Capitolo 37

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"Ouch!! Piano Kelsy, mi vuoi togliere anche la pelle per caso?" Le urlai mentre gemevo dal dolore.

" Non è colpa mia se sono così folti " Rise togliendo ancora la ceretta dalle mie gambe.

" Piano ti prego" Piagnucolai.

" Dio Ro sembri un gorilla." Mise un altro strato di ceretta. Le avevo chiesto di sistemarmi le sopracciglia e di togliermi il monociglio sicuramente visibile, ma  non le avevo chiesto di farmi la ceretta dappertutto.

" Ro, sai che me lo potevi dire così te l'avrei fatta anche prima" Disse poi facendomi gemere di dolore per la millesima volta.

" Non vedo il problema. Tanto non indosso né pantaloncini né canottiere. Ho perso la voglia di prendermi cura di me stessa. " Sibilai mentre tenevo stretto il lenzuolo.

" Però alle sopracciglia e ai baffi ci hai pensato" Replicò prendendomi l'altra gamba.

" Almeno voglio essere decente quando la gente mi vede" Precisai.

"  Intendi quando Zayn ti guarda" Sottolineò.

" Kelsy ma la tua perversione non ha dei limiti?" Afferrai ancora il lenzuolo con le dita.

" Non penso che ci siano dei limiti quando si tratta di ragazzi." Tirò via lo strato di cera dalla mia gamba e urlai di nuovo cercando di allontanare la mia gamba dalla sua presa.

" Pensa se improvvisamente vi trovate molto vicini, così vicini che la tentazione di farlo é imprevedibile." Ridacchiò.

" No, non succederà" Strinsi i denti. Ho sempre odiato farmi la ceretta, soprattutto odiavo se me la faceva qualcuno. La maggior parte delle volte usavo la lametta, era facile da usare e non provavo dolore.

" Quando c'è un ragazzo nelle vicinanze c'è sempre pericolo che si finisca sotto di lui." Commentò lei euforica.

" Non nel mio caso." Ci ero finita molte volte sotto di lui. Quando mi baciava, il suo petto era sopra il mio e le sue labbra mi assalivano con un ritmo lento, fino ad aumentare e la voglia di smettere svaniva.

" Vedi che quando pensi a lui non senti più dolore?" Mi ero persa nelle sue labbra immaginarie e mi ero dimenticata per un secondo la ceretta. Affondai la testa nel cuscino.

" Non stavo pensando a lui." Mentii.

" Tanto non riesci a nascondermi niente Ro, sappilo!"

" Ok mi arrendo." Sospirai.

" Brava alunna, devi prendere delle lezioni da me. Non ti facevo così innocua. "

" Io non sono te." Commentai.

" Non si può essere uguali. So che sei gelosa della mia divina bellezza." Rise e risi anch'io.

" Riccioli d'oro!!" Canticchiai.

" Non chiamarmi più così se non vuoi ritrovarti solo carne ed ossa." Rise.

" Ok riccioli d'oro" Continuai singhiozzando dalle risate. Aveva sempre odiato quel soprannome. La chiamavano così all'asilo. Da bambina amava riccioli d'oro e la famiglia di orsacchiotti e poi assomigliava proprio alla protagonista della favola.

" Sto prendendo seriamente in considerazione di toglierti via tutta la pelle." Rise tirando via quella odiosa ceretta.

Dopo una mezz'ora circa di dolore, urla e risate, fu la volta del viso, ma prima che mi aggiustasse le sopracciglia mi fece una domanda che un po' mi intimidì nel risponderle, nonostante ci conoscessimo da una vita.

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