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15 Settembre 2021

Avrebbe dato anche la vita pur di provare un attimo di gioia. Avrebbe percorso il sentiero più tortuoso per raggiungere la cima della scarpata e vivere il momento in cui avrebbe potuto contemplare quello che si stagliava all'orizzonte, che si arrampicava attorno a lui, sotto ai suoi piedi. Eppure non aveva le forze per camminare, per arrampicarsi, per vincere l'inverno. Si sentiva già spompato, e non era neanche a metà percorso.

Valentina lo osservava con un cipiglio preoccupato, e lui si sentiva completamente leggibile ai suoi occhi. Non sapeva più come nascondere il suo reale stato d'animo.

"Mario, non c'è bisogno che tu finga di star bene...", lo redarguì lei. "Insomma, almeno con me potresti essere onesto."

Mario impilò i fogli su cui aveva lavorato quella mattina e li sistemò in un angolo della scrivania. "Non sto fingendo, sto cercando di non pensarci."

Erano ore che Valentina lo tormentava. Si erano visti per pranzo, ma lei aveva continuato a chiedergli dell'incontro del giorno precedente, di come era stato Claudio, di cosa lui stesso sentisse, di come lo aveva visto. Non riusciva a scrollarsela di dosso, nonostante le avesse ripetuto più volte che non gli andava di parlare del giorno prima. Voleva che alcune cose restassero tra lui e Claudio. D'altra parte gli era impossibile rendere a parole alcune sensazioni che aveva provato. Non ci sarebbe mai riuscito, probabilmente.

"Non risolvi la questione in questa maniera, Mario. Sei venuto qui per una ragione, ricordatelo. Non è da te mollare."

"Non sto mollando.", si difese. Non poteva tollerare che la sua amica credesse questo di lui. Non era mai stato una persona che si arrendeva. Tutti gli avevano detto che già in passato avesse agito in quella maniera, eppure lui non sentiva di essersi arreso. A volte le cose muoiono naturalmente, e non fai neanche in tempo ad accorgertene.

"Sì che lo stai facendo, così come l'hai fatto cinque anni fa, quando l'hai praticamente gettato tra le braccia di un altro."

E questo proprio non andava bene. Non andava bene che gli altri pensassero che lui avesse gettato la spugna, e che la fine della relazione con Claudio dipendesse solo da lui, come più volte anche Claudio stesso gli aveva fatto notare.

"Anche tu con questa storia. Non è possibile! Io non ho gettato nessuno tra le braccia di Francesco. È lui che ci è voluto andare, e guarda un po', ci sta così bene che se lo sposa anche."

Dirlo a voce alta lo faceva sembrare così reale che lui stesso se ne spaventò.

Un conto era pensarci, immaginare quel matrimonio, credere che potesse accadere sul serio, alla fine, e un altro era invece dirlo a voce alta, con quella convinzione. Come se non fosse più possibile fare qualcosa in merito.

"Tu ti stai arrendendo. Di nuovo. Non è possibile. Eppure pensavo che fossi deciso a riprendertelo, stavolta."

"Riprendermelo? Non è un pacco postale che si prende e si posa. Non è una questione di volerlo o meno. Lo sai che l'ho sempre amato. Non è mai stato quello il mio problema."

Valentina l'osservò seria mentre lui si lasciava andare sulla sedia della scrivania. Sapeva perfettamente quali fossero i suoi sentimenti per Claudio, ma dirglielo in maniera così diretta era comunque strano, per lui.

"Il problema è che non hai mai avuto il coraggio di affrontare questo dolore. Il problema è che hai sempre cercato di punirti per qualcosa che non hai fatto, Mario. E hai sabotato la tua vita e la tua felicità."

Avrebbe voluto ribattere qualcosa, dirle che si sbagliava, ma avrebbe potuto?

Come poteva darle torto?

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora