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Per molti il problema dell'amore è la paura. Non riesci mai a darti fino in fondo se sei spaventato dalle tue fragilità. Mario non si era mai sentito così vulnerabile come in quell'occasione, neanche quando aveva conosciuto Claudio che era appena un ragazzino. Tante volte aveva vissuto nell'illusione di essere forte, ma in realtà la sua fragilità era venuta fuori tutta insieme, e sembrava schiacciarlo anche in quel momento, mentre saliva le scale che li avrebbe condotti al suo appartamento.

Non aveva fatto in tempo a sistemare tutto per bene, ma non gli importava. In quel momento non si sarebbe preoccupato di nient'altro che di Claudio. Gli aveva fatto la proposta di andare da lui soltanto perché lo vedeva sconvolto, e lui gli aveva detto chiaramente di non voler tornare a casa propria. Non sapeva come fosse possibile, ma quel senso di protezione che aveva sempre nutrito nei confronti di Claudio era ancora una delle parti predominanti della propria personalità, e quella sera sembrava voler prendere il sopravvento su tutto il resto: sul dolore, sulla sua voglia di rivincita, sulla necessità di averlo suo.

In effetti sapere cosa avesse fatto per Aldo lo aveva sconvolto moltissimo, e Mario non riusciva a pensare ad altro. Forse era stato lui il superficiale a non riuscire a percepire il suo dolore.

Proprio in quel momento, mentre Claudio lo seguiva salendo le scale in silenzio, si rese conto che ancora una volta, chissà perché, il suo ex compagno si fosse affidato a lui raccontandogli di quel centro e tornando a casa insieme con lui. Era in balia delle proprie indomabili emozioni e aveva bisogno di processarle prima di tornare a casa propria. Mario questo lo aveva capito, e sebbene non fosse così contento all'idea che Claudio sarebbe tornato comunque da Francesco sapeva che non fosse il momento di spingersi tanto più in là.

"Eccoci.", disse semplicemente estraendo le chiavi dalla tasca quando furono di fronte alla porta. L'aprì e fece spazio a Claudio per entrare.

Lo seguì un secondo dopo richiudendo la porta e notò che l'altro si fosse tolto la giacca addentrandosi senza indugio nell'ingresso per andare a sedersi sul divano.

"Vuoi... ti va qualcosa per cena?", chiese in preda all'imbarazzo del momento. Non sapeva come altro approcciarsi a lui. Non poteva dirgli esattamente le proprie intenzioni, ma non voleva neppure lasciarlo andare o farlo sentire a disagio.

"Non ho molto appetito. Hai una birra, invece?", chiese Claudio, provocando l'ilarità di Mario. Lo vide voltarsi verso di lui, stupito da quella risata. "E non c'è niente da ridere.", puntualizzò fingendosi offeso.

Mario andò verso il frigo per poi aprirlo ed estrarre due birre. "Certo che ho una birra, ti pare?"

Le poggiò sul tavolo e le stappò mentre Claudio lo osservava silenziosamente, e poi lo raggiunse sul divano e gliene porse una.

"Per me puoi restare quanto vuoi...", gli disse semplicemente. Era la verità.

"Vorrei solo tranquillizzarmi un attimo.", gli rispose Claudio col volto ancora sconvolto. "Non mi sentivo così vulnerabile da tempo."

Mario lo guardò fissamente aspettando cos'altro avesse da dirgli.

"Sei tornato ed hai scombussolato ogni mio piano. Lo sai come ci sono stato, Mario, quando ci siamo lasciati." Quindi il problema non era Aldo. Il problema era lui. Mario si chiese come fosse possibile che Claudio fosse in grado di farlo sentire sempre colpevole di qualcosa di increscioso quando si parlava del loro rapporto. Lui gli aveva dato tutto finché aveva potuto, finché ne aveva avuto le forze.

Mario scosse la testa sarcastico. "A parole sono bravi tutti, Claudio. Hai detto a tutti che sei stato male, che hai sofferto. L'hai fatto anche con me. Ma quanto è durata? Dopo poco ti eri già fidanzato con Francesco."

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora