Capitolo 66

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Le mie labbra tremano e il mio cuore mi tradisce e batte forte dentro il mio petto. Alzo tremolante il volto e lo guardo. Le sue dita mi accarezzano il viso mentre i suoi occhi sono fissi su di me, come se vedesse oltre, come se mi leggesse, in silenzio. Perché io non ci riesco? Perché non riesco ad entrare dentro di lui? Vorrei sapere cosa pensa, cosa gli frulla per la testa.

Respira, Rory, respira.

" Non mi sono ancora abituato alle tue pupille, a quell' azzurrro profondo che mi guardano, che mi fissano. Ero abituato a cercare il tuo sguardo, ero abituato a provare a catturare la tua attenzione." Il suoi occhi luccicano.

" Ro,... mi dispiace" Una lacrima innocua scende dal suo occhio sinistro, bagnando cosí le sue ciglia. Le sue dita smettono di accarezzarmi il viso e mollano piano piano la presa. No, non sta davvero piangendo, lui non puó piangere,non deve.

" Pensavo" Dice facendo una pausa senza guardarmi. " Che il rimorso sarebbe scomparso, che con il tempo ti avrei dimenticata."

Guardami, ti prego, guardami.

" Quando ti ho visto sulla soglia del mio ufficio, non sapevo cosa fare. Ho preferito mentirti perché non ero ancora pronto a dirti la veritá, non ero pronto a perderti un'altra volta."
Non sono in grado di reggere un'altra parola, non riesco a guardalo in quello stato. Alzo tremolante le braccia e gli prendo il viso tra le mie mani. E' la prima volta che rimango a fissarlo da cosí vicino, non lo sto abbattendo io il suo muro, ma lo sta facendo lui. Ho perso le parole, non riesco a far uscire un suono dalla mia bocca, non cé bisogno che parli, faccio la cosa che da tempo avrei voluto fare.Lo bacio.

Appoggio le mie labbra delicatamente sulle sue e inizio con uno schiocco seguito da un altro. Allontano una mano dal suo viso e l'allungo dietro il suo collo. Non ho il controllo delle mie azioni, mi sto avventando su di lui. In un primo momento sembra che volesse allontanarsi, ma poi mi afferra per la schiena facendo combacere i nostri petti.

Assaporo le sue labbra dolci, il suo alito sa di fumo, ma nella sua bocca non mi sembra cosí amaro come prima. Mi é mancato, mi é fottutamente mancato. Mi trattengo dal piangere. Ho sbagliato a giudicarlo, non é un mostro come credevo. Mi sento in parte in colpa, per averlo trattato male.

Mi allontano appena per riprendere fiato senza guardalo negli occhi, mi sento terribilmente in imbarazzo. Sento la stoffa del mio maglione essere stretta dalla sua mano, mentre i suoi denti catturano le mie labbra redendole sue un'altra volta. Siamo ancora lí, su quella panchina, in mezzo ai fiori e alla natura. Siamo ancora lí a baciarci, dimenticandoci del tempo, dimenticandoci per dei minuti chi siamo, cosa é successo. Ci stacchiamo poco dopo, con il fiatone e i nostri respiri irregolari.

Abbasso il viso verso le mie gambe che sono a cavalcioni sopra di lui. Quando sto con lui perdo il controllo, non ragiono, non penso a ció che faccio. Cerco di alzarmi sentendomi rossa in viso. Mi muovo sgarbatamente, ma lui mi ferma per le braccia.

" Ro" Sussurra con voce roca, facendomi tremare tutta. Non riesco a guardalo, non ci riesco.

Mi abbraccia forte a se, tenendomi tra le sue braccia come un orsetto di peluche. Appoggia il suo mento sopra la mia testa. Sento il suo cuore battere a contatto con la mia guancia. Rimango cullata dal suo profumo e dal suo respiro. Ha sempre il petto teso, come se temesse di farmi del male.

" Mi sei mancata" Sussurra. Allungo le mie braccia dietro alla sua schiena.

" Anche tu." E le lacrime scendono veloci lunghe le mie guancie. Sto sognando? Sono davvero cosí felice?

***

La tv é ancora accesa , non faccio caso alle immagini che scorrono e nemmeno alle voci che sento.

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