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Tempo.

Il tempo era sempre stato nemico per Mario. Il dover aspettare, il non poter avere ciò che desiderava a portata di mano. Il doversi accontentare delle briciole, e tutto solo per una questione di tempo.

Perché il tempo va assecondato, bisogna aspettare i suoi tempi.

Eppure, mai come in quel momento era per lui la peggiore delle condanne: prima di tutto il dover aspettare ancora una lunga settimana; per secondo il fatto che mancasse però soltanto una settimana al matrimonio.

Gli sembrava un tempo infinito, se pensava alle labbra di Claudio, al suo senso di protezione, a quanto l'altro gli appartenesse. Eppure gli sembrava anche un tempo piccolissimo, se paragonato a ciò che stava per accadere. Se tutto fosse andato storto, la settimana successiva Claudio sarebbe stato il marito di un altro. E questo proprio non riusciva ad accettarlo, non avrebbe potuto mai. Per quanto avesse odiato che quello che da sempre considerava il suo uomo fosse fidanzato con un altro, non aveva mai messo in conto che ciò potesse significare una condizione definitiva. Quello non lo aveva mai pensato.

Eppure, se non fosse tornato, se non avesse rimesso piede a Verona, Claudio si sarebbe sposato senza neppure pensarci due volte. E anche il quel momento, quello sospeso, quello appena dopo un bacio, Mario era convinto che quel matrimonio, alla fine, si sarebbe celebrato. Per quanto continuasse a sperare, sapeva di rischiare, sapeva di dover mettere in conto tutto, anche che Claudio, alla fine, avrebbe sposato veramente Francesco. Così chiuse gli occhi e lo lasciò andare.

Gli avrebbe dato il tempo che desiderava.

Si diresse nella sala principale in cui gli altri stavano ancora consumando, ignari di quanto fosse appena accaduto in quel bagno, e prese nuovamente posto vicino a Dario. Lo aveva conosciuto qualche giorno prima, quando Alessandro aveva deciso di chiedergli aiuto per il nuovo software. Per quanto poco lo conoscesse Mario si era fidato subito di lui. Aveva a che fare con una persona corretta, dedita al lavoro, quanto di più simile a lui avesse incontrato. E quanto di più opposto a Claudio da un punto di vista caratteriale. Un uomo taciturno, poco avvezzo al divertimento, qualcuno che era nato per essere serio, per vivere seriamente.

Mario si rivedeva in lui per quel che era stato negli ultimi anni, e sapeva di poter contare su quella persona, così si era lasciato trascinare al Berfi's invitato da lui. Non aveva mai pensato di vederlo diversamente che come un amico, anzi, si era ben guardato dal dimostrargli troppa affettuosità. Eppure, quando qualche sera prima avevano incontrato Claudio e Paolo, e aveva notato sul volto del suo ex i chiari segni di quella che gli sembrava gelosia, aveva pensato bene di sfruttare l'occasione che gli si era presentata senza che lui la cercasse, e così l'aveva invitato a quella cena.

Aveva ricevuto molti segnali di malcelata gelosia. Molte occhiate, una chiara agitazione. E poi Claudio era esploso. Gli aveva telefonato per farsi raggiungere in bagno e buttar fuori tutto ciò che sentiva a riguardo. La gelosia era reale, non era frutto della sua immaginazione innamorata. La gelosia era il primo segnale che qualcosa stesse cambiando. Perché non puoi essere geloso di qualcuno che non ti appartiene, non più ormai.

Mario sapeva di doversi giocare al massimo tutte le carte che gli erano rimaste.

Avvicinò nuovamente le labbra all'orecchio di Dario per sussurrargli qualcosa. Claudio si sarebbe chiesto per tutta la serata cosa si stessero dicendo.

"Spero tu ti stia divertendo con i miei amici.", gli chiese con voce flebile, in un sussurro appena accennato.

Dario lo guardò come mai aveva fatto prima. Sembrò scrutare nei suoi occhi, cercare qualcosa che non aveva ancora trovato. Mario si chiese se avesse intuito che fino a poco prima era nel bagno con Claudio. Non che gli importasse. Non era lui a doversi sposare, non era lui nella situazione di dover scegliere cosa fare. Probabilmente, anzi, sarebbe stato molto meglio se fossero stati scoperti a baciarsi. Probabilmente questo gli avrebbe facilitato la situazione. Gli avrebbe fornito un modo per riavere Claudio. Eppure, se fosse andata così, l'uomo non avrebbe dovuto scegliere, e questo non gli stava bene. Lui voleva stare con Claudio, ma essere la sua scelta consapevole. Voleva che si tirasse indietro da quel matrimonio che gli sembrava una follia, ma che lo facesse con coscienza. Che lo volesse, decidendo per davvero cosa fosse giusto per sé.

"Sì, è una bella serata.", rispose Dario, completamente ignaro di cosa stesse succedendo in quei giorni. Mario non gli aveva mai raccontato di Claudio, e neppure di quello che gli era successo. Non si era mai spinto così tanto. D'altra parte Dario era uno sconosciuto, per lui, e raccontarsi così intimamente non era di certo nei suoi piani.

Per il momento poteva continuare a recitare il ruolo che gli era stato affibbiato a sua insaputa. Mario si sentiva anche stupido a mostrarsi a lui in vesti così intime. Non gli era mai successo di agire per un secondo scopo, non era il tipo da inganni o tranelli. Eppure si vedeva così disperato, in quella circostanza, che non sapeva a cos'altro ricorrere.

Vide Claudio con la coda dell'occhio e, sebbene stesse con Francesco e scambiassero continuamente una parola sfiorandosi appena a vicenda con familiarità e appartenenza, Mario si rese conto che la sua presenza con Dario lo disturbava più di quanto volesse ammettere a se stesso. Aveva paura di un rifiuto, paura di rimanerci male, paura di dover rinunciare a tutto ciò che avrebbe desiderato, eppure continuava, continuava per la sua strada.

Forse avrebbe fatto meglio ad essere onesto con se stesso e con Claudio. Avrebbe dovuto ammettere che mai, mai in tutta la sua vita, avrebbe potuto amare per davvero qualcun altro.

Cercò di non farsi notare mentre continuava ad osservarli e provava un dolore grande, una furia inaudita che non poteva spiegarsi con nient'altro se non con l'amore.


***

20 Ottobre 2017

Il tempo si era fermato a quella notte di Luglio, e non voleva saperne di andare avanti. Eppure lui aveva fatto di tutto per dimenticare. A volte temeva che una parte della sua mente sarebbe stata sempre legata a quell'amore che non aveva vissuto fino in fondo.

Aveva avuto l'opportunità di riavere Claudio. Non si erano mai dimenticati. Neppure Claudio lo aveva fatto nonostante stesse con un'altra persona. Eppure ogni volta che provava a riavvicinarsi a lui sentiva un senso di angoscia e di stordimento, come se il suo corpo si rifiutasse di riavere con lui il legame che avevano perso. Come se in qualche modo rigettasse l'idea di tornare con Claudio. E non perché non lo amasse, ma perché nonostante l'amore, provava per lui anche un grande odio. Odio per avercela fatta, per essere sopravvissuto, odio per aver superato tutto quello che avevano subito, odio per aver trovato una sua dimensione con qualcun altro. Lui non ci sarebbe mai riuscito.

Tutto il rancore che serbava, ma soprattutto la sua incapacità di legarsi, di avere una relazione, men che meno con Claudio, lo faceva star male. Ogni volta che ci pensava prendeva a tremare, come se fosse in preda a un attacco d'ansia. Forse era proprio questo: Claudio gli trasmetteva l'angoscia di quello che avrebbero potuto essere e non sarebbero stati mai più.

Come si può sopravvivere alla morte?

Mario se lo chiedeva sempre. Tutti gli avevano detto che lo si poteva fare con l'amore. L'amore vince sempre sulla morte. Eppure lui non riusciva a servirsene per vivere ancora.

Stava sopravvivendo.

Non c'era giorno, comunque, in cui non avesse pensato a Claudio, all'espressione profonda dei suoi occhi durante l'ultima volta che erano stati insieme. Claudio e quel volto addolorato, di quel dolore che lui non aveva ancora compreso.

Per questa ragione, proprio perché a Claudio non aveva mai smesso di pensare, gli venne in mente subito lui, quando quella sera di pioggia suonarono al campanello.

E lui andò ad aprire ignaro, ma anche con un presentimento forte.

Il presentimento che ci sono alcune cose che non finiscono mai di esistere. Neanche negli anni che si susseguono, neanche dopo le vite che se ne vanno.

E così, quando aprì la porta, neanche si stupì poi tanto nel trovarsi davanti Claudio.


***

Scusate per l'assenza di questi ultimi giorni, ma sono stata un bel po' indaffarata.

So che è un capitolo breve e di passaggio, mi serviva per tornare da Mario e definire alcuni punti, e soprattutto per far capire le sue sensazioni riguardo la situazione con Claudio, sia nel presente che nel passato. Stiamo per entrare nel vivo della storia. A prestissimo. 

Con affetto, come sempre.

Emma

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora