27 Settembre 2021
Quando aspetti una scadenza il tempo trascorre sempre più velocemente di quanto avessi previsto. Come per le tasse. Pensi di avere ancora tanto tempo per pagarle, perdi di vista i giorni che passano, e poi ti ritrovi d'un tratto alla vigilia della scadenza, naturalmente impreparato.
Questo stava avvenendo a Mario, mentre si interrogava su cosa fosse giusto fare pochi giorni prima di un passo importante. Si era chiesto tante volte se quel sentimento fosse rimasto esclusivo solo per lui. Aveva a lungo pensato alla propria situazione e, ad un certo punto, si era perfino convinto che non avesse senso continuare ad insistere per qualcosa a cui teneva solo lui. Eppure, quando aveva visto Claudio in difficoltà crollare tra le sue braccia aveva capito di essere a sua volta una necessità per l'altro, aveva capito di non dover mollare proprio allora.
Con questa convinzione, quindi, si era diretto a casa di Paolo. Aveva bisogno di un confronto con lui, e avrebbe preteso la sua serietà. Avrebbe preteso, soprattutto, la sua lealtà. Paolo doveva dirgli come stavano le cose. Doveva aiutarlo, non poteva tirarsi indietro. Dopotutto anche loro due erano amici.
Così, quando arrivò sotto casa sua bussò con insistenza al citofono, e dopo poco lo raggiunse la voce familiare di quello che era stato uno dei suoi migliori amici.
"Un momento, un momento!", rispose trafelato. "Chi diavolo è?"
Sperò di non aver interrotto in maniera inopportuna un momento intimo o qualcosa d'importante, visto che gli aveva risposto in modo così alterato, ma se doveva essere sincero non gli interessava poi più di tanto. Claudio era più importante, sarebbe stato sempre più importante di tutto.
"Sono Mario.", gli rispose deciso.
"Testa di cazzo, e perché bussi così? Mi hai fatto prendere un colpo!", lo rimproverò riferendosi al suo modo insistente di bussare.
"Allora, mi fai salire?", gli chiese.
Senza fornirgli una risposta Paolo gli aprì il cancello, e Mario si trovò a precipitarsi per le scale per la fretta di vederlo. Non era mai stato così smanioso di fronteggiare Paolo, di parlare con lui, di avere un confronto. Lui e Paolo non erano mai stati particolarmente uniti, fatta eccezione per l'ultimo periodo in cui Mario aveva vissuto a Verona, quando era stato uno dei pochi a capire il suo stato d'animo, prima di Claudio, meglio di Claudio.
Paolo era l'amico di Claudio, e come tale Mario lo aveva sempre tenuto ad una certa distanza, sapendo perfettamente che era a lui che l'altro rivelava le sue sensazioni, i più inconfessabili segreti e tutto ciò che lo riguardasse. Paolo lo metteva a disagio, come se potesse giudicarlo per i passi falsi commessi nei confronti del suo migliore amico. Come se lo scrutasse sempre e comunque per comprendere se fosse all'altezza di Claudio.
A distanza di tanti anni Mario non sapeva ancora se lo fosse o meno, ma conosceva alla perfezione il sentimento che li legava e la particolarità del loro rapporto, e l'ultimo incontro con Claudio gli aveva dato la spinta per comprendere fino a che punto ne valesse la pena.
Ne valeva la pena, sì. Non avrebbero potuto vivere l'uno senza l'altro, perché l'uno senza l'altro non erano niente. Non sarebbero stati più loro, non sarebbero stati più completi.
Salì di corsa la rampa di scale, e trovò un Paolo che, sulla soglia della porta, lo guardava incuriosito e interrogativo.
Gli fece cenno di entrare spostandosi, e Mario non se lo fece ripetere.
"Dobbiamo fermarlo.", gli rivelò chiudendo la porta, senza salutarlo e senza specificare a cosa si riferisse. Come se ce ne fosse bisogno. "Dobbiamo evitargli questa cazzata, Paolo."
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Non mi avete fatto niente
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Un avvenimento doloroso ha allontanato Mario e Claudio, due giovani ragazzi che si sono amati ardentemente. Nonostante le riserve Mario decide di tornare a Verona proprio in occasione del matri...