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Mi gira la testa. Un rumore strano mi dà fastidio alle orecchie, sembra un ultrasuono. Da dove proviene? E io dove mi trovo?

Ho ancora gli occhi chiusi, cerco di aprirli per capire dove sono finita. Dalla sensazione che provo sembra di essere sospesi in aria, però c'è anche una consistenza viscosa che pare più acqua che aria. Che strano... perché riesco a respirare se sono in acqua? Sto per annegare? Mi si gela il sangue e il cuore inizia a pompare facendomi male nel petto. Merda! Lotto contro l'intorpidimento per recuperare il controllo del mio corpo al fine di raggiungere la superficie.

Sono totalmente persa nel panico, quando mi viene in mente la frase di Janek riguardo a una vasca riempita con un liquido respirabile. Il sollievo mi colpisce come un'onda. Mi rilasso istantaneamente e inizio a concentrarmi, a provare a muovermi e ad aprire gli occhi per constatare se, il luogo in cui mi trovo, sia effettivamente questo.

Inizio dalle mani e dalle gambe per poi passare alla testa e agli occhi. È uno sforzo mentale enorme doversi concentrare e cercare di muovere gli arti, soprattutto se non si è affatto allenati a stimoli simili. Infatti, solo dopo vari... moltissimi tentativi riesco ad avere piena autonomia del mio corpo, così passo ad aprire gli occhi e, come sospettavo, posso finalmente vedere che mi trovo sospesa in questo liquido.

Alzo la testa verso l'alto e mi do una spinta dal fondale con i piedi per poter uscire di getto dalla superficie di questo liquido. Passo una mano tra i capelli, tornando a "respirare" di nuovo. Mi isso sul bordo ed esco dall'acqua, mi blocco nel notare nuovi particolari: mi trovo in una stanza enorme piena di enormi acquari. Sono tantissimi... Trattengo il respiro sconvolta nel notare che sono un'infinità e che dentro alcune di queste vasche ci sono dei soldati che si stanno riprendendo magari da un allenamento intensivo o da una missione pericolosa.

Mi tremano le braccia, ma mi isso su di esse portando a termine la risalita. Sento ancora quel ronzio, ma ora capisco che proviene dal generatore di corrente che alimenta le prese dell'illuminazione all'interno delle vasche.

L’occhio mi cade su una segnaletica rossa sospesa a mezz’aria e, nonostante sia scritta in una lingua che non conosco, intuisco che dev’essere l’uscita.

Inizio a tremare per il freddo, benché l'aria, all'interno di questa stanza, sia riscaldata. Sono bagnata dalla testa ai piedi. Strizzo per bene i capelli, almeno per ridurre al minimo gli sgocciolamenti.

Scendo dall'acquario tramite una scaletta in ferro e mi incammino con il cuore in gola e con il passo incerto tra le vasche fino a raggiungere l'uscita, facendo attenzione a non scivolare sulle passerelle strette.

Apro la porta e mi blocco sorpresa, sotto di essa. Fuori trovo Janek, Axael, Xhefion e Clonega, la quale continua ad avere sempre il volto coperto. Tutti e tre sono pallidi e feriti, provo un vago senso di oppressione. Che cosa diavolo è successo?

Xhefion mi viene incontro seriamente preoccupato e, al tempo stesso, sollevato e mi avvolge con una coperta pesante per farmi asciugare. «Ayl, come ti senti? Credevamo che ne avresti avuto ancora per molto» esclama, mentre mi abbraccia con forza.

Ricambio confusa il suo gesto così improvviso, mentre prendo possesso della coperta sistemandomela bene attorno al corpo e coprendo bene il collo. Che cosa è successo? Ma, soprattutto, che cosa ho fatto? Perché sono preoccupati e feriti?

«Un po' stordita, perché? Come avete fatto a farvi queste ferite?»

«Non ricordi niente?» mi chiede e nei suoi occhi leggo la sorpresa e la confusione.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora