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2 Settembre 2021

C'era qualcosa di diverso nell'odore di casa sua. Aveva sempre immaginato che, vacando quella soglia dopo tanto tempo, avrebbe sentito la fragranza del sugo invadergli le narici, o quella di un dolce al limone appena sfornato. Ricordava alla perfezione ogni angolo di casa, persino le crepe alle pareti. Ricordava il rumore degli zoccoli di sua madre sul marmo freddo dell'ingresso.

Riusciva a ricordare i rumori della sua casa, e proprio per quello stentava a riconoscerli. Come se gli anni lontano avessero spazzato via quelle che erano le vecchie abitudini della sua famiglia, e la riverniciatura avesse nascosto tutte le crepe che conosceva a memoria. O forse era solo una suggestione dovuta alla sua inadeguatezza. Contrariamente a quanto avesse immaginato, non si sentiva a casa.

Sua madre stava mettendo su il caffè guardandolo con un cipiglio imbronciato. Non si vedevano da sei mesi, da quando lei stessa lo aveva raggiunto a Glasgow per trascorrere del tempo insieme. Mario non tornava mai. Era stato proprio allora che, per la prima volta, aveva saputo che Claudio si sarebbe sposato.

Non conosceva molto bene Francesco, l'uomo che gli aveva portato via l'amore della sua vita. Tra l'altro non era neppure propriamente così. Francesco era arrivato solo dopo, quando la loro relazione era già arrivata al capolinea, e Mario aveva dovuto ammettere la sconfitta.

Non lo conosceva, ma tutti gli avevano sempre detto che fosse un brav'uomo, e ciò che contava di più era che tenesse a Claudio, che gli stesse vicino.

"Sicuro che sei qui per lavoro?", chiese per l'ennesima volta sua madre, mentre preparava due tazzine evitando accuratamente il suo sguardo.

Mario sapeva che quella domanda gli sarebbe stata posta fino allo sfinimento da tutti: dai suoi parenti, dai suoi amici, dai suoi colleghi. Nessuno avrebbe creduto che fosse lì per una questione che avrebbe potuto risolvere da Glasgow, o che avrebbe potuto delegare a qualcun altro. La verità era che ci aveva provato fino all'ultimo, ma poi non ce l'aveva fatta. Aveva riflettuto a lungo sul da farsi, ma non aveva potuto sfuggire al richiamo del suo istinto, quello che non aveva mai sbagliato. Non era riuscito ad essere razionale. Avrebbe rivisto Claudio, fosse anche solo per dirgli addio prima che si sposasse. Fosse anche solo per guardarlo negli occhi e provare a leggervi felicità, quella che con lui non riusciva più a costruire nell'ultimo periodo della loro relazione.

Se ci pensava, nonostante fossero passati anni, sembrava che il tempo dopo la loro rottura fosse solo un battito di ciglia.

Era stato lungo e tortuoso il percorso di vita che lo aveva visto lontano da Claudio, ma se si fermava a pensare gli sembrava di poter volare per un istante a quando viveva ancora in quella città, a quando erano insieme, parte di una stessa entità, padroni di una vita che avevano creduto solo loro, ma che non era nient'altro che un dono da restituire, prima o poi, chissà a chi.

E forse proprio per non vivere della paura di morire si erano allontanati.

"Sì, mà, te l'ho detto. Per quale altro motivo dovrei essere qui?", chiese fingendo di non aver colto il punto in cui lei volesse arrivare.

Sua madre era una donna fiera e determinata, e Mario sapeva di non poter scampare al suo giudizio. "Quando sono venuta a dirti che Claudio si sposava non intendevo dire che dovessi tornare qui a rivoluzionare la tua vita e la sua.", disse lentamente, come se stesse soppesando ogni parola. "Però sentivo che avresti fatto qualcosa. Mario, forse è il caso che tu ci pensi bene prima di..."

Mario non si stupì dell'arditezza delle insinuazioni di sua madre. Si sentiva come su una nave, in mezzo ad un mare in tempesta, sballottato in diverse direzioni e senza una meta.

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora