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2 Ottobre 2021

Sentiva ancora il profumo di Mario, come sempre. Quando erano insieme tutto il resto perdeva di consistenza e significato, e Claudio ricordava il motivo per il quale lo amava così tanto e in modo irreversibile. Non aveva scampo, non si sarebbe liberato di quegli occhi neri che lo scrutavano fin nel profondo. Nonostante tutto, comunque, si sentiva in difficoltà. Non riusciva a godersi appieno quello che gli stava capitando a causa del momento in cui era successo.

Non poteva fare a meno di essere arrabbiato con Mario, perché in fondo aveva avuto una vita intera per tornare, e lui gli aveva dato ogni possibilità per farlo, ma aveva deciso di farlo proprio quando stava per sposare un'altra persona.

Certo, avrebbe dovuto anche ringraziarlo per averlo salvato da una situazione che di certo avrebbe cominciato a stargli stretta. In quel momento si chiedeva anche come avesse potuto credere che con Francesco sarebbe stato bene, totalmente appagato. Aveva sottovalutato la forza dei sentimenti, e si sarebbe accontentato di qualcosa di tiepido per il solo desiderio di star bene.

Eppure la presenza di Mario aveva ribaltato da subito la situazione, e lui riusciva a rendersene conto soltanto adesso. Ora che ammetterlo non gli faceva più paura, ora che non aveva scelta, perché con Mario non l'avrebbe mai avuta.

I loro corpi funzionavano come due calamite di segno opposto, le loro pelli erano fatte per ritrovarsi, stare insieme, mischiare i loro profumi e dar vita a una fragranza meravigliosa.

"Ehi...", una voce roca alle sue spalle lo fece sobbalzare. Era Francesco che lo aveva raggiunto in stanza. Francesco che aveva preso ad osservare il borsone che Claudio aveva terminato di riempire poco prima. "Vai via?", chiese con voce flebile, improvvisamente spaventato come la sera prima.

Claudio annuì piano. "Credo sia la cosa migliore da fare, adesso."

Francesco deglutì il dolore che sentiva, ben evidente agli occhi di Claudio. "Perché?", chiese disperato. "Non c'è niente di male se continui a star qui. In fondo è casa di entrambi, questo non vuol dire nulla."

Claudio scosse la testa. Comprendeva il suo ragionamento. Erano due persone mature e non sarebbe stato così sconveniente restare momentaneamente nella stessa casa intanto che trovava un'altra sistemazione, ma in quel caso non poteva farlo. E non poteva farlo perché c'era Mario che, sebbene avesse sbagliato con lui, non meritava una cosa del genere.

"Non è il caso, Franci. È importante che tu capisca che tutto quello che c'è stato, per quanto mi riguarda, è stato vero.", precisò. Aveva voglia di urlare e di liberarsi da quella gabbia che lo faceva sentire un leone imprigionato.

"Non voglio che tu vada a stare in un hotel.", gli disse Francesco avvicinandosi ulteriormente a lui. Erano di nuovo faccia a faccia, reduci da una situazione distruttiva che li aveva visti poi improvvisamente di nuovo vicini come quella notte, come in quel momento.

"Non capisco dove sia il problema. Non succede niente se condividiamo la stessa aria."

Come si fa a dire a una persona che ti ama profondamente e che stavi per sposare che agisci in una certa maniera per rispettare qualcun altro, qualcuno che ami come lui ama te?

Non si può. Non si può distruggere qualcuno in questa maniera. E così Claudio sospirò stancamente e lo guardò negli occhi. "È meglio di no.", disse soltanto. "Lo sai che quello che è successo mi ha sconvolto. Non posso restare."

Francesco scosse il capo. "Guarda che quello incazzato dovrei essere io.", precisò.

"Non si tratta di rabbia. Io non sono arrabbiato. Ho solo bisogno di andar via da qui. Questa situazione è nociva per me, ma soprattutto per te."

Non mi avete fatto nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora