Capitolo 46

14K 752 196
                                        

Appena pronunciai quel nome la linea venne interrotta.

" Pronto, Zayn!" Continuai ad insistere nonostante sapessi che lui o chi fosse nella linea non poteva più sentirmi.

" Ehi" Disse il mio amico toccandomi entrambe le spalle con le mani.

" É lui, sono sicura che è lui". Borbottai.

" Forse gli è successo qualcosa o forse non riusciva a sentirmi." Mi morsi il labbro mentre la mia gamba tremava.

" Ro, calmati. E se non è lui?" Disse il mio amico.

" E' lui" Continuavo a dirlo a voce alta mentre la mia mente continuava a ripetere lui un'infinità di volte.

" Richiamerà." Cercò di consolarmi.

Passò una settimana da quel giorno e Zayn non richiamò, non venne a casa mia, non si fece vedere. Stavo impazzendo e non mi era mai successo. Ogni giorno mi rendevo conto che la sua mancanza cresceva dentro di me e non riuscivo a fermarla. La porta suonava e ogni giorno, ogni ora, ero sempre io ad aprire, perchè ci credevo ancora, speravo che venisse, lo pretendevo. Mi vennero a trovare dei parenti. Non erano venuti quando ero cieca, ma ora che ci vedevo avevano la faccia tosta di presentarsi ? Falsi sorrisi e false risate. Non ci hanno mai voluti e ora si degnavano a presentarsi a casa mia?

Potevo diventare il maggiordomo di casa o la cameriera. Potevo essere chiunque. Ormai dalla porta non mi spostavo, più suonava il campanello e più io mi sentivo bene e male nello stesso tempo. Mi venivano a trovare sempre Kelsy e Niall. Facevano i turni o si davano le ore. Non lo sapevo di preciso, ma sembrava che sapessero quando venire, visto che non si incrociavano mai. Una sera ero sdraiata sul divano a guardare un programma televisivo, mia madre non c'era, aveva il turno di notte, così rimasi da sola. Il campanello suonò e io come un razzo mi precipitai davanti alla porta.

Quando aprì mi trovai davanti Carl. Era cresciuto, era diventato più carino e per la prima volta potei vederlo con una leggera barba che gli abbelliva ancora di più il viso.

" Carl" Dissi sorpresa.

" Ciao Rory" Mi sorrise passandosi la mano fra i capelli neri.

" Ciao!" Ricambiai il sorriso.

" Allora è vero, ci vedi." Aveva la bocca socchiusa.

" Già." Era più imbarazzante vederlo davanti a me, dopo due anni. Era molto più semplice quando non ci vedevo, anche se non riuscivo lo stesso a parlargli normalmente come se tra di noi non fosse successo niente.

" Hai visto, ci voleva solo un po' di fede." Mi fissò.

" Lo sai che alla fede io non ci credo." Gli risposi.

" Ma io si." Lo guardai, poi fissai la chioma dell'albero dietro alle sue spalle, poi osservai le macchine parcheggiate vicino all'asfalto. Non sapevo come continuare la conversazione. Mi vergognavo un casino. Guardò l'orologio che aveva nel polso, poi alzò lo sguardo verso di me.

" Elisabeth è qui?" Chiese ad un certo punto.

" No, ha dovuto fare delle ore in più oggi." Dondolai con i piedi uniti fingendo di tossire.

" C'è un locale qui vicino, ti andrebbe di bere qualcosa?" Mi domandò piegando la testa da un lato. Mi stava invitando ad uscire? Dopo quello che gli avevo fatto passare?

Solo come amici Rory. Rispose la vocina nella mia testa.

Infondo mi stavo annoiando a casa da sola, cambiare aria e non pensare a quello stronzo per qualche minuto non mi avrebbe fatto del male, no?

Inside you  [ Z.M ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora