47

2.2K 264 15
                                    


12 Ottobre 2021

Le decisioni più difficili sono quelle che si prendono d'impulso, senza darsi il tempo per pensare. Sono quelle che si sceglie di afferrare, altrimenti, se ci si rimuginasse un po' su, si cambierebbe subito idea.

Mario aveva avuto modo di decidere per sé, aveva avuto modo di decidere per la sua vita e per quella di Claudio, ma aveva sempre allontanato il momento decisivo.

Quel momento era arrivato. Lui e Claudio non potevano continuare a fuggire da quello che erano stati e, soprattutto, da ciò che ancora erano l'uno per l'altro.

Era ormai pomeriggio inoltrato quando, in attesa fuori dal suo ufficio, Mario incrociò nuovamente gli occhi di Claudio. Non aveva risposto a quel messaggio non perché non desiderasse ardentemente farlo, né perché fosse ancora arrabbiato con lui. In fin dei conti, al contrario, lo comprendeva. Aveva voluto prendersi un po' di tempo per decidere come agire, per poi fargli una sorpresa e presentarsi fuori dal suo ufficio. Non gli aveva telefonato perché sapeva che Claudio reagiva diversamente quando era preso di sorpresa. E lui voleva fare questo: sorprenderlo.

Quando lo vide lì, poggiato a quel muretto, sul volto di Claudio si dipinse un sorriso inaspettato, sintomo del fatto che, sebbene avessero giocato lungamente a farsi male, trovavano pace reciprocamente solo tra le braccia dell'altro.

"Ehi...", gli disse quindi avvicinandosi di poco. "Sei qui?"

Era uno di quei momenti in cui hai paura di rompere qualsiasi equilibrio si sia creato, anche se debole.

"Sì... volevo parlarti.", ammise guardandolo con difficoltà. Se c'era una cosa che quei due occhi verdi riuscivano sempre a fare era quella di metterlo in difficoltà.

Si rese conto di quanto assurda fosse stata l'idea che aveva avuto la sera precedente, quella di farlo ingelosire. Non aveva alcun senso, e lo aveva saputo fin da subito, ma in quel momento era diventato ancora più evidente quanto grande fosse l'errore che aveva commesso. Claudio cercava un appiglio, qualsiasi cosa per riuscire a fidarsi e lui, al contrario, gli aveva dato motivo per dubitare.

"Ti va di fare due passi?", gli chiese Claudio.

Mario annuì appena mentre lo seguiva per quella strada che tante volte aveva percorso nelle ultime ore, attendendo che l'altro finisse.

"Sei qui da molto?", gli chiese mentre continuavano a camminare.

"Abbastanza."

"E perché non mi hai chiamato?"

Mario sorrise. C'erano domande a cui lui stesso non sapeva rispondersi. "Perché non volevo disturbarti. E poi mi faceva piacere aspettarti."

Le ultime ore erano state tremendamente forti per lui. Rivivere alcuni momenti della loro storia, prendere coscienza delle volte in cui era stato lui a sbagliare, cercare di comprendere anche il punto di vista di Claudio e realizzare che l'uomo non si fosse sposato era stato davvero difficile. Aveva dovuto fare i conti con se stesso e con le credenze che aveva sempre avuto. Mario non era il tipo di persona che sa interrogarsi sul passato. Mario preferiva vivere il futuro. Ma in quella storia il passato era importante tanto quanto lo era il futuro, e capire la motivazione di certi comportamenti assunti da Claudio nel corso di quegli anni lo era altrettanto.

Tutto stava nel fatto che Claudio non era lui. Claudio era diverso, e se aveva reagito aggrappandosi a un'altra persona, se aveva deciso di legarsi a qualcun altro, ciò non rendeva meno autentico il suo sentimento per Mario. Aveva sempre saputo di avere davanti una persona che, a differenza sua, non era in grado di stare da sola. Avrebbe soltanto dovuto accettare che, di fronte alle difficoltà, avevano modi diversi di reagire.

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora