Capitolo 57

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Ho ancora il cellulare vicino all'orecchio. Non riesco a credere a ciò che ho sentito. Forse me lo sto solo immaginando.
" Ro, so che mi stai sentendo" Continua la voce sul cellulare.
Rimango in silenzio, mentre ingoio il nodo in gola.
" Ro!"
" Miss Evans." Dico. " Per te sono e sarò solo Miss Evans" Rispondo chiudendo la chiamata. Mi alzo, prendo la borsa e mi giro per prendere il cappotto solo che quando cerco di indossarlo qualcosa me lo impedisce.
" Ro...ehm..Miss Evans, io e te dobbiamo parlare." Me lo trovo davanti appena mi giro.
" Mi stai pedinando?" Urlo.
" No, ti ho vista per coincidenza." Dice mentre i suoi occhi mi fissano facendomi sentire a disagio.
" Siediti" Me lo dice come se me lo stesse ordinando.
" No, io non ho niente di cui parlare con te." Tolgo la mia giacca dalla sua forte presa e cerco di indossarla. Mi sento ridicola, non riesco nemmeno a mettermi il cappotto decentemente.
Mi afferra il braccio e mi trascina fuori dal locale con forza. Le persone nella caffetteria mi guardano male mentre io cerco di togliere la sua mano dal mio braccio.
" Lasciami" Urlo. Lui non mi ascolta.
" Zayn, ti ho detto di lasciarmi" Continua a trascinarmi per il marciapiede e poi si ferma davanti ad una macchina.
La sua.
" Entra" Mi ordina.
" No!"
" Ti ho detto di entrare"
" Lo vuoi capire che io a lavorare da te non ci torno" Urlo mentre sento gli occhi delle persone che passeggiano nel marciapiede fissarmi curiose.
Zayn non mi ascolta e mi spinge dentro l'auto. Cerco di uscire ma il suo braccio blocca i miei movimenti. Con l'altra mano tira verso di sé la cintura di sicurezza e poi cerca di agganciarla. Non sento più i muscoli del mio corpo, non riesco a muovermi e non sono capace nemmeno di respirare. Perché continua a farmi questo effetto, a mandarmi fuori controllo? Il suo viso è vicino, tanto vicino che il suo respiro è sopra la mia pelle. Lui alza lo sguardo dalla cintura e lo sposta su di me. Mi guarda e noto come la sua bocca a forma di cuoricino è mezza socchiusa.
Sento le mie labbra diventare secche, le sento prudermi, quasi bramassero potersi appoggiare alle sue.

Bacialo!
Sento dire dalla mia mente malata. Era da tempo che non parlava.

Sposto il viso e lui capisce il mio movimento e si allontana chiudendo la portiera dell'auto.
Zayn si siede nel sedile accanto al mio e dopo aver messo la cintura accende il motore. Mi tiro i pollici nervosa.

" Dove mi stai portando?" Domando cercando di non guardarlo.

" Lo vedrai." Dice guardando la strada. Provo ad aprire la portiera della macchina ma è chiusa, non è stupido come lo era stato Louis. Nonostante il riscaldamento dell'auto sia acceso lui abbassa di poco il mio finestrino.

" Va bene così o vuoi che lo abbassi di più?" Mi chiede con voce roca senza distogliere la sua attenzione. Fingo di non averlo sentito, ma infondo sono grata che si sia ricordato della mia fobia.

Nei dieci minuti che seguono mi sento sotto pressione, come se qualcuno dall'alto mi stesse schiacciando con qualcosa di più grande e pesante di me. Stavo quasi bene la settimana scorsa senza averlo sentito e ora, avendolo vicino, mi fa solo sentire più male di quanto lo sia già. Noto alcune abitazioni che non mi sembrano nuove, soprattutto il bar che abbiamo appena sorpassato. Passiamo vicino ad un piccolo parco e subito dopo ci troviamo in un parcheggio. Rimango a fissare l'edificio davanti a me. Zayn scende e apre la porta dalla mia parte ma quando sta per togliermi la cintura lo fermo.

" Non voglio più rivedere questo posto." Dico rimanendo seduta nel mio posto.

" Voglio dirti come sono andate veramente le cose, Ro." Dice mentre il vento invernale gli scompiglia i capelli.

Mi prende per mano, chiude la macchina e camminiamo lentamente verso l'ingresso. Una strana aura si forma intorno a noi, è come se tornassi a me e lui tre anni fa mentre attraversavamo lo stesso ingresso. Il petto comincia a farmi male, non voglio ricordare, non voglio entrare in quel posto e rivivere quel periodo. Tiro la mano di Zayn e mi fermo davanti l'entrata, non posso proseguire, non ci riesco!

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