6 Ottobre 2021
Dopo il giorno in cui si sarebbe dovuto celebrare il matrimonio il tempo iniziò a trascorrere, al contrario di prima, in maniera estenuantemente lenta. La situazione di Claudio era sempre più difficile ed intricata, e non gli faceva bene stare da Paolo. Certo, era suo amico e agiva nel suo interesse, ma Claudio non aveva più la sua intimità, i suoi spazi, e si sentiva un peso per lui.
Quella sera, ad esempio, non aveva più cambi e tutti i vestiti erano sporchi, quindi si decise a tonare a casa per andare a prendere qualcos'altro.
Nonostante non avrebbe voluto, purtroppo non aveva alcuna scelta. D'altra parte quella era ancora anche casa sua, e sebbene fosse lui nel torto, Francesco aveva persino insistito perché restasse.
Non si era più fatto sentire da quando lui era andato a stare da Paolo, ma quel pomeriggio, quando gli aveva detto che sarebbe passato in serata, si era mostrato subito disponibile. Quello che reputava necessario, comunque, era evitare qualsiasi tipo di contatto troppo ravvicinato e, soprattutto, non dargli l'impressione di volere altro da lui. Era stato abbastanza chiaro l'ultima volta sul darsi i loro tempi e i loro spazi, e Francesco sembrava aver capito visto che non gli aveva più telefonato. Non voleva vanificare quello sforzo.
Una volta giunto a casa si fermò lì fuori, sopraffatto dalle emozioni. Quella era stata casa sua in un tempo non molto lontano che gli sembrava una vita precedente. Era stato bene, negli anni precedenti. Si era sentito perfino felice in qualche momento molto fugace. Eppure in quel momento non era più possibile tornare indietro a quei momenti, a quelle sensazioni. E se anche lo fosse stato, lui non l'avrebbe voluto. Si era reso conto proprio in quel periodo che lo faceva sentire molto più vivo litigare con Mario, ferirsi, uccidersi, piuttosto che restare con Francesco in quella piatta tranquillità che aveva rappresentato la loro vita.
Dopo un quarto d'ora, finalmente più tranquillo, scese dall'auto e raggiunse il citofono. Bussò piano, come per paura di disturbare, e subito il cancello fu aperto. Francesco sapeva che fosse lui.
Salì le scale in fretta, perché arrivati a quel punto era molto più semplice accorciare i tempi, mandare via quella sensazione di ansietà. Una volta in cima alle scale trovò Francesco alla porta. Un uomo dimagrito, spento, l'ombra di se stesso.
I sensi di colpa ricominciarono a prendere il sopravvento, e Claudio si sentì mancare. Come poteva aver fatto così tanto male all'unica persona che in quegli anni gli avesse fatto bene veramente?
Non era stato corretto, non era stato giusto. Eppure era avvenuto tutto senza che lui se ne rendesse minimamente conto.
"Ciao Franci." Accennò un sorriso forzato, perché in quel momento non aveva proprio voglia di sorridere.
"Ciao.", gli disse di rimando, ma anche lui non era molto convinto.
Si chiese come fosse possibile ridursi in quel modo. Due estranei al cospetto l'uno dell'altro.
"Perché hai aspettato tanto prima di salire?", gli chiese Francesco lasciandogli lo spazio per entrare in casa.
"Cosa?" Non subito comprese a cosa si stava riferendo, distratto dai suoi stessi pensieri.
"Ti ho visto fermo qui giù da quando sei arrivato...", lo informò l'altro, e Claudio cercò una scusa con cui giustificare il suo strano comportamento.
"Dovevo fare una telefonata."
Gli sembrò una scusa plausibile.
"Vuoi un caffè?"
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Non mi avete fatto niente
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Un avvenimento doloroso ha allontanato Mario e Claudio, due giovani ragazzi che si sono amati ardentemente. Nonostante le riserve Mario decide di tornare a Verona proprio in occasione del matri...