INSIDE YOU
Mensa
Si sentiva una certa tensione vicino a me. Nessuno dei due iniziò a parlare. L'odore del fumo innondò le mie narici.
" Non perdi occasione di fumare quella dannata sigaretta, eh?" Li dissi irritata.
"In questo momento ho proprio bisogno di fumare, certe presenze mi danno il volta stomaco." disse con voce roca.
Louis non si era ancora seduto anche perché lo spazio vicino a me nella panchina era ancora vuoto.
" Sei ancora in piedi?" Chiesi timidamente.
" Sto bene così.." Rispose.
Zayn sbuffò. Non capivo perchè odiava la presenza di Louis, infondo non gli aveva fatto niente. Nessuno dei due osò parlare e quel silenzio che si era formato era frustrante.
" Da quanto tempo sei ricoverato in questo centro?" Chiesi rompendo il silenzio.
" Da sei mesi circa" rispose lui.
" Pensavo fossi qui da molto più tempo." Risposi a mia volta.
" No, non ero cieco fino a sei mesi fa, ma ormai mi ci sono abituato a questa nuova vita piena di tenebre."
" Mi sa che non ti hanno insegnato come si usa un bastone, nè come giocare a mosca cieca. Forse perchè non hai avuto il bisogno di imparare." Disse Zayn irritato. Mi prese il polso e mi tirò verso di sè aiutandomi ad alzarmi dalla panchina.
" E' ora di rientrare." Mi disse una volta che ero in piedi.
" Vieni anche tu Louis?" Dissi mentre il mio tutore mi trascinava via da quel posto.
" Hai bisogno di aiuto? " Rise Zayn.
Gli strinsi forte la mano. " Smettila di trattarlo così."
" Lo tratto come mi pare." Stetti zitta seguendo i suoi passi veloci verso il salotto dove seguivo i corsi. Mrs. Smith fece il gioco con gli altri ragazzi. Rimasi zitta tutta la lezzione mentre sentivo gli altri miei compagni giocare a mosca cieca.
Dalle loro voci potevo dedurre che erano di diverse età. C'erano bambini, anziani, giovani e adulti nella mia stessa condizione. Alcune di loro forse non avevano mai visto la luce, non avevano visto i volti delle persone o delle cose che ci circondavano. Dev' essere terribile non sapere come è fatto un volto. Non aver mai visto gli occhi, la bocca, il naso, le orecchie. Potevano solo immaginarle. Eppure non mi sentivo fortunata. Perchè avrei dovuto esserlo? Anche se io avevo visto molte cose nella vita ora mi sentivo come quelli che non avevano mai visto la luce. Persa nel vuoto, nel buio, rinchiusa dentro ad un buco nero. Nessuno poteva salvarmi nessuno ne era in grado. Forse l' unico a cui posso chiedere aiuto è il fato, lo stesso fato che mi ha reso così. Cieca.
Zayn era seduto accanto a me. Le sue mani tenevano ancora avvolto il mio braccio. Non aveva tolto la mano da quando siamo ritornati dal giardino. Non mi dava fastidio quel piccolo gesto. Mi piaceva sentire il contatto della sua mano con il mio polso.
" Prepariamoci per la mensa." Mrs. Smith aveva una voce molto roca e a volte mangiava alcune parole mentre parlava. Non era un donna giovane lo avevo capito quando le avevo toccato la mano. Aveva la pelle ruvida e c' erano alcune rughe in sporgenza. Alcune volte tossiva forte per schiarirsi la voce. La immaginavo sui 50 anni con i capelli biondi tinti e gli occhi marroni. Non molto alta. Me la immaginavo con degli occhiali rotondi e il viso stanco e sempre arrabbiato. Ma ovviamente era solo quello che mi immaginavo io.
Il mio tutore dal carattere orribile mi aiutò ad alzarmi senza staccare la mano dal mio polso. Andava piano in modo che io potessi seguirlo. Era strano farmi guidare da qualcuno. Io ero testarda, mi piaceva andare per conto mio. Mi piaceva correre, urlare per i corridoi. Oppure fare la scema per le strade. Una volta mi ero messa a fare l' auto stop con Niall. Facevamo tipo i barboni. Si, non ero una santa pure io, ma non trattavo le persone in modo orribile. Sapevo difendermi anche bene, ma non ero una stronza. Forse aveva ragione Niall, ero cambiata.
Il profumo delle lasagne invase le mie narici. La mia pancia automaticamente iniziò a brontolare.
Sentii un rumore, qualcosa che strisciava nel ruvido pavimento. Dedussi che fosse una sedia anche perchè subito dopo avevo una mano di Zayn sulla schiena e l'altra teneva ancora il mio polso, mentre mi diceva di sedermi. La mia pancia iniziò a brontolare, sfuggendo dai miei comandi. Si poteva sentire il tavolo muoversi a contatto con il mio stomaco.
" Ro, il tuo pancino è più selvaggio di te." Rise lui sedendosi accanto a me. Era strano ammetterlo ma mi piaceva come pronunciava il mio soprannome.
" Ho molta fame." abbassai il volto tenendomi la pancia cercando di farla smettere di fare quel rumore assordante.
Pure la sua pancia fece un grosso brontolio. Mi scappò una risata stridula, cosa che Zayn notò subito anche perchè la sua mano si spostò sulla mia guancia destra. Mise un dito nella mi fossetta.
" E' così profonda" la sua voce era bassa e molto roca. Sentii addosso i suoi occhi e sentivo il suo respiro solleticarmi il collo. Il mio sorriso si spense mentre il mio viso lo sentivo caldo.
" No, perchè hai smesso? I tuoi rari sorrisi sono fantastici." Tolse la mano dalla mia guancia. Perchè lo faceva? Perchè doveva rendermi così piccola e più fragile di quanto ero?
Non risposi anche perchè non riuscii a trovare le parole. Il rumore dei piatti interruppe i miei pensieri.
"Mlmlml..." Sentì dire da lui. Oltre a noi nel nostro tavolo c' erano altre persone. Non saprei dirvi quante, ma si sentiva il loro chiacchierare.
Lui mi passò la forchetta e spostò la mia mano verso il piatto.
" Mangia" Mi ordinò.
Tagliai con la forchetta il mio pezzo di lasagna. E cominciai a mangiare piano.
Non erano molte buone quelle che loro chiamavano lasagne, io le avrei chiamate poltiglia per cani. Aveva un odore orribile. Di certo non era delle migliori. Cercai di mangiare in modo dignitoso senza dare nell' occhio.
" Bleh ma cos' è sta roba." Urlò Zayn facendo rumore. " Queste le chiamate lasagne?" si mise ad urlare più forte.
Si sentirono delle voci bisbigliare fra di loro. Io continuai ad ingoiare quel sapore disgustoso, mentre lui non smise di urlare.
" Se a te non piacciono le lasagne, signorino Malik, puoi semplicemente spingere via il tuo piatto e non mangiare. Non disturbare le altre persone che stanno apprezzando il cibo."
Lui rise, una risata forte che poteva mandare a puttane tutta la natura. " Lo chiami apprezzare? Ma che roba date ai vostri iscritti al corso? Mi mangerei volentieri a sto punto una scatoletta per cani."
Mi misi a ridere e non riuscivo a fermare la mia risata. Pezzi di lasagne uscirono dalla mia bocca mentre con le mani cercavo di trattenere le risate dentro e con lei il cibo tritato che avevo in bocca. Mi lamentavo della sua risata beh penso che la mia spopolerebbe un paese intero.
" Questo me lo annoterò nel block notes. Poi se la vedrà con loro." Disse Mrs. Smith.
" Annota pure." Non ero l' unica che rideva nella mensa, ma anche molte altre persone lo facevano.
Un calore familiare invase il mio orecchio destro.
" E se uscissimo a mangiare una pizza insieme?"
Non feci in tempo a rispondere che la sua grande mano mi prese il polso.