25 Settembre 2021
Il dolore era una punta sottile ed affilata infilzata nel suo cuore. Un dolore muto, che non gli dava possibilità di fuga. Si sentiva completamente schiavo di quelle sensazioni. Amore, odio, gelosia. Claudio non poteva più negarlo.
Non quando Mario era ad un passo da lui e scherzava con quell'uomo, Dario, come se ci fosse qualcosa di davvero divertente di cui parlare.
Quando aveva accettato di andare a cena con tutti sapendo della presenza di Mario non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato così difficile sostenere quello sguardo e accettare di vederlo interagire con qualcun altro. Non aveva più il pretesto dell'ubriacatura, non poteva più dare la colpa ai sensi. Quella volta era lui, solo lui, a sentire quella feroce gelosia che gli stava bloccando il respiro e che non gli consentiva neppure di mangiare. Francesco accanto a lui aveva notato sicuramente che qualcosa non andasse. Ormai aveva smesso di porgli domande.
Claudio sapeva che non meritasse di essere trattato male, che non fosse giusto mentirgli. Sarebbe stato molto meglio farla subito finita. Sarebbe stato opportuno evitare tutti i luoghi e le circostanze in cui ci fosse stato Mario. Ma non sarebbe stata vita. E non era neanche giusto evitarlo come si fa con le cose che fanno male. Mario non era qualcosa di negativo da cui dover rifuggire. Era giusto, invece, che si vivesse il più possibile le sensazioni che provava al suo cospetto, soprattutto in quel periodo. Gli ultimi giorni significavano tutto.
Claudio non era sicuro di essere abbastanza coraggioso per prendere una decisione. Eppure non poteva lasciarsi trascinare dagli eventi, non poteva continuare a fingere che andasse tutto bene.
"Allora, come va?", gli chiese Paolo allungando un braccio e mettendolo intorno al suo collo. Claudio avrebbe voluto rispondergli con la verità, ma non sarebbe stato il caso farlo lì davanti a tutti. Inoltre all'amico sarebbe bastato guardarlo negli occhi per saperlo. Così si limitò ad annuire senza sapere neanche lui cosa significasse quel gesto.
Paolo sorrise appena, intenerito. Era bello sapere che ci fosse ancora qualcuno capace di leggergli dentro senza pretendere troppe spiegazioni.
Forse era un mostro a provare determinati impulsi prima del matrimonio. Forse stava solo rovinando la propria vita e quella di altre due persone a cui teneva, che amava. Eppure non riusciva a fare a meno di cadere in quella trappola. E Mario di certo non lo aiutava. Era tornato con lo scopo di metterlo in difficoltà, di disintegrare le sue certezze. Lo odiava per questo, eppure ne ammirava il coraggio.
Mario aveva preso un aereo e l'aveva cercato con la speranza che esistesse ancora una possibilità per loro due. Possibilità che Claudio, se avesse potuto scegliere, gli avrebbe concesso. Possibilità in cui, comunque, non credeva fino in fondo.
"Ti vedo assente.", gli sussurrò quindi Paolo, in modo che fosse solo lui a sentirlo. E cosa avrebbe potuto dire Claudio? Quegli ultimi giorni lo avevano reso una persona diversa. Non sapeva combattere contro qualcosa di così grande. Forse neanche voleva farlo.
"Lo sono.", gli rispose. "Ma va bene. È così che deve andare. Io...", passò velocemente lo sguardo su Mario e Dario. "Certe cose è meglio che le veda."
Lo disse più a se stesso che al suo amico, in realtà. Stava cercando di convincersene. Era a questo che avrebbe dovuto abituarsi, se avesse voluto Mario nella sua vita come presenza marginale? Non era possibile. Non per loro.
"Claudio, per favore, pensaci bene. Devi fare quello che è meglio per te. Dimenticati degli altri e agisci per te stesso. Le decisioni migliori si prendono con un pizzico di egoismo."
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Non mi avete fatto niente
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Un avvenimento doloroso ha allontanato Mario e Claudio, due giovani ragazzi che si sono amati ardentemente. Nonostante le riserve Mario decide di tornare a Verona proprio in occasione del matri...