo conoscere meglio il mio tutore, tutto qui.
" Di certo non con te, io ho il ragazzo." buttai la prima balla che mi trovai davanti.
" Dov'è? Non lo vedo, è forse l'uomo invisibile?" Non risposi, rimasi zitta. Era inutile, con lui non si poteva parlare come due persone normali.
" Ho 22 anni." mi disse. Sentivo il suo alito vicino al mio.
" Rory, è arrivata tua madre." La donna mi prese per un braccio.
" Ci si vede domani dolcezza" sentii dire da Zayn. Non riposi, mi lasciai guidare dalla signora Smith.
****
" Non ci voglio più tornare lì"
" Mi ha detto Mrs Smith che hai provato a usare il bastone e che ti sei alzata dalla sedia a rotelle. E' un grande passo tesoro."
" Mi sento al sicuro a casa, lì so come muovermi, ma là no. Non mi fido della gente che lavora lì e nemmeno dei pazienti. Non mi fido di nessuno." urlai.
" Rory è l' unico modo per iniziare la tua nuova vita. Se ti impegni forse ti potrà tornare la vista. Il dottore ha detto che forse è una cosa temporanea."
" Mamma è un forse, un inutile forse. Tu non puoi capire come mi sento, mentre tu vedi la luce, i colori e tutte le meraviglie del mondo, io sono costretta a vedere tutto nero, a vedere solo l'oscurità. Mi sento come schiacciata da qualcosa più grande di me. Perchè anche se mi sfrego gli occhi, anche se li riempo d'acqua, non vedo altro che buio."