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29 Settembre 2021

Ci sono delle date che ricordi essere importanti senza neppure saperne la ragione. Momenti di vita passati, emozioni che ormai non ritrovi nel presente, situazioni che hai vissuto in un periodo così lontano che non riesci a ricordare perché sono importanti.

Eppure sai che c'è qualcosa, lo senti.

Ecco cosa sentiva Mario quel giorno. Nonostante questo, però, aveva evitato accuratamente lo sguardo di Claudio per tutta la giornata. Aveva evitato di parlargli, di stargli vicino più del dovuto, di avere a che fare con lui più del necessario. Eppure era rimasto, come l'altro gli aveva chiesto, perché non avrebbe potuto fare diversamente, e dopotutto con Claudio avrebbe vinto sempre il cuore contro la razionalità. Continuava a ripetersi che non fosse giusto essere lì, che lui stesso doveva farsi una ragione di quanto accaduto, che Claudio avrebbe sposato presto un altro e che sarebbe stato più sensato chiudere quell'inutile tentativo di sabotaggio. Eppure cosa poteva farci se non riusciva a fare a meno di sperare? Non era forse legittimo vivere gli ultimi momenti di quella straordinaria follia?

Quella sera erano tutti in uno dei locali di Castel di Sangro, che rispetto a Roccaraso offriva più movimento per i giovani. Erano nel vecchio bar sgangherato di sempre, con Giovanni e Simone che riempivano i bicchieri fino all'orlo e offrivano una buona compagnia. Mario si sentiva fuori dal tempo. L'ultima sera di una vita che stava per finire. Tutto ciò stava avvenendo diversamente da come avrebbe desiderato. Non era riuscito a stare vicino a Claudio, non aveva fatto altro che evitarlo in verità. Non riusciva a sopportare l'idea di dovervi rinunciare, e quindi preferiva non stare con lui perché avrebbe senza dubbio perso, in tal caso.

Non riusciva, però, ad evitare di guardarlo continuamente, di rivolgersi a lui, di chiedergli come stesse con lo sguardo. E ciò che lo stupiva era continuare a trovare Claudio, dall'altra parte. Il suo sguardo, il suo sorriso.

Quella sera sentiva qualcosa di strano al centro del petto. Buttò giù l'ultimo cicchetto e decise di non bere altro. Paolo, invece, stava malissimo e si reggeva a Rosita cercando appoggio.

"Ragazziiii, questa è l'ultima ubriacatura che vedrà Claudio liberoooo.", cominciò a urlare sovrastando le voci degli altri, se non fosse stato abbastanza il senso di disagio e di difficoltà che stavano provando entrambi in quel momento, Mario nel prendere coscienza della veridicità delle parole di Paolo, e Claudio che si sentiva probabilmente colpevole per quello che stava accadendo.

Rosita, quindi, che era quella più responsabile, decise che per quella sera fosse abbastanza, e trascinò quindi Paolo fuori dal locale. Mario e Claudio li seguirono in silenzio. Un lieve giramento di testa impedì a Mario di camminare con lucidità, e si aggrappò quindi d'istinto al braccio di Claudio che lo resse immediatamente.

"Dove sono Lorenzo e Cristiano?", chiese Rosita improvvisamente in apprensione.

"Hanno detto che andavano a fare un giro.", le comunicò Claudio prontamente rivelando una notizia che era sfuggita anche a Mario.

"Bene, io porto Paolo a casa.", disse lei sfilando le chiavi dell'auto dalla tasca dei jeans dell'amico che si reggeva a stento in piedi. "Voi fate come vi pare.", disse poi strizzando un occhio a Mario.

Fu forse quel gesto che caricò di aspettative quella serata fino a quel momento inutile, o il fatto stesso che Claudio non fece una piega ma rimase, anzi, lì con lui.

Osservarono Rosita allontanarsi reggendo Paolo e Mario si sentì una pessima persona a lasciarla sola nel momento del bisogno, ma l'istinto di restare solo con Claudio per quella che poteva essere davvero l'ultima volta era molto più forte. Inoltre lui stesso non era del tutto lucido, a differenza, a quanto pareva, di Claudio.

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora