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13 Settembre 2021

Continuare una vita che non gli apparteneva era molto difficile per Mario. Verona era casa sua, ma lo era stata in modo diverso.

Aveva preso un appartamento in affitto in centro, e sentiva di essere arrivato al momento di non ritorno, quello in cui la decisione che hai preso grava completamente sulle tue spalle, e non puoi farci nulla.

Non era più nella situazione iniziale in cui le cose erano ancora indefinite e lui avrebbe potuto prendere il primo aereo e tornarsene in quella che era diventata di fatto casa sua, in Scozia. Eppure si rendeva conto che, più pensava a Claudio con un altro, più non riusciva a lasciare Verona. Doveva restare fino alla fine, fare il possibile per dissuaderlo da quella decisione.

In realtà non era poi sicuro che fosse una buona idea. Probabilmente non sarebbero riusciti a stare insieme comunque, e avrebbero finito per farsi male di nuovo, come anche sua madre aveva previsto. Era sicuro che alla fine sarebbe andata così, se mai avessero trovato un momentaneo punto di contatto e Claudio non si fosse più sposato.

Ma poi, in fondo, lui chi era per irrompere in quel modo nella vita del suo ex e chiedergli di non sposarsi? Non avrebbe potuto avere alcuna pretesa, soprattutto perché non era sicuro di potergli dare ciò che gli sarebbe venuto a mancare, venendo a mancare Francesco.

Stava sistemando uno degli scatoloni che Frank gli aveva mandato dalla Scozia quando sentì il citofono bussare e il suo cuore si riempì d'improvviso.

Si precipitò ad aprire senza neanche controllare di chi si trattasse. D'altra parte non avrebbe potuto essere che lei. L'aspettava.

Spalancò la porta e attese i passi veloci della sua amica, e non appena Valentina comparve sulla soglia le si lanciò tra le braccia. Non abbracciava più nessuno così. Nessuno a parte lei, naturalmente.

"Ehi...", le sussurrò l'amica in un orecchio accarezzandogli la schiena e la nuca con atteggiamento materno.

Mario affondò il naso nei suoi capelli bruni e respirò finalmente l'odore di casa. Valentina era l'unica persona a cui ancora concedesse se stesso. Con tutte le sue brutture, con tutte le sue fragilità.

"Come stai?", gli chiese lei continuando a massaggiargli la schiena.

Nonostante si fossero visti appena tre mesi prima a Glasgow, perché Valentina andava a trovarlo non appena potesse, rivedersi era sempre una grande emozione per entrambi. Erano rimasti bloccati a quel tempo in cui erano stati insieme, due rovesci di un'unica medaglia, e quando si rivedevano il tempo sembrava non essere passato.

"Sto bene..."

Valentina sorrise, consapevole che quella fosse solo una risposta di circostanza.

"Voglio la vera risposta.", comunicò entrando in casa e chiudendo la porta.

Osservò con un cipiglio l'ammasso di scatoloni al centro della stanza. "Quindi resti?", chiese ancora.

"Per ora sì."

Non aveva ancora stabilito per quanto tempo sarebbe rimasto. Una parte di lui era convinta che Claudio, alla fine, non si sarebbe sposato. In tal caso sarebbe rimasto in Italia.

"Mi sono fatto mandare un po' di roba mia, giusto l'indispensabile per stare un mese. Poi si vede. Il mio lavoro non richiede che resti a lungo."

"E Claudio?", chiese finalmente Valentina, accomodandosi sul divano.

Così quella domanda era arrivata subito, come si aspettava. Valentina era sempre stata una persona diretta, e lui sapeva che non ci avrebbe girato troppo intorno, alla fine. Era così che si aspettava il loro incontro. La sua più cara amica gli aveva sempre chiesto quello che sentisse nei confronti del suo ex fidanzato, ed era l'unica a conoscere i suoi reali sentimenti per lui.

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora