Non mi avete fatto niente

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20 Settembre 2021

Le luci del locale erano così soffuse che era difficile vedere cosa c'era nei piatti degli altri commensali. A Claudio bruciavano gli occhi per la stanchezza. Stava cercando, comunque, di soffermarsi su quello che c'era nel proprio piatto, e non sul volto di chi sedeva proprio di fronte a lui.

Quella sera erano andati a mangiare alla Caprese, uno dei ristoranti che solitamente frequentava con il suo gruppo di amici. Francesco, accanto a lui, sembrava particolarmente agitato, nonostante non fosse a conoscenza, come nessun altro, di ciò che era successo. Sapeva di aver sbagliato nei suoi confronti, ma il senso di colpa non era sopraggiunto finché non si era trovato Mario e Francesco nella stessa stanza. In passato si era ripromesso di non ritrovarsi in situazioni del genere. Aveva evitato Mario, non si era presentato al pranzo di qualche settimana prima perché non si sentiva pronto ad affrontare quella situazione, eppure in quel momento sapeva di non poterne fare a meno. Se non fosse capitata quell'occasione probabilmente l'avrebbe cercato lui stesso. Stava letteralmente impazzendo all'idea che tutto fosse finito tra lui e Mario. Non riusciva ad accettare il fatto che Mario non avesse più mosso un passo verso di lui. Da quando si erano rivisti si era sentito nuovamente solo, e per non provare quella sensazione che soltanto Mario era in grado di suscitargli si era chiuso in se stesso e aveva deciso di evitarlo. Eppure non poteva fare a meno di lui, e se ne rendeva conto quando poi ci aveva a che fare, come in quel momento. Il suo sguardo non smetteva di cercare quello del suo ex, seduto di fronte a lui, e si sentiva come un ragazzino alle prime armi quando gli sembrava che l'altro lo avesse sorpreso a guardarlo costringendolo ad abbassare il suo sguardo. Aveva quasi paura che Mario vi leggesse all'interno tutta la forza di un sentimento che non era mai stato in grado di governare ma che, al contrario, aveva governato lui per tutta la vita.

Con quel pensiero fisso nella testa si sporse verso Francesco alla ricerca di una familiare sensazione rassicurante.

"Come mai non hai finito di mangiare?", chiese osservando i suoi spaghetti agli scampi rimasti nel piatto.

"Non ho molta fame.", si giustificò l'altro con un tono che non presagiva nulla di buono. Claudio aveva la sensazione che Francesco avesse subodorato che qualcosa non andasse, ma si facesse andar bene tutto quello che accadeva pur di non perderlo.

Francesco aveva sempre avuto il terrore di perderlo, di non essere abbastanza. Aveva sempre temuto che il sentimento per lui, se confrontato con quello che Claudio aveva provato per Mario, ne uscisse comunque sempre perdente. Non ci si può paragonare a storie così viscerali, ad amori inguaribili senza il rischio di perdere sempre. Francesco era sempre stato consapevole della forza del legame tra Claudio e Mario, e non aveva mai preteso di essere un nuovo Mario nella vita di Claudio. Aveva fatto in modo, però, che il suo compagno l'amasse in un altro modo, per lui del tutto nuovo, standogli accanto con una dedizione invidiabile, e proprio nel momento in cui Claudio ne aveva più bisogno.

Eppure, di fronte a Mario, ora che era tornato, sembrava davvero in difficoltà. Quando Claudio se ne rese conto gli si strinse il cuore.

"Vuoi che andiamo via?", gli chiese allora in un vano tentativo di riparare all'irreparabile. Forse allontanandosi da Mario sarebbe tornato tutto come poche settimane prima. Forse il solo vederlo lo aveva stabilizzato, ma aveva bisogno di passare anche da quello per sposare Francesco. Non sarebbe stato giusto farlo senza aver prima visto Mario, non sarebbe stato giusto prendere una decisione senza prima sincerarsi che fosse quella giusta.

"No.", gli rispose però il suo compagno, sorprendendolo. Gli sembrava davvero in difficoltà, ma probabilmente non voleva perdersi un secondo. Aveva bisogno di vedere Claudio e Mario interagire, voleva capire cosa c'era che li teneva ancora legati a doppio nodo, comprendere la natura di quel sentimento incomprensibile per tutti se non per loro due.