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Mario seppe che quella serata sarebbe stata interminabile dall'esatto momento in cui mise piede nel ristorante. Claudio, Paolo, Rosita e Cristiano stavano aspettando solo lui, ma Mario aveva telefonato all'ultimo chiedendo di aggiungere un altro coperto senza dare ulteriori spiegazioni. In realtà lui stesso non era convinto di quello che stava facendo, ma sapeva che se voleva scuotere Claudio aveva bisogno di osare, e per osare doveva ricorrere a Dario. Solo con lui Claudio aveva mostrato segni di cedimento. Ne era geloso e non era mai riuscito a nasconderlo. Mario aveva intenzione di giocare tutte le sue carte per bene per ingelosirlo, perché solo in quel modo poteva sperare di ottenere da lui una reazione.

Per questa ragione si era deciso a chiamare il suo collega per farsi accompagnare a quella cena soltanto per provocarlo, ma una volta arrivato si era già pentito di quella decisione. In realtà credeva che a Claudio avrebbe fatto bene sentirsi mancare un po' la terra sotto i piedi, ma non era sicuro che lui stesso avrebbe saputo gestire una situazione così difficile.

Chiuse gli occhi cercando di farsi forza e avanzò nella sala principale del ristorante, intercettando i suoi amici.

Vide anche Claudio. Era ancora di spalle, ma dalla sua postura riusciva a percepire la tensione che in quel momento lo stava divorando. Forse provava ansia all'idea di rivederlo dopo la sfuriata di poche ore prima, ma a lui non importava. Aveva bisogno di prendere aria, di allontanarsi da lui, di fargli comprendere che dovesse darsi una mossa, o lo avrebbe perso. Non era giusto che lui rimasse bloccato a quel momento per sempre. Era vero che lui e Claudio si stavano riavvicinando, e questo già significava tanto per lui, ma era anche vero che tante cose non riuscivano a superarle, e lui doveva forzare la mano perché accadesse.

Paolo lo vide subito, da lontano, e lui non poté fare a meno di sorridere al suo amico. In fin dei conti era grazie a lui se aveva avuto l'occasione di parlare a più riprese con Claudio. Era anche grazie a lui se non aveva mai perso le speranze, e questo gli aveva fatto un gran bene. Fece cenno a Dario di avanzare con lui, e si ritrovò in poco sommerso dall'abbraccio di Rosita.

"Come stai?", gli chiese l'amica che era rimasta l'unica più fisica nei suoi confronti dopo gli anni che avevano trascorso distanti. Tutti gli altri avevano quasi il timore di toccarlo, di avvicinarsi fisicamente a lui, per paura del Mario che avrebbero trovato dall'altra parte. Una persona completamente estranea a loro.

"Bene...", le sussurrò in un orecchio mentendo spudoratamente. Non stava bene affatto, ma certo la situazione era sicuramente migliore di qualche settimana prima, quando nella sua mente neanche compariva il pensiero di poter recuperare il rapporto con Claudio.

Si voltò verso il resto dei suoi amici e sorrise a tutti. "Ciao ragazzi.", si decise a dire. "Sono venuto qui con un amico, spero che non vi dispiaccia. Lo conoscete, è Dario.", disse loro ricordando la sera al ristorante in cui lo aveva portato con sé per la prima volta. Dario era un bel ragazzo e una persona dolce e sarebbe stato tutto quello che Mario avrebbe potuto desiderare in un'altra vita, una in cui non c'era Claudio. Una in cui non avesse mai sperimentato l'amore vero e totalizzante, che ti toglie anche la forza di lottare.

"Figurati.", gli disse Paolo utilizzando un tono che non seppe interpretare. Chissà cosa sapeva di lui e Claudio. Chissà se sapeva che quella stessa notte avevano dormito intrecciati. Chissà se sapeva che erano stati insieme. Si rese conto che ai suoi occhi doveva sembrare proprio uno stronzo.

Si concesse solo allora di voltarsi verso Claudio e osservare le sue reazioni, e si rese conto che l'altro lo stava osservando quasi sconvolto. Un tremito gli stava attraversando le pupille. Sembrava arrabbiato come rare volte era stato, e Mario per un istante ebbe paura di aver sbagliato tutto. Si chiese come gli fosse venuta in mente un'idea del genere. In realtà non aveva premeditato nulla, si era semplicemente rivolto all'unica persona che gli sembrava avesse sortito un effetto su Claudio, l'unica che gli avesse smosso qualcosa nei suoi confronti tempo addietro. Si rese conto subito, però, che non avrebbe risolto nulla in quella maniera. Si stava comportando da ragazzino, ma ormai era troppo tardi per fare marcia indietro. Ma cos'aveva nella testa?

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora