Come vi avevo anticipato alla fine dello scorso capitolo, occhio alle date!
Buona lettura.
Vi voglio bene,
Emma
4 Aprile 2023
Un dolore così palpabile non l'aveva, forse, mai provato. Era difficile da accettare. Era così complicato immagazzinare tutto quello che era accaduto nell'ultimo periodo, eppure Claudio sapeva di dover andare avanti, di dover continuare a vivere. Non sapeva neppure perché lo faceva, in verità. Non sapeva in nome di quale Dio o di quale assurdo sentimento decideva di farlo.
Forse lo faceva per i suoi genitori, che gli volevano bene nonostante tutto. O forse lo faceva per quella fiammella che esisteva al centro del suo petto, che non aveva mai smesso di dare fuoco alle sue membra. Quella fiammella che aveva contribuito alla sua sofferenza, al dolore che lo aveva quasi ucciso, ma che era rimasta sempre viva, compagna fedele dei suoi giorni peggiori. E alla fine si era abituato.
Si era abituato all'assenza, alla distruzione, al dolore che la vita gli stava imponendo, e non riusciva neanche più a pensarsi felice. Tutto ciò che di felice c'era stato nella sua vita era stato spazzato via anni prima.
Quindi continuava a nutrirsi dei ricordi che quella fiammella gli riproponeva. Continuava a crogiolarsi in quel dolore muto.
Era tutto ciò che gli restava di Mario. Tutto ciò che gli restava per non lasciarlo andare definitivamente. Perché come aveva pensato altre volte, finché era vivo il dolore, era viva anche l'illusione di appartenergli.
E smettere di soffrire avrebbe significato lasciar andare anche il ricordo di Mario. Il dolore era l'unica cosa che lo teneva ancora legato a lui.
Continuò a camminare non curandosi di bagnarsi le scarpe lucide. Quel giorno pioveva, ma non si sarebbe aspettato niente di diverso.
Si strinse nelle spalle cercando di evitare di soggiacere al freddo atipico di quell'atipica giornata di aprile, e continuò a guardare la lapide bianca di fronte a lui come se ancora non credesse a quello che stavano vivendo. La bara non era ancora stata seppellita del tutto, e lui era stato convinto che avrebbe resistito fino alla fine, ma si rese conto che non ce l'avrebbe fatta.
Così lanciò uno sguardo al nome: Lia Righetti.
Non poté fare a meno di sentire un brivido attraversargli tutta la schiena. Poi si voltò e si perse in mezzo alla folla delle persone che erano andate a rivolgere l'ultimo saluto a sua nonna. Non credeva che sarebbe stato così difficile dirle addio. Si era abituato all'idea di perderla.
Nessuno, comunque, parve accorgersi della sua assenza. Così si concesse di alzare il volto e, reggendo ancora l'ombrello con cui maldestramente si copriva, lasciò finalmente andare le lacrime che aveva versato, e ricordò di quando più di due anni prima sua nonna gli aveva regalato un altro pezzetto di sé. Forse l'ultimo.
***
9 Novembre 2021
Si sentiva ancora odore di chiuso, in quella stanza.
Mario era andato via da pochi giorni, eppure sembrava essere passata un'eternità. Era ancora così difficile immaginarsi senza di lui. Eppure stavolta era così, avrebbe dovuto accettarlo. Mario non avrebbe cambiato idea. Era partito per Glasgow e, sebbene lo avesse rassicurato sul fatto che non si trattasse di una decisione definitiva, sapeva che quello era un enorme passo indietro nei suoi confronti. Mario non sarebbe tornato.
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Non mi avete fatto niente
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Un avvenimento doloroso ha allontanato Mario e Claudio, due giovani ragazzi che si sono amati ardentemente. Nonostante le riserve Mario decide di tornare a Verona proprio in occasione del matri...