Mi fa entrare in un grande edificio che mi sembra antico, ma molto bello. Mi rendo conto solo dopo che siamo dentro ad un museo e la cosa non mi allettava più di tanto. Una gentile signora che presumo lavorasse nel posto, si offre di prenderci le giacche. Le porgo la mia giacca e quando mi giro trovo le due gambe ossute del capo allontanarsi verso il centro della grande sala. Cammino frettolosamente e lo raggiungo. Lo vedo osservare un quadro davanti a se.
" Oh ma è un piacere vederti qui da noi" Dice un uomo anziano toccando la spalla del mio capo.
" Lo sai che non mi perdo nemmeno una mostra." Dice lui con la sua solita espressione seria in volto.
" Lo so, lo so. Cresci ogni giorno di più ragazzo, ma guardati, sei un uomo ora." Ridacchia il signore.
" Vedo che ci sono nuovi pittori." Commenta lui.
" No, quest'anno ne abbiamo veramente pochi di bravi." Dice l'anziano.
" Questo dipinto chi lo ha fatto?" Chiede il direttore mettendo una mano sotto il suo mento.
" Non sappiamo chi è l'autore. Lo abbiamo trovato davanti al portone una mattina. Ci è piaciuto così tanto che lo abbiamo messo in mostra. Pensa che in molti lo vogliono comprare." Improvvisamente mi squilla il cellulare. Il direttore e il signore si girano a fissarmi. Mi metto a cercare il telefono nella borsa. Possibile che non riesco mai a trovarlo?
" Miss Evans non ha letto il cartello fuori?" Mi rimprovera Mr. Mayer. Ho portato molte cose nella borsa, perchè io non posso uscire solo con un portafoglio e il cellulare e fogli di lavoro, ma mi devo portare tutto il kit di trucco più la crema per mani, il pettine, lo specchio e...beh e altre cose che preferisco non accennare.
Piego le ginocchia e svuoto la borsa nel pavimento in cerca del mio cellulare che sembra che lo faccia a posta a non finire di squillare. Sposto varie cose quando lo trovo nelle mani di Mr. Mayer. Non me lo sta porgendo, anzi è mezzo in ginocchio mentre osserva il mio Smartphone.
" Mi scusi veramente tanto, ora lo spengo, pensavo fosse silenzioso." Confesso mentre osservo il giovane direttore che non ha ancora smesso di fissare l'oggetto in mano.
" Risponda." Dice porgendomi il cellulare. Il suo sguardo è diverso, mi fissa con tanta intensità mentre la bocca è quasi socchiusa. Prendo il cellulare, confusa dal suo atteggiamento. Non è arrabbiato? Posso davvero rispondere? Leggo il nome che lampeggia è Louis.
" Pronto." Mi schiarisco la voce.
" Hey amore." Dice con la sua vocina acuta. Noto che il capo è ancora messo nella mia stessa posizione e i suoi occhi non smettono di fissarmi.
" Louis non è un buon momento per chiamarmi ora." Dico a bassa voce.
" Non hai la pausa pranzo?" Chiede.
" Sono fuori con il direttore, siamo facendo un colloquio molto importante. Appena sarò libera ti chiamerò." Mento. Metto con la mano libera la roba dentro alla mia borsa.
" Ci sono molti uomini con voi?" Mi chiede.
" Louis!" Esclamo. " Ciao." Dico e chiudo la chiamata.
" Ragazzo mio, non presenti al tuo vecchio, la tua ragazza?" Dice il signore che mi osserva sorridente. Il capo giocherella con la cravatta della camicia cercando di allargare il nodo.
" Jack, lei è la mia..." Si schiarisce la voce. " E' la mia segretaria personale."
" Piacere signor Jack io sono Rory." Gli stringo la mano.
Sembrano vecchi amici di vecchie date. Jack tratta Mr. Mayer come un figlio e sembrano molto legati.
Guardiamo vari quadri; alcuni vengono comprati dal direttore. Tra cui il famosissimo quadro di cui non si sa ancora l'autore. Raffigura una donna dai lunghi capelli marroni che oscillano dal vento. Ha lo sguardo perso e dagli occhi scendono delle lacrime. E' seduta in ginocchio sull'erba. Sembra distrutta, ferita. Quella ragazza sembra la me del passato, quella che non riusciva a stare in piedi, quella che sembrava che la voglia di vivere fosse svanita.