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Inaspettatamente, sento qualcuno chiamarmi. Ma più che sentire una voce, è una strana sensazione a spingermi a uscire dalla tenda. Zia e mio cugino dormono pesantemente nelle proprie e intorno a noi si possono sentire chiaramente i grilli cantare, benché siamo a settembre.

Guardo intensamente il terreno lasciato a maggese davanti alla nostra abitazione e su di esso appare, all'improvviso, una struttura complessa simile a un palazzo. Mi sento attirata da quel posto, così, non appena compio un passo, mi ritrovo misteriosamente e con una velocità sorprendente davanti alla struttura, la cui mole si staglia contro un cielo nero privo di stelle.

L'edificio ha il rilievo alzato su di un piano nobile con giganti colonne tortili che fungono da unificatori con l'assetto architettonico e sono poste ai lati dell'ingresso.

Mi avvicino al palazzo indugiando e noto meravigliata che nei capitelli sono rappresentati esseri mostruosi, i cui sguardi rivolti verso lo spettatore incutono timore.

Nelle nicchie, poste all'esterno, ci sono alternate statue di angeli ora grotteschi e lugubri, ora affascinanti ed eleganti. Infine scorgo che, nella parte superiore della facciata, c'è stagliata un'imponente maschera mostruosa dalle cui fauci aperte fuoriesce la luce di un rosone.

Una strana forza magnetica mi spinge a salire gli scalini, ad aprire l'enorme portone di legno e a entrare. L'interno è diviso in tre navate sorrette da colonne con fregi grotteschi. In quelle laterali ci sono delle porte, alcune nascoste prospetticamente dalle colonne. Nella navata centrale, due statue di angeli giudicatori, coperti da un mantello semplice, sono poste ai lati delle scale di marmo bianco con striature nere e rossastre, che portano ai piani superiori. L'intero ambiente è illuminato dalla fioca luce delle fiaccole accese.

Sento di nuovo questa forza magnetica che non mi fa imboccare le scale come vorrei, ma mi fa prendere l'ultima porta della navata laterale a destra. Trovo altre scale e le scendo. Hanno la fisionomia di quelle a chiocciola e, giunta alla loro fine, mi ritrovo davanti un'altra porta. Il battito del mio cuore inizia ad accelerare, mentre mi domando se, al di là della porta, troverò altre scale o una stanza. La apro e davanti vedo solo un dedalo infinito di corridoi.

Non ho tempo di chiedermi dove sto andando, la forza silenziosa mi spinge a imboccarne uno. Tengo la mano sul muro per mantenere l'equilibrio. Noto che la parete in alcuni punti è calda, mentre in altri è fredda.

Proseguo ancora prendendo altri corridoi, sembrano non voler finire mai. Il panico mi invade e inizio a correre a perdifiato tra i vari cunicoli senza capire dove vado. Voglio solo andarmene da qui.

Mi ritrovo davanti a un'ennesima porta, questa volta vedo che è in legno scuro. Mi fermo, ho il fiatone e la scruto con un po' di incertezza, ma alla fine la apro. È una stanza grande e buia, illuminata solo da quattro pilastri di luce equamente distanti tra loro, circondati da altri quattro piccoli fasci di luce. Noto che tutti hanno un colore diverso: quelli piccoli cambiano colore continuamente, mentre quelli grossi ne hanno uno stazionario; quelli a sinistra sono uno di un celeste quasi grigio e l'altro nero, mentre quelli di destra, invece, sono uno bianco e l'altro di un giallo elettrico.

Entrando, provo una strana calma scendermi su tutto il corpo. Non capisco da cosa possa dipendere... Cammino nella stanza e ho come la sensazione che i miei passi riecheggino tra le pareti. Mi posiziono al centro per contemplarli meglio.

«Ayl...»

Sussulto e mi giro di scatto verso la luce più scura. Qualcuno ha parlato o sussurrato. Mi guardo intorno, ma non vedo nessuno. Qui dentro non c'è nessuno a parte me. Chi parla? Chi c'è?, mi domando in preda al panico. Non ho la forza di parlare e continuo a guardarmi intorno terrorizzata.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora