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17 Settembre 2021

Il vento continuava a soffiare fuori dalla finestra. Muoveva le tende che danzavano giocando col sole, lasciandolo intravedere di tanto in tanto. Ma Claudio non si muoveva. Non aveva intenzione di regalare il suo volto alla luce del sole, al nuovo giorno che stava nascendo lasciandolo ancora senza una risposta. Sentì il fiato caldo di Francesco infrangersi contro la sua spalla, ma non si voltò per guardarlo come soleva fare ogni mattina. Non avrebbe saputo reggere il peso della menzogna se lo avesse guardato.

Francesco era l'uomo più buono che Claudio conoscesse. L'unico che fosse riuscito a porgergli la mano per permettergli di alzarsi nel momento del bisogno. L'unico uomo che si fosse mai avvicinato a quello che lui considerava famiglia. Qualcuno a cui appoggiarsi, da cui prendere tutto quello che di positivo potesse dargli.

Se l'era fatto bastare, imparando poi persino ad amarlo. Quando una persona ti dà tutto accontentandosi del niente che tu riesci a dargli ti rendi conto che non puoi non amarla. In qualche modo strano e assurdo cominci ad innamorartene anche se non vorresti. E a dipenderne, soprattutto. Per anni Claudio aveva lottato contro quello che sentiva per Mario. Un sentimento che era così prepotente e monopolizzante che non poteva lasciar spazio anche a Francesco. Eppure, alla fine, Francesco si era insinuato nella sua vita comunque. Pian piano, a piccoli passi, con perseveranza e costanza.

Claudio mosse appena le gambe intorpidite osservando ancora la tenda che danzava indisturbata coprendo e scoprendo gli infissi leggermente dischiusi.

Il giorno prima si era lasciato andare di nuovo, con Mario. Non pensava che sarebbe più successo. Si era convinto che, alla fine, sposare Francesco sarebbe stata la soluzione giusta. Non vedeva né sentiva Mario da due anni a quella parte, ormai, e non aveva più senso continuare a rimanere bloccato in un amore che non sarebbe mai più sbocciato. Francesco riusciva a dargli, invece, tutta la serenità di cui necessitava. Lo viziava con le sue piccole attenzioni mattutine, ed era persino bravo a distrarlo dal pensiero di Mario, quando questo sopraggiungeva. Non aveva paura di dirsi innamorato di lui. L'amore per Francesco somigliava ad un sentimento consapevole, vissuto nel pieno delle proprie facoltà. E l'amore di Claudio era pieno di riconoscenza e dedizione per qualcuno che credeva fortemente in lui.

Ma bastava solo quello per decidere di sposarsi? Perché dover definire in quella maniera un rapporto che andava già bene così? Francesco e Claudio vivevano insieme, erano legati dalla dipendenza che nutrivano l'uno nei confronti dell'altro, mossi da un sentimento che fino a quel momento era bastato. Eppure alla fine Francesco gli aveva chiesto di più. Una sera lo aveva invitato fuori a cena e gli aveva fatto una proposta in grande stile. Gli aveva regalato un anello con incise le loro iniziali, anello da cui, da allora, lui non si separava mai, e gli aveva proposto di diventare suo marito. Non aveva dovuto pensarci per dirgli di sì. Sarebbe diventato suo marito, naturalmente, perché era l'unica persona che avesse mai visto accanto a sé dopo Mario. E pian piano il pensiero del suo vecchio amore stava sfumando, schiacciato dalla quotidianità, dal rapporto con un altro, dalla sua nuova vita. Perdeva di consistenza, diventava insapore. Aveva persino dimenticato i tratti del volto di Mario.

Tutto quello prima di rivederlo, naturalmente.

Claudio era convinto che Mario potesse, nei suoi confronti, una sorta di magia sinistra a cui non riusciva a sfuggire mai. Una magia che lo avrebbe spezzato, prima o poi. Perché lui non sapeva difendersi da Mario. Forse neanche voleva farlo.

Quando aveva deciso di sposare Francesco, però, non aveva messo in conto che Mario potesse tornare. Non aveva pensato che potesse succedere che, in qualche maniera, qualcosa dell'equilibrio che in quegli anni aveva duramente raggiunto potesse rompersi. Eppure con Mario era sempre così. Non riusciva mai a prevedere qualcosa che subito qualcos'altro accadeva togliendogli ogni capacità di scelta.

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora