Più passava il tempo e più Mario non poteva sbagliarsi. Quella era la strada che portava a Negrar. Stretto nel sedile in pelle della macchina di Claudio, invaso da quel profumo d'interni nuovi, si stava interrogando sul perché si stessero dirigendo lì. Non si spiegava le ragioni per le quali Claudio avesse deciso di portarlo a Negrar proprio quella sera. E dove, poi? Il ritmo del suo cuore cominciò a palpitare più forte, ma nell'abitacolo c'era ancora silenzio. Mario non osava romperlo, e Claudio stava facendo altrettanto. Anche se avrebbe tanto voluto chiedergli dove fossero diretti non era riuscito a farlo per paura di interrompere quel momento magico.
Non ci furono più dubbi quando, alla fine, Claudio imboccò una strada a lui molto familiare. Non volle illudersi fino all'ultimo, e cercò di non farlo finché non si ritrovò sotto casa di nonna Lia.
"Che... che ci facciamo qui?", chiese improvvisamente spaventato. Non aveva raccontato a Claudio di averla vista, di averci parlato. Non gli aveva detto che era stata proprio lei a spronarlo a riprovarci. Si erano ripromessi che non ne avrebbero fatto parola con Claudio, e così aveva fatto.
Una volta lì, però, non sapeva se ce l'avrebbe fatta a fingere che non si vedessero da anni.
"So che le vuoi bene, che... avevate un rapporto speciale. E anche lei ti ha sempre voluto bene come fossi un suo nipote." Claudio osservò il suo volto contratto e gli sorrise appena. "Credevo che ti avrebbe fatto piacere. Le ho mandato un messaggio e le ho detto che avremmo cenato da lei. Ma se non ti va..."
Mario scosse il capo in modo categorico. Non era sicuro di reggere alla situazione, di riuscire a fingere fino a quel punto, ma non avrebbe potuto dire di no, non a Claudio o a Lia. "Certo che mi va... è che non me lo aspettavo.", si giustificò. In effetti era così. Gli andava, anzi, ne aveva bisogno. Aveva bisogno di rientrare nella vita di Claudio a tutti gli effetti, e quello poteva essere un ottimo punto di partenza. Così attese che Claudio scendesse dall'abitacolo per poi fare lo stesso e con un groppo in gola lo seguì verso casa di nonna Lia. Lo vide aprire la staccionata dall'interno e passare attraverso il giardino per raggiungere la villetta e in un attimo fu dentro anche lui. Infine Claudio bussò al campanello e lui si nascose dietro la sua figura, inconsapevole di come la nonna si sarebbe posta nei suoi confronti e incapace di decidere come comportarsi.
Dopo qualche secondo la porta si aprì rivelando la familiare figura di nonna Lia, che in un gesto sicuro spostò Claudio e si fiondò tra le braccia di Mario. Senza sapere cosa fare, quindi, la strinse a sua volta contraccambiando l'abbraccio.
"Bravo, ragazzo... ben fatto.", gli sussurrò nell'orecchio facendo in modo che Claudio non sentisse. Poi si staccò da lui e lo guardò in modo furbo. "Da quanto tempo, Mario!" Gi fece un occhiolino e pensò che se Claudio fosse stato un minimo più attento ai particolari si sarebbe subito accorto che ci fosse qualcosa che non andava in quella situazione. Eppure in quel momento non gl'importava nient'altro. Era riuscito ad ottenere almeno un po' della sua fiducia, altrimenti non lo avrebbe mai portato a cena da nonna Lia. Voleva godersi quel momento perché era uno dei più belli che avesse vissuto nell'ultimo periodo.
"Salve signora."
"Ancora?", gli chiese alzando gli occhi al cielo e riferendosi al fatto che le si stesse rivolgendo ancora con il lei.
"Ciao, Lia.", si corresse allora Mario.
"Ecco, così va meglio.", disse lei facendo spazio ai due per farli entrare.
Claudio era rimasto in silenzio a guardare la scena, visibilmente emozionato, e Mario si beò di quegli occhi buoni e felici. Per la prima volta dopo tanto tempo lo sentiva di nuovo suo a tutti gli effetti. Per lui era sempre stato così.
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Non mi avete fatto niente
Hayran KurguOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Un avvenimento doloroso ha allontanato Mario e Claudio, due giovani ragazzi che si sono amati ardentemente. Nonostante le riserve Mario decide di tornare a Verona proprio in occasione del matri...