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A chi si manca
e ha il coraggio di ammetterlo.



23 Settembre 2021

Le luci blu del Berfi's gli facevano l'effetto di sempre. Lo rilassavano, contro ogni logica. Nonostante la bolgia, nonostante il caldo e l'atmosfera irrespirabile Claudio si sentiva a casa. Non sapeva spiegarsi razionalmente la strana ragione per cui quel posto gli trasmetteva così tanta familiarità. Forse dipendeva dal fatto che parte della sua adolescenza l'avesse vissuta lì, e trascorrervi una serata significava fare un tuffo nel passato. Un tuffo gradito in un'epoca in cui il tempo non significava una corsa verso la fine.

Paolo, accanto a lui, stava sorseggiando l'ennesimo drink mentre muoveva la testa a ritmo di musica, gli occhi semichiusi per via dell'alcool in circolo.

Claudio fissò il suo bicchiere vuoto per metà e infilò la cannuccia più a fondo in mezzo ai cubetti di ghiaccio.

"Te lo scordi.", disse serio all'amico che lo guardava ancora con aria interrogativa. "Io non tradirò Francesco. Non è nel mio stile."

Paolo soffocò a stento una risata, e Claudio si sentì immediatamente in difficoltà.

"Beh, è finito quel periodo. E poi non l'ho mai tradito così, con il primo che passava. Non mi infilerai nel letto di quel ragazzo, Paolo.", sottolineò Claudio indicando il ragazzo su cui poco prima lui e Paolo avevano scommesso. "Non sono venuto qui per cercare qualcuno da scopare."

Paolo sbuffò. "Mamma che noioso che sei! Francesco la mummia ti ha reso a tua volta una mummia."

Claudio lo guardò sconsolato. Sapeva che a parlare fosse l'alcool, ma non riusciva a comprendere perché Francesco non piacesse fino in fondo a nessuno dei suoi amici. Per quanto fosse un uomo in gamba che gli voleva veramente bene loro non riuscivano ad accettare che qualcuno avesse preso il posto di Mario.

"Paolo, puoi intrattenerti con chi vuoi. Io ti aspetto qui.", disse Claudio.

"Mi devi cinquanta euro."

"Io non ho scommesso.", lo corresse. E proprio mentre parlavano delle assurde pretese di Paolo rispetto ad un eventuale tradimento, perché quella sera aveva proprio deciso di sfidarlo in un modo che lui non comprendeva, vide in lontananza una sagoma a lui particolarmente familiare. Sapeva riconoscere Mario anche in mezzo ad una folla di persone.

"Paolo...", lo chiamò per attirare la sua attenzione. "Quello è Mario, vero?"

Paolo si voltò lentamente verso il punto in cui Claudio aveva puntato il suo sguardo. "Sìììì, il nostro caro amico Mario!", esclamò prendendogli un braccio e cominciando a trascinarlo in mezzo alla folla.

Claudio cercò di opporre resistenza. "No. No, Paolo, cosa vuoi fare?"

Ma ormai era troppo tardi. Mario si voltò in un secondo e li vide avvicinarsi. E poi, in qualche strana maniera, anche lui sentiva la necessità di vederlo, nonostante volesse reprimere quell'istinto e continuasse a raccontarsi di cercarlo per amicizia. Sapeva benissimo che non fosse così, solo che non era ancora pronto ad ammetterlo.

"Ciao Marioooo", continuò ad urlare Paolo mentre Claudio cercava di strattonare il proprio braccio per salvarlo dalle sue grinfie.

Mario sorrise appena, un sorriso accennato che a Claudio spezzò il fiato. Lo trattenne con la speranza che un giorno avrebbe imparato a respirare anche al cospetto di Mario.

"Come stai?", gli chiese ancora Paolo mentre Claudio si guardava imbarazzato la punta delle scarpe. La musica sovrastava appena le loro voci, ma Claudio riuscì a sentire ugualmente quella di Mario che gli rispose.

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora