Capitolo 9

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INSIDE YOU

Niall mi accompagnò a casa. Rimanemmo in silenzio per tutto il tragitto.

" Stai bene? " Mi chiese una volta scesa dalla macchina.

" Si" Non stavo affatto bene.  Non sarei mai stata bene.  I miei stupidi occhi ne erano la prova.

Entrai dentro casa con l'aiuto di Niall.

" Cosa avete fatto di bello oggi?" chiese mia madre con un tono felice.

" Niente." riposi acida. "Niall mi accompagni in camera?"

" Certo." Mi aiutò a salire le scale.

Una volta entrati in camera ci sedemmo sul mio enorme letto.

"Scusa sono una cretina senza cuore. Scusa per non averti aspettato e scusa per averti trattato male."

Ecco che le dannate lacrime scesero come le foglie d' autunno a rallentatore.

"Ro, vieni qui." Allungò il suo braccio dietro al mio collo e mi avvicinò a sé.

"Non sono arrabbiato con te." ero fortunata ad avere un migliore amico così. Mi rifugiavo spesso  nelle sue braccia, erano il mio punto di forza quando ero giù di morale. Mi dispiaceva molto di averlo ignorato per un mese. Lui c'era sempre stato per me.

" Ora me lo fai un sorriso?"

Mi sforzai di fare un sorriso.

" Non è dei migliori ma mi posso accontentare" Rise. Quando Niall James Horan si metteva a ridere anche quelli intorno a lui venivano contagiati.

Mi piegai in due dalle risate.

"Ci sono riuscito, yeah!" cominciò a saltare con il sedere sul letto.

"Non ridere più." gli feci la linguaccia.

"Se ridere rende le tue guance così serene non smetterò mai di farlo."

Mia madre invitò Niall a cena. Gli preparò la pizza,  era uno dei suoi piatti preferiti. Mi immaginavo Niall che prendeva una fetta di pizza con entrambe le mani mangiandola velocemente. Immaginavo la sua bocca sporca di sugo e mozzarella.  Ero sicura che aveva le pupille dilatate per la bontà. Lo invidiavo, invidiavo chiunque potesse mangiare vedendo ogni cibo, posata, piatto presenti sul tavolo. Perchè potevano usare tranquillamente gli occhi e mangiare e parlare con le persone davanti a loro. Io non potevo.

Mia madre era diventata i miei occhi, le mie mani. Era lei quella chi mi aiutava a trovare il bicchiere o il coltello o la forchetta. Lei in un mese era diventata me. Non avevo nessuna privacy in casa. Non potevo essere autonoma.

Ero diventata come un burattino, collegata ad dei fili invisibili dove  potevo muovermi solo con il consenso del burattinaio.

Da quando avevo perso questo senso importante cioè la vista; mi si erano attivati gli altri sensi. Non  che prima fossero spenti, ma forse meno attivi rispetto ad ora. Si erano come sviluppati. Ora potevo sentire meglio gli odori e capire da dove provenivano o a chi appartenevano. Ora riuscivo a sentire meglio i rumori e collegare da che posto venivano. Ora mi bastava toccare bene le cose per capire cosa erano senza il bisogno di vedere.

Ma non mi sentivo meglio. Perchè ogni istante della mia vita lo collegavo agli occhi. Mi sentivo debole, sola. Eppure non lo ero. Ma il buio che vedevo ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, mi faceva sentire così. Mi sentivo dentro ad un buco nero con i muri che si restringevano. Mi sentivo in trappola e nessuno poteva salvarmi, nessuno era in grado di salvarmi dal buco in cui mi trovavo.

" Rory?" Mi richiamò Niall risucchiandomi dai miei pensieri.

" Non mangi?"

" Non ho fame."

Inside you  [ Z.M ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora