Spazio autrice#
Questo capitolo non è coretto. Metterò il capitolo coretto più tardi.
Perfavore non siate duri con le correzioni , so di non essere brava nell'ortografia.Prendo la mia giacca di cashmere dall'attaccapanni e la indosso sopra l'enorme felpa. Se mi vedesse Kelsy ora morirebbe dalla risate. Sono in uno stato a dir poco ridicolo.
Stringo la maniglia della porta e l'abbasso verso il basso. Sento il suo sguardo bruciarmi le spalle, ma non mi giro. Fortunatamente é la porta di casa, cosí esco senza salutarlo. Chiudo con un tonfo la porta, mentre cerco di tirare indietro le lacrime. Mi faccio coraggio e cammino verso il corridoio in cerca delle scale. Noto la scritta in alto 'primo piano' così scendo le scale piano cercando di non prendere una storta con i tacchi alti che porto. Faró un discorsone a Kelsy per la sua stupida trovata. Esci cambia, aria, divertiti! Diceva.
Io l'amazzo!
Sento dei passi, qualcuno che sta scendendo le scale. Bene ci vuole solo che mi metto in ridicolo davanti ad un passante! Cosa penserebbe la gente vedendomi in questo stato? Mi affretto a scendere, cosí evito uno sguardo sconcio da parte di qualcuno, ma vengo afferrata per un braccio e capisco dal formicolio che sento in tutto il corpo, che é lui.
" Lasciami." Cerco di liberarmi dalla sua presa. Giro appena la testa e lo guardo malamente.
" Ti accompagno io." Scende nel gradino in cui mi trovo.
" Non te l'ho chiesto." Devo togliere il mio braccio o finirá per scottarsi.
" Non ci sono mezzi di trasporto fuori." Dice fissandomi. Ecco che il muto ha imparato a riprendersi la lingua.
" Fuori nevica e ti ammalerai se non indosserai dei pantaloni." Alza un sopraciglio mentre osserva un punto in basso. Mi sono completamente dimenticata che non indosso niente sotto, tranne gli slip.
Questo é sicuramente uno dei tanti giorni da mettere nella lista nera del 'non ricordare mai'.
Mi porge i suoi pantaloni che ha nella mano sinistra e scioglie la presa. Il mio braccio riprende a muoversi liberamente e il mio cuore a battere regolarmente.
" Sto bene cosí" Faccio il muso mentre gli ridó i pantaloni piegati che ho in mano.
Corruga la fronte e si gira lasciandomi intravedere la sua schiena. " Cambiati non ti guardo." Dice mentre si gratta la nuca imbarazzato.
Guardo la stoffa, indecisa sul da farsi. Prima gli urlo in faccia tutto quello che penso di lui e poi mi tocca indossare i suoi pantaloni. É assurdo.
Mi tolgo i tacchi rendendomi conto che ho toccato il fondo e metto la mia borsa per terra. Appoggio la mia mano nel muro freddo e senza togliere gli occhi dalla schiena di Zayn, faccio entrare una gamba nei pantaloni. Sento il rumore di una porta aprirsi. Un'anziana signora compare nei primi gradini. Zayn sale un gradino e si sposta verso la parete. La donna mi sorride mentre mi passa vicino. Divento un pomodoro dall'imbarazzo mentre cerco frettolosamente di inserire anche l'altra gamba. Tiro il fili al massimo e facio due nodi. Mi stanno troppo larghi, e non stanno per niente bene con i tacchi.
Zayn si gira e senza nemmeno chiedermi se avessi finito di vestirmi, mi fa scendere velocemente le scale rischiando cosí di cadere.
I miei tacchi affondano nelle neve fredda, provocandomi dei brividi. Mi apre la porta della sua auto. Non dico nulla e salgo. Sta nevicando e l'oppzione di andare a piedi l'ho scacciata dalla mente. Ci sono poche abitazioni e si intravede un grande bosco dietro l'abitazione.
Mi siedo unendo le gambe sentendomi una cretina. Dopo la scenata che gli avevo fatto, mi trovo nella sua auto non sapendo in che altro modo potrei tornare a casa. Sono troppo presa dai miei pensieri che non mi accorgo del suo viso che mi sfiora appena il viso. Le sue braccia toccano appena il mio seno mentre mi mette la cintura di sicurezza. Chiudo gli occhi e stringo i pugni, trettengo il fiato cercando di non perdermi nel suo profumo. Quando si allontana e chiude la porta, faccio uscire il fiato e mi rilasso. Come ci riesce? Come fa a smuovere ogni cosa dentro di me?